E’ tutto più complicato per la piccola Jade: serve un altro sforzo

Notizie non buone per la piccola Jade, la bambina togolese di tre anni che ha perso un occhio per un tumore e rischia ora di perdere anche l’altro.

Jade febbraio 2020, prima di partire per il Mali
Jade febbraio 2020, prima di partire per il Mali

In dicembre abbiamo organizzato per lei una raccolta fondi che è andata molto bene, conclusa con successo in una settimana.
Ne parliamo in questi due articoli: articolo 1 e articolo 2.

Tutto in  teoria era pronto per portarla in una clinica attrezzata a  Bamako, capitale del Mali (nessun ospedale del Togo è in grado di intervenire) ma sono sorti altri problemi.
Jade ha cominciato a stare male ed è stata ricovera in ospedale in Togo per qualche settimana. Quando è stata giudicata abbastanza in forze è partita per Bomako con una zia: un viaggio in pullman di 1800 Km, circa 40 ore, interrotto per un attentato in Burkina Faso.  Ritorno in Togo, altro ricovero, e poi altro viaggio.
Questa volta tutto è andato bene e finalmente il 9 febbraio, dopo due notti e un intero giorno in pullman,  è arrivata a Bamako. Nei giorni successivi sono iniziate le visite al centro universitario oculistico IOTA.

JADE davanti alla clinica IOTA di Bamako
Jade è finalmente arrivata al centro universitario IOTA di Bamako, capitale del Mali

E’ stata sottoposta a esami approfonditi, TAC e altro, che hanno rivelato purtroppo una situazione assai più compromessa: il tumore non ha preso solo gli occhi, ma anche il cervello. Prima di operare i medici hanno ritenuto necessario un trattamento chemioterapico che il loro ospedale non poteva però offrire.
Bisognava andare a Dakar, capitale del Senegal, a 1.400 km di distanza verso ovest: un altro lunghissimo viaggio in pullman per la piccola Jade.

iTINERARIO VIAGGIO
 L’itinerario da Lomè – Togo (freccia verde) a Bamako- Mali (freccia gialla) e infine a  Dakar – Senegal (Freccia rossa)

Mentre scriviamo è tornata in Mali, in attesa del primo intervento chirurgico.

Tutto è ora più complicato, come si può ben capire, anche perché la bambina si è molto indebolita.

Poi c’è l’aspetto economico perché in questi paesi la sanità è tutta a pagamento.
Abbiamo speso per cure, analisi, intervento chirurgico per asportare l’occhio destro ormai perso e inserire un bulbo artificiale, due cicli di chemioterapia, viaggi in pullman, alloggio e permanenza e gli accompagnatori (non certo in albergo!) tutto quello che avevamo raccolto a dicembre (6.000 euro) e anche qualcosa di più.
Adesso ne servono altri 7.000 per i due interventi chirurgici: all’occhio e al cervello, e dobbiamo tornare a chiedere aiuto.

Il padre sta provando a bussare ad altre porte, ma nessuno risponde.
Di fatto Jade è nelle nostre mani.