Oggi, a Dapaong, ho incontrato queste due studentesse diventate cieche da adulte che stanno imparando il braille per riprendere gli studi.
Quella seduta vicino a me si chiama Pauline e ha perso completamente la vista 6 anni fa appena concluse le superiori. Da allora si è chiusa in casa e non voleva fare più nulla, ma quest’anno è entrata nella scuola per ciechi per imparare il braille. L’altra, con il vestito rosso, si chiama Denise. E’ diventata cieca l’anno scorso mentre frequentava l’ultimo anno dell’università di agronomia.
Entrambe molto determinate ma anche piuttosto perplesse sull’utilità di una formazione braille basata solo su tavoletta e punteruolo. Denise usava il computer da vedente ma poi ha smesso del tutto.
Adesso non hanno nulla, neppure uno smartphone.
Ho raccontato loro quante cose riesce a fare un non vedente con queste tecnologie e cosa fare per imparare ad usarle, e alla fine erano davvero caricate.
Procuro subito qui in Togo uno smartphone a testa. Mi hanno detto che nella capitale, vicino al porto, c’è un mercato di prodotti tecnologici di occasione dove si trova di tutto e si trova un discreto cellulare a meno di 50 euro. Lì, come dicevo, comincerò a spendere un po’ dei soldi che mi avete mandato. Poi, quando torno, penserò ai computer.
Alla fine dell’incontro ho chiesto loro cosa faranno l’anno prossimo e entrambe hanno risposto, senza esitazione, che andranno all’università, Pauline non ha ancora deciso a quale facoltà, Denise a un master in agronomia.
E la vita continua!
