Sessanta 60 borse di studio per gli studenti ciechi, ma le richieste pervenute sono più del doppio.

Per l’avvio del nuovo anno scolastico abbiamo raccolto, come ogni anno, le richieste degli studenti ciechi in difficoltà che hanno bisogno di un supporto per frequentare le scuole superiori o l’università.

Molti provengono da villaggi lontani e devono vivere vicino alla scuola o all’università: devono quindi prendere in affitto una stanza, procurarsi un po’ di cibo ogni giorno, pagare le spese dei mototaxi per raggiungere la sede dei corsi perché, a parte le distanze, sarebbe molto complicato per chi non vede muoversi nelle caotiche strade delle città togolesi. Paghiamo anche le tasse universitarie o le rette delle scuole superiori, e formiamo quello che serve per studiare: libri braille o in audiolibro, carta e altro.

Per offrire il massimo di trasparenza verso tutti, abbiamo pubblicato due bandi; uno di 30 borse di studio per gli studenti universitari a cui diamo l’equivalente di 30 euro al mese, uno sempre di 30 borse di studio ai liceali 24 euro al mese: con questi soldi essi possono riuscire a vivere in autonomia, spostarsi e seguire le lezioni.

Con i nostri mezzi dovremmo riuscire, se tutto va bene, a mantenere questi impegni. Diciamo “se tutto va bene” perché i soldi necessari non ce li abbiamo ancora in cassa e speriamo di raccoglierli, tra donazioni e 5×1000, nei prossimi mesi.

Il problema è che le richieste che abbiamo avuto sono state molto più numerose, e questo ci sta mettendo in crisi: ben 90 le domande degli universitari non vedenti e oltre 60 quelle dei liceali. Quelle dei liceali sono di meno perché le richieste sono state organizzate, e in qualche modo filtrate, dai loro insegnanti e dai vari istituti per ciechi, mentre gli universitari si sono mossi in modo molto più autonomo.

Adesso i nostri referenti in Togo, in particolare il nostro rappresentante e coordinatore Moise Tchapo, stanno analizzando le richieste pervenute, ma non è facile decidere chi lasciare fuori. Le famiglie preferiscono puntare sugli altri fratelli e non spendono volentieri per far studiare i figli con disabilità, ma capire se veramente i soldi non ci sono o si aspetta che intervengano gli europei è molto molto complicato.

Purtroppo quest’anno, se non arrivano altri aiuti, dovremo lasciarne fuori in tanti.