Bell’incontro stamattina con una cinquantina di insegnanti in un liceo di Dapaong.
E’ un liceo molto grande (quasi 1500 studenti, dal 7° al 13° anno di studi) che accoglie ben 14 studenti non vedenti. E’ una scuola veramente molto accogliente e inclusiva e anche questo è da sottolineare perché, come da noi, non tutte sono uguali. Un solo particolare: c’è una studentessa cieca di 17 anni che vive con la mamma in un altro quartiere e avrebbe una scuola vicino a casa, ma assolutamente non adatta. La mamma non vuole che dorma fuori casa, in camere d’affitto vicino alla scuola, come fanno gli altri tredici non vedenti del liceo che vengono da villaggi lontani, per cui adesso sono i suoi insegnanti che, a turno, la vanno a prendere a casa la mattina in moto e la riportano a scuola quando sono finite le lezioni. Ovviamente qui non esistono autobus.
In questo liceo non ci sono insegnanti di sostegno ma solo un unico “encadreur” che non entra nelle classi ma dovrebbe preparare i materiali, predispone le verifiche e trascrivere i compiti in braille dei vari studenti affinché il docente di materia possa correggerli e valutarli. Dico “dovrebbe” perché in questa scuola anche l’encadreur è non vedente e quindi la trascrizione non la può fare.
Di fatto, vero protagonista è l’insegnante di classe che segue in modo responsabile l’alunno che non vede, sia direttamente sia organizzando in modo adeguato il supporto dei compagni.
In questa scuola, quando sono venuto nel 2023, un insegnante di biologia mi aveva mostrato degli splendidi disegni a rilievo delle cellule, da lui realizzati per i suoi allievi non vedenti.
Scusate questo lungo preambolo, ma era necessario per spiegare dove sono arrivato stamattina.
Avevo del materiale didattico da mostrare e consegnare e avevo chiesto di poter parlare con alcuni insegnanti del liceo. Con mio stupore mi sono trovato una grande aula tutta piena, con 50 insegnanti, praticamente tutti quelli delle classi dove c’erano i non vedenti.
Per prima cosa ho mostrato le carte geografiche: a rilievo e braille, ingrandite per gli ipovedenti, ma anche dei poster da appendere in aula. In Togo non ci sono carte geografiche sulle pareti, di nessun tipo, e gli insegnanti le disegnano sulla lavagna con il gesso.
Poi ho parlato degli audiolibri e della nostra biblioteca audio, registrata su una memoria portatile, con quasi 500 libri in francese, per tutte le età.
Infine, ho mostrato come si usa il piano in gomma per produrre rapidamente dei disegni in rilievo, che loro non avevano mai visto prima.
Grande interesse, veramente. Su tutto.
Adesso aspettano il bis, l’anno prossimo!
