Grande festa tra i non vedenti di Lomè per la laurea in giornalismo di Lokou Kokou Louis. Grande festa anche per la nostra associazione perché Louis è per noi uno dei ragazzi più cari, simbolo di quel desiderio di riscossa che, per merito loro, sta cambiando tante cose.
Abbiamo conosciuto Louis diversi anni fa (era il 20o1 ) grazie ad un suo testo su Louis Braille che aveva vinto un premio in un concorso internazionale. Lo ricopiamo qui sotto perché ne vale la pena. “Il braille è come il Nilo” scriveva allora Louis, e benediva con parole intense, molto intense, la forza della cultura che l’aveva liberato dalla miseria (miseria vera, fatta di accatonaggio, mica scherzi).
Già allora, nove anni fa, Louis diceva: da grande voglio fare il giornalista.
Giornalista cieco? In Togo?
Oggi Louis è dottore in giornalismo. Questa non significa ovviamente un lavoro e uno stipendio da giornalista… Ci mancherebbe! Lousi ha ancora da spingere e lottare. ma è davvero un bel traguardo. Da festeggiare !
Bravo Louis
Il braille, per me, è come il Nilo
(testo di Luis scritto nel 2001)
A dire il vero, come il Nilo è un dono per l’Egitto e rende le terre fertili, oggi come ieri, così il Braille è per me un tesoro incomparabile, indiscutibile da tutti i punti di vista.
Questa scrittura miracolosa e formidabile dei non vedenti, rappresenta una luce ed un simbolo di evoluzione incomparabile nella mia vita. Che grande meraviglia!
Quando non conoscevo il braille ero uno dei tanti mendicanti del mio villaggio.
La mia vita era immersa nelle tenebre della miseria, della povertà estrema, della mancanza di istruzione e di cultura.
Ho scoperto tardi il braille perché tardi ho conosciuto il Centro Ragazzi Ciechi “Kekeli Neva”** di Togoville. Avevo già 11 anni, età in cui molti bambini vedenti cominciano gli studi secondari. Mi sono aggrappato subito a questa speranza ed ho seguito col massimo impegno il corso preparatorio al primo anno di scuola. Che importa l’età!
Da allora, una luce si è accesa in me ed ho capito che non ero il più imbecille né l’ultimo dei figli degli uomini, a dispetto della povertà dei miei genitori che mi obbligava a mendicare nella pubblica piazza.
Il mio accanimento e la mia costanza negli studi, senza mentirvi, sono stati notevoli. In tutta umiltà oggi posso dirvi che ho scoperto di essere intelligente.
Prima non lo sapevo. Il braille mi ha permesso di scoprirlo. I miei risultati scolastici me lo confermano costantemente. Sono sempre fra i primi cinque della classe.
Tutto ciò che vi scrivo in questo momento è per me qualcosa di molto importante.
Oggi frequento la scuola normale, come i giovani vedenti. Posso leggere e scrivere. Quando ascolto la radio, comprendo le notizie trasmesse nella mia lingua ma anche nelle altre lingue studiate a scuola. Conosco così le informazioni del mondo intero.
Grazie al braille sono uscito dall’ignoranza. Grazie al Centro di Togoville ho acquisito l’autonomia in tante cose e non ho più bisogno dell’aiuto costante di un vedente come un tempo. Ora posso comunicare con gli amici. E poi la cultura nel tempo e nello spazio mi è accessibile. Sono meno schiavo della cecità e ciò favorisce la mia integrazione nella società.
Sì, il braille è proprio il tesoro dei ciechi, una perla preziosa, un mezzo insostituibile, strumento indispensabile di speranza per un avvenire felice, possibile per i ciechi di ogni dove.
Togoville, dicembre 2001
Lokou Kokou Louis