Per i ciechi del Togo Bollettino informativo del Gruppo San Francesco d'Assisi di Barbarano Mossano www.grupposanfrancesco.org Aprile 2025 Sommario 1 Ai ciechi l'informatica può cambiare la vita. Ora anche per i nostri ragazzi del Togo - di Flavio Fogarolo 2 Venticinque computer attrezzati per i non vedenti sono in viaggio per il Togo - F.F. 3 Cosa possono fare i ciechi con il computer 4 Per Denise e Pauline torna la speranza 5 La difficile realtà dei ciechi adulti 6 Non è semplice curare gli occhi anche a chi non può pagare, ma solo così si può sconfiggere la cecità 7 Con le spese di funzionamento ridotte al minimo, tutto quello che viene donato va a destinazione Articolo numero 1 Obiettivo del viaggio era solo riorganizzarci per fare, senza Moise, quello che facevamo prima. Alla fine arriviamo a dare un computer a tutti gli studenti. Ai ciechi l'informatica può cambiare la vita. Ora anche per i nostri ragazzi del Togo Il mio viaggio in Togo di quest’anno è stato molto particolare perché vi sono tornato dopo il grave incidente stradale accorso l’anno scorso al nostro collaboratore in Togo Moïse Tchapo, deceduto il 23 ottobre. Bisognava riorganizzare le varie attività che da diversi anni seguiva solo lui e tenere nuovi contatti con tante persone sparse per tutto il Togo, in particolare con i responsabili delle varie scuole per non vedenti e con gli addetti dell'ambulatorio oculistico in funzione a Bassar, nel nord. Ho viaggiato assieme a Chantal, la sorella gemella di Moïse che vive abitualmente in Germania dove lavora da anni come infermiera. Chantal sapeva delle attività che svolgeva suo fratello per i non vedenti ed ha voluto venire come me per conoscere e incontrare le persone che lui aveva aiutato negli anni. Per lei questo viaggio è stato una continua ed emozionante scoperta. L'obiettivo principale del viaggio si può considerare raggiunto. Ho potuto ricostruire la rete dei rapporti incontrando direttamente tante persone e chiarendo compiti e organizzazione. Anche in Togo il telefono svolge un ruolo fondamentale nella comunicazione e, grazie a WhastApp, ora posso gestire direttamente molti rapporti anche dall'Italia. Quello che non mi sarei mai aspettato è che questo viaggio, che aveva al massimo lo scopo, se tutto andava bene, di far funzionare in qualche modo i servizi precedenti anche senza Moïse, si trasformasse in una insperata opportunità di rilancio. Prima di partire ho parlato a varie persone, attraverso Facebook e altri canali, dell'idea di dare anche agli studenti ciechi del Togo la possibilità di usare il computer, come i loro coetanei europei, ed è partita una rete di solidarietà che ha dato risultati che mai avrei anche solo sognato. Come raccontiamo nelle pagine interne, il sogno si sta avverando e 25 computer sono già in viaggio. E altri seguiranno. Vi raccontiamo anche della felicità di Denise e Pauline, alle quali dedichiamo la nostra copertina, che stanno sperimentando come un semplice telefono possa cambiare la vita. Flavio Fogarolo   Immagine di copertina: Denise e Pauline, molto contente, che imparano a usare il telefono Didascalia: Felicità è anche avere un telefono e imparare ad usarlo senza vedere Articolo numero 2 Sembrava un sogno ma lo stiamo realizzando davvero: offrire a tutti i nostri studenti ciechi l'accesso alle tecnologie informatiche Venticinque computer attrezzati per i non vedenti sono in viaggio per il Togo Da tempo pensavamo a come fare in modo che anche i ciechi del Togo potessero usare il computer, ma l'impresa sembrava troppo al di sopra delle possibilità di una piccola associazione come la nostra: gli studenti universitari sono decine e serve un computer a testa, ad uso personale, se si vuole che cambi davvero la situazione. Negli ultimi anni anche in Togo qualcuno ha cercato di dare ai ciechi questa possibilità fornendo dei computer e organizzando dei corsi, ma solo nella capitale è stato fatto qualcosa, nulla nel resto del paese. Quasi nessuno però può utilizzarlo in modo abituale e sono pochissimi quelli che hanno imparato davvero a fare qualcosa di utile. Tra i trenta a cui diamo la borsa di studio, solo uno usa abitualmente il computer. Durante il mio ultimo viaggio in Togo ho scoperto una cosa che mi ha fatto riflettere: tutti gli studenti ciechi che ho incontrato possiedono, e sanno usare, un telefono cellulare, tipo Android. In Togo c'è un grande smercio di tecnologie recuperate e sistemate, a prezzi abbordabili, e in qualche modo un telefono se lo possono permettere tutti. Certamente un computer è più complesso di un telefono ma anche usare lo smartphone, che non ha tasti a rilievo, non è uno scherzo per chi non vede. Eppure tutti hanno imparato a farlo, senza seguire corsi specifici e senza avere nessuno a cui chiedere spiegazioni. Mi son chiesto: vuoi vedere che se diamo loro il computer imparano ad usare anche quello? Sono talmente svegli e determinati che, anche se non al 100% come con il cellulare, in tanti ce la possono fare. E gli altri impareranno. Mentre ero in Togo un gruppo di insegnanti italiani, prevalentemente di sostegno, ha organizzato una campagna di supporto on line proprio per sostenere l'accesso all'informatica per i ciechi del Togo: ha avuto un esito eccezionale con oltre 6.000 euro raccolti. Grazie a questi aiuti il mese dopo abbiamo acquistato 25 computer portatili, tutti attrezzati con un programma per non vedenti con sintesi vocale in francese. Circa un terzo degli studenti sono ipovedenti: hanno anche loro bisogno della voce ma usano pure lo schermo, se adattato, e per loro abbiamo predisposto dei computer con video ingrandito, icone più grandi e puntatore del mouse ben visibile. Abbiamo procurato anche una ventina di borse da computer: se tutto funziona a dovere, e siamo convinti che sarà così, per gli studenti ciechi togolesi il computer diventerà, come per i coetanei europei, un compagno inseparabile, da portare ovunque, e una borsa idonea è indispensabile. Mentre scriviamo i computer sono in viaggio, via nave, per il Togo dove arriveranno entro aprile. Poi comincerà un'altra parte impegnativa perché, ovviamente, l’avventura non finisce qui: bisognerà distribuire i computer, sostenere gli studenti nella fase iniziale, fare dei brevi corsi, organizzare un servizio di supporto a distanza, superare eventuali problemi tecnici… ma ce la faremo! F. F Nella foto: Il gruppo di studenti ciechi che sosteniamo agli studi nell'Università della capitale Lomé. Un'altra decina sono nell'altra università, a Kara. Tutti avranno a breve il loro computer Articolo numero 3 Cosa possono fare i ciechi con il computer E perché è importante che possano farlo anche i nostri studenti in Togo Da qualche decennio le tecnologie informatiche stanno offrendo alle persone cieche delle opportunità che sembravano inimmaginabili nel campo dell'autonomia, della comunicazione e dell'accesso alla cultura, cambiando radicalmente la qualità della loro vita. Ma non ovunque, purtroppo. Per i ciechi del Togo, ma è così in quasi tutta l'Africa, non è cambiato praticamente nulla: quasi tutti leggono, scrivono, comunicano come si faceva da noi quarant'anni fa, con testi in braille solo su carta e quindi con possibilità di accesso alle informazioni estremamente ridotta e un sistema di comunicazione chiuso, destinato all'uso esclusivo di chi non vede. Questa situazione è particolarmente limitante per i giovani, soprattutto gli studenti universitari, non solo perché non riescono ad accedere, se non in minima parte, ai materiali di studio necessari ma anche perché, se ce la fanno a laurearsi, non riescono poi a inserirsi negli ambienti di lavoro nei quali è indispensabile condividere documenti e dati in formato digitale con i colleghi vedenti. In Italia i ciechi accedono al computer usando la sintesi vocale e, se conoscono questo codice, con un apparecchio apposito che riproduce in braille una riga del testo che appare sullo schermo. In Togo, ci limitiamo, almeno per adesso, a dare un normale computer con la sintesi vocale: i programmi necessari sono gratuiti e i computer si trovano a prezzi accessibili. Sarebbe troppo complicato, per i costi e la manutenzione, fornire lo strumento per il braille. Per scrivere con il computer i ciechi usano una normale tastiera ma devono imparare a memorizzare la posizione dei tasti. Nulla di impossibile, ma richiede un addestramento specifico. In tutti i computer spediti in Togo abbiamo installato un programmino in francese (si chiama ApprentiClavier) che aiuta chi non vede, con il supporto della voce, a esplorare la tastiera e a imparare a digitare in modo corretto e veloce. I telefoni cellulari nascono già pienamente accessibili ai non vedenti: sia con Android che con Iphone il programma necessario è presente fin dall'origine in tutti gli apparecchi e basta attivarlo. Bisogna, ovviamente, sapere come funziona ma, a giudicare dalla competenza e dalla velocità con cui anche in Togo tanti non vedenti usano questi telefoni, si tratta di programmi indubbiamente ben fatti ed efficaci.   Articolo numero 4 La cecità sopraggiunta aveva portato queste due studentesse alla disperazione: «La nostra vita era finita». In pochi mesi hanno imparato il braille e presto avranno un computer. A settembre riprenderanno gli studi. Per Denise e Pauline torna la speranza In Togo, a Dapaong, ho incontrato due studentesse diventate cieche da adulte che stanno imparando il braille per riprendere gli studi: Denise e Pauline. Denise ha perso completamente la vista mentre frequentava l’ultimo anno del corso triennale di agronomia all’università, due settimane prima della discussione della tesi. Con l'aiuto di un'amica, che l'ha aiutata a leggere i documenti, ha sostenuto l'esame ma poi per un anno si è chiusa in casa perché, dice, "La mia vita era finita, mi sentivo abbandonata da familiari e amici che dicevano che la cecità era tutta colpa mia, dei miei peccati e delle maledizioni". A settembre dell'anno scorso è entrata nel centro per non vedenti Sefrah e qui, dice, tutto è cambiato: «Ho visto che non ero solo io ad avere questi problemi, non ero sola! Mi hanno accolto a braccia aperte, mi hanno insegnato il braille e adesso so leggere e scrivere." Paoline racconta che pochi mesi dopo aver sostenuto l'esame di maturità ha avuto per quattro giorni un forte mal di testa e alla fine non vedeva più nulla. Anche per lei è crollato il mondo e per ben quattro anni non è uscita di casa. Adesso ha imparato il braille e riesce a leggere e scrivere. Denise vorrebbe riprendere gli studi all'università e conseguire la laurea specialistica in agronomia ma si rende conto, lei che l'università l'ha conosciuta, che sarà molto difficile superare gli esami avendo a disposizione solo un punteruolo con tavoletta per scrivere in braille. Pauline era ancora più perplessa. Nessuno aveva mai spiegato loro che anche senza vedere si possono usare gli strumenti informatici. Ho raccontato quante cose riesce a fare un non vedente con queste tecnologie e quanto è importante imparare ad usarle, e alla fine erano davvero caricate. Abbiamo già dato loro un telefono a testa e hanno già cominciato ad usarlo. Le testimonianze citate all'inizio di questo articolo mi sono state trasmesse da loro, in autonomia, con dei messaggi vocali rispondendo alle mie domande. Adesso Denise è super motivata e a settembre di sicuro riprenderà a studiare agronomia. Pauline non è da meno, ma deve ancora decidere quale sarà la sua facoltà. Di sicuro, per entrambe, la vita continua! F.F.   Foto a sinistra: Incontro con le due ragazze il 3 febbraio a Dapaong (da sinistra Denise, Flavio e Chantal, sorella di Moise). Foto al centro e qui sotto: Pauline e Denise hanno appena ricevuto il loro telefono.   Articolo numero 5 La difficile realtà dei ciechi adulti Quando vado in Togo incontro soprattutto bambini e ragazzi ciechi e con loro, nonostante i tanti problemi, prevale sempre la gioia di vivere. Con gli adulti è diverso e c'è spesso tanta sofferenza. Sono più di vent’anni che seguo le scuole per ciechi in Togo e, ovviamente, i bambini che ho incontrato allora non sono più tali. Qualcuno ha trovato un lavoro decoroso, altri ce la fanno grazie al supporto familiare, ma per tanti vivere senza nessun reddito è di fatto una tragedia. Quest'anno ho incontrato (o, meglio, ritrovati perché conoscevo tutti da tanto tempo) tre situazioni penose. Ci sono due non vedenti, marito e moglie, che hanno tre figli. Vivono realizzando dei capi di abbigliamento per neonati con una macchina di maglieria fornita anni fa grazie a un progetto. È incredibile cosa sa fare lui senza vedere, anche accostando i colori perché riesce a riconoscere al tatto i diversi filati. Il problema è che, con il caldo che fa qui, la richiesta di capi in maglieria, anche se di cotone, è veramente scarsa. Chiedono aiuto per mandare i figli a scuola. Poi c'è una donna cieca che sta crescendo, praticamente da sola, sei figli. Ricordo che era brava a scuola ed è stata allora la prima ragazza cieca che si è diplomata superando il BAC. Prima di lei tutte le ragazze a un certo punto venivano ritirate dai genitori che dicevano che avevano studiato abbastanza. Si è iscritta all’università ma dopo un po’ è rimasta incinta e addio agli studi. Vive producendo da sé delle pomate per i massaggi che vende al mercato, ma gli affari non sono un granché. Chiede aiuto per far studiare il figlio più grande, di 14 anni, che va bene a scuola ma lei non riesce a pagare le spese. Poi ho incontrato due fratelli non vedenti per i quali quasi vent’anni fa avevamo attivato un progetto di microcredito per vendere petrolio di illuminazione nel loro villaggio. Tutto funzionava abbastanza bene, e consentiva loro di vivere decentemente, finché non è arrivata anche lì la corrente elettrica e hanno perso tutti i clienti. Adesso sopravvivono con una piccola attività commerciale. Mi hanno chiesto aiuto per pagare le spese mediche per la moglie del più giovane che è incinta e deve essere operata per rimuovere un fibroma. Qui in ospedale si paga tutto e hanno chiesto per l’intervento 250.000 F CFA, corrispondenti a quasi 400 euro. Una somma così credo che non l’abbiano mai vista. Abbiamo dato loro, ovviamente, quello che serviva e l'operazione è stata fatta regolarmente. Per gli artigiani della maglieria abbiamo trovato una famiglia che si prende cura di loro. Speriamo di sistemare anche la mamma con sei bambini. Le spese sanitarie qui sono sempre un problema: si paga tutto e tanti non si curano proprio. Solo questo mese siamo intervenuti, con cifre minori per fortuna, su altre tre situazioni di emergenza.   Articolo numero 6 Il nostro ambulatorio oculistico di Bassar accoglie tutti Non è semplice curare gli occhi anche a chi non può pagare, ma solo così si può sconfiggere la cecità L'ambulatorio oculistico di Bassar è indubbiamente, tra quelle che abbiamo attivato in Togo, l'iniziativa che più di tutte risente della recente scomparsa del nostro referente Moïse. Lui coordinava, assieme a noi, anche le attività a supporto degli studenti e teneva i contatti con le scuole, ma questo centro era, sotto ogni punto di vista, una sua creatura e lui si occupava di tutto, dai contatti con i medici e i pazienti, alla fornitura delle medicine e delle attrezzature. E senza di lui stava veramente rischiando la paralisi totale. Adesso, anche se a fatica, sta ripartendo ma il problema grosso è che questo è nato, e vuole rimanere, un servizio sociale che accoglie tutti, anche chi non può pagare la visita dell'oculista e le medicine, perché solo così in un paese povero come questo, dove le cure mediche sono tutte a pagamento, si può sperare di ridurre le cecità. Abbiamo un centro oculistico davvero ben attrezzato, anche con sala operatoria per le cateratte, ma se nessuno paga ovviamente non può stare in piedi. Moïse in qualche modo è riuscito a far quadrare i conti, anche lasciando debiti purtroppo, ma ora è indispensabile trovare un canale di finanziamento regolare se si vuole continuare. Adesso abbiamo preso in carico, come gruppo San Francesco, gli stipendi del personale di base (un contabile, due infermiere e due guardiani) ma servirebbe un oculista regolare. C'è un medico in pensione che viene praticamente gratis, ma solo poche volte al mese e non basta per tutti. Foto: La sala d’aspetto piena di gente. Didascalia: quando c'è il medico la sala d'aspetto è sempre strapiena. I bisogni sono tanti e dobbiamo riuscire a far funzionare più regolarmente questo ambulatorio.   Nel 2024 abbiamo inviato in Togo oltre 70.000 euro, in denaro o materiale. Con le spese di funzionamento ridotte al minimo, tutto quello che viene donato va a destinazione Il nostro rendiconto finanziario annuale è abbastanza semplice: come entrate abbiamo donazioni di privati, davvero generose, la nostra lotteria, il 5x1000 e le quote associative. Alla voce uscite abbiamo due voci principali: il finanziamento dei nostri interventi in Togo (69.389 euro) e 1.573 euro di spese di funzionamento relative quasi tutte alla stampa e ai costi di distribuzione dei tre numeri annuali di questo piccolo notiziario. Come dire che le donazioni che riceviamo vanno praticamente tutte (al 98% per l'esattezza) a destinazione. Noi non abbiamo costi per affitti, personale, attrezzature e operiamo in puro spirito di volontariato. In quasi trent'anni di vita della nostra associazione nessun socio ha mai richiesto neppure il rimborso delle spese di viaggio, anche se ammesse dallo statuto. Con i quasi 70.000 euro mandati in Togo nel 2024 abbiamo fatto funzionare la stamperia braille con 2 dipendenti e una sede in affitto nella capitale, dato una regolare borsa di studio a 30 studenti universitari ciechi e ad altrettanti liceali di famiglie povere affinché potessero risiedere in città, abbiamo speso quasi 9.000 euro di carta braille e spedito tanto materiale didattico, abbiamo finanziato 6 scuole per ciechi, e curato agli occhi tante persone bisognose.   Immagini Come è ripartito il nostro rendiconto economico dell'anno scorso Grafico a torta Entrate. Donazioni 76%, 5x1000 12%, Lotteria 11%, Quote associative 1%. Grafico a torta Uscite. Interventi in Togo 98%, Spese di funzionamento 2% ----------------------- Come aiutarci: Potete inviare le vostre donazioni: - Presso gli uffici postali con bollettino di C.C.P. n. 18 88 33 55 intestato a “Gruppo S. 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