Drammatica lettera dal Togo

Moise Tchapo, nostro rappresentante in Togo, ci ha mandato questa testimonianza.
La cecità porta ancora disperazione e morte, purtroppo.

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Cari amici

Sono affranto per quello che mi è successo ieri. Mi è stato chiesto di intervenire per una famiglia in grande difficoltà nel villaggio di Assikor, a 20 Km da qui. Sono andato e le ho conosciute: madre vedova di 43 anni con due figlie cieche, una grande di 20  e una piccola di 8 anni.

Tre anni fa, nel 2012, Josephine, la piccola, si è svegliata una mattina con gli occhi molto rossi e irritati. La mamma non aveva soldi per il medico così ha aspettato cinque giorni per la prima visita. Le hanno prescritto delle medicine che costavano 4.500 franchi (circa 7€) ma dopo 4 giorni ne aveva raccolti la metà. Non ha mai potuto curare davvero la piccola che dopo poche settimane è diventata cieca.

Ma non è finita. L’anno scorso, nel 2014, la figlia maggiore Akosse stava cercando legna da ardere quando ha ricevuto un colpo con un bastone all’occhio destro; una brutta ferita e l’occhio ha cominciato a gonfiarsi. La madre l’ha portata in un centro medico sociale, dalle suore: le hanno chiesto 2.500 franchi per la visita (quasi 4€) e quelli è riuscita a pagarli. Poi servivano 28.000 franchi per le analisi e 3.200 per delle medicine urgenti, per calmare un po’ il dolore. Ma i soldi erano finiti.

«Sono tornata più volte da quelle suore – racconta la madre – ho trascorso lì un giorno e una notte interi. Ho  supplicato, chiesto che mi facessero credito, avrei pagato un po’ alla volta. Mi hanno detto che se dessero le cure gratuitamente avrebbero le panche della sala d’aspetto sempre piene».

Alla fine, piena di vergogna, ha smesso di insistere e si è rivolta a un guaritore vudù che con i suoi rimedi ha peggiorato enormemente la situazione estendendo l’infezione; in poche settimane anche Akosse ha perso entrambi gli occhi.

C’era tanta, tanta disperazione in quella famiglia. Piangendo, la figlia maggiore, mi ha detto: «Siamo stati abbandonate da tutti. L’intero villaggio, compresi i parenti, trattano mia mamma come una strega; pensano che quello che è successo sia tutta colpa sua».

Ho promesso il mio interessamento, ho detto che le ragazze avrebbero potuto andare a scuola, che in Togo ci sono tanti ciechi che vivono serenamente. Ne avrei parlato con i partner italiani, di sicuro qualcosa si poteva fare.

La madre mi ha salutato dicendo: «Se torni domani e ci trovi, va bene».

Ma la notte si sono suicidate, tutte e tre. Sono morte per la disperazione, per una banale infezione che ha fatto perdere la vista. Sono morte per la povertà.

Cari amici, son qui che piango, ho le lacrime agli occhi. Il funerale è oggi pomeriggio, le seppelliscono subito. Io non ci sarò, non me la sento di andare.

Moïse Tchapo

Versione francese

Moise
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