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Martedì 27 aprile 2010 – Al pomeriggio ci rechiamo al villaggio di Blamakondji, dopo Vogan, a visitare la rivendita di petrolio di Matthieu. Ci vuole un’ora abbondante di macchina e, soprattutto nell’ultimo tratto, la strada è davvero sconnessa.Clicca sulle miniature per ingrandirle
Matthieu è cieco, ex allievo di Togoville. E’ fratello di Casimir, il ragazzo della cabina telefonica, e di Norbert, il liceale che mostrava la lavagna con gli appunti dei compagni vedenti.
Eravamo stati qui anche due anni fa. Ripetto ad allora, troviamo una semplice tettoia sopra la cisterna, chiusa tutto attorno da frasche di palma. Matthieu ha voluto proteggere, anche in questo modo, il suo tesoro.
L’attività continua ad andare molto bene, grazie al suo forte impegno e al pieno appoggio della famiglia. Non a caso assegneremo a lui, il giovedì successivo, il premio per il progetto di microcredito che meglio sta funzionando.
Quando arriviamo attorno alla cisterna non c’è quasi nessuno ma in breve tempo, attirati anche dai “regalini” di Stefania, si raduna una piccola folla, soprattutto di bambini. Da dove sono spuntati?
Torniamo a Togoville che è buio. Anche Matthieu viene con noi, per partecipare all’incontro del 29. Qui i trasporti sono complicati per tutti, tanto più per i ciechi: l’opportunità di un passaggio in auto non si può rifiutare, anche se mancano due giorni all’appuntamento.
Alla sera è in programma un incontro con gli insegnanti dell’istituto, a Kekeli Neva; in una piccola aula della scuola si tiene una specie di collegio dei docenti.
Emergono, come è normale, vari problemi e necessità ma anche la consapevolezza, e l’orgoglio, della strada percorsa.
Se oggi i nostri ragazzi ciechi frequentano con successo liceo ed università è anche grazie all’impegno, purtroppo mal pagato, di questi bravi educatori.