Per i ciechi del Togo

 

Bollettino informativo del Gruppo San Francesco d'Assisi di Barbarano Mossano

 

www.grupposanfrancesco.org

 

Dicembre 2024   

 

 

Sommario

 

1 Ci ha lasciati Moïse, nostro braccio destro in Togo e coordinatore delle nostre attività per i non vedenti - di Flavio Fogarolo

 

2 Ora aiutiamo davvero i ciechi di tutto il Togo - F.F.

 

3 Il Movimento Apostolico Ciechi ricorda Moïse. Seguire l’esempio da lui lasciato è il miglior modo per onorarne la memoria

 

4 Miadogo, Moïse! - Di Chiara Onger

 

5 Madre e due figlie impiccate: la cecità può uccidere, ma il vero problema è la povertà! - di Moïse Tchapo 

 

6 Un sogno che è diventato realtà: curare gli occhi a tutti, anche a chi non può pagare

 

7 Altre due studentesse, diventate cieche da poco, hanno bisogno di imparare il braille

 

8 Ora siamo ODV,non più ONLUS

 

9 Buon Natale

 

 

Articolo numero 1

 

Una grave perdita per la nostra associazione

 

Ci ha lasciati Moïse, nostro braccio destro in Togo e coordinatore delle nostre attività per i non vedenti

 

Il 23 ottobre, due mesi dopo l'incidente stradale in cui era rimasto ferito, è deceduto Moïse Allassan Tchapo, da undici anni nostro rappresentante in Togo e prezioso coordinatore delle nostre attività a sostegno dei non vedenti.

Per noi è una perdita molto grave, oltre che dolorosa, perché Moïse gestiva, con  passione e oculatezza, i supporti alle scuole per non vedenti e gli studenti universitari ed è stato grazie al suo impegno che abbiamo esteso i nostri interventi all'intero territorio del Togo.

Lui sapeva bene cosa vuol dire essere cieco perché circa 15 anni fa aveva perso completamente la vista che ha però recuperato, tre anni dopo, grazie a un delicato intervento chirurgico in Germania. Da allora ha deciso che avrebbe aiutato i ciechi del suo paese meno fortunati di lui, e l'ha fatto veramente.

Non si è limitato a sostenere, assieme a noi, l'istruzione dei ragazzi ciechi ma si è impegnato anche in campo sanitario per prevenire la cecità, arrivando in pochi anni, partendo da zero, a costruire e far funzionare un ambulatorio oculistico in una zona del Togo dove non esisteva nulla del genere.

In questo ambito noi del Gruppo San Francesco l'abbiamo sostenuto soprattutto a livello organizzativo, aiutandolo a cercare i finanziamenti in  Italia, ma per il resto tutto è stato realizzato da lui, grazie al suo impegno ma anche a delle innegabili doti imprenditoriali.

Adesso, passati i giorni del dolore, è giunto il momento di pensare a come andare avanti anche senza di lui. Non sarà per nulla facile, ovviamente, perché  non abbiamo in Togo un altro Moïse e l'unica soluzione possibile, per adesso, è quella di individuare più persone che possano svolgere ruoli diversi, operativi o di gestione, e di mantenere con tutti contatti regolari dall'Italia. La possibilità di comunicare con il Togo è nettamente migliorata rispetto a qualche anno fa e tante cose si oggi si possono fare a distanza.

Anche per questo, siamo fiduciosi.

Termino quindi ripetendo le parole con cui ho concluso il saluto a Moïse che ho mandato in Togo e che è stato letto in chiesa durante il suo funerale:

Riposa in Pace, Moïse!

Noi no, noi non riposeremo: noi continueremo ad impegnarci, e a lottare se serve, perché quello che tu hai realizzato con tanto amore e passione in questi anni continui a vivere e funzionare.

Flavio Fogarolo

 

Articolo numero 2

 

È un Paese piccolo, ma non certo minuscolo: qui i ciechi sono tanti e intervenire in tutte le regioni non è per nulla semplice. Grazie anche a Moïse, adesso siamo veramente ovunque.

 

Ora aiutiamo davvero i ciechi di tutto il Togo

 

Sette anni fa, nel 2017, la nostra associazione ha rivisto le priorità dei suoi interventi a favore dei ragazzi ciechi del Togo e ha cominciato a occuparsi anche di quelli delle zone interne.

Fino ad allora di quel paese conoscevo solo la capitale e poche zone a sud, vicine all'oceano. Con Moïse sono arrivato fino all'estremo nord e ho potuto incontrare tante persone e conoscere tutte le scuole che, alcune tra mille difficoltà, operano in Togo per l'istruzione dei non vedenti.

Abbiamo conosciuto delle strutture davvero molto povere, in tutti i sensi, altre ben organizzate anche se i problemi erano ovunque tanti.

La nostra piccola associazione non avrebbe mai potuto aiutare tutti in modo indiscriminato ed era quindi indispensabile capire bene dove intervenire.

Questo è il lavoro che da allora ha svolto indefessamente Moïse, creando in breve tempo, a distanza, una rete di contatti molto efficace. Oggi i ciechi di tutto il Togo, da nord a sud, sanno che se ci sono seri problemi noi ci siamo e qualcosa possiamo fare.

Tante scuole non avevano neppure la carta per scrivere in braille e adesso la forniamo a tutti. Se mancano gli strumenti didattici glieli procuriamo. Se le famiglie di alcuni ragazzi non riescono a pagare il contributo per la mensa della scuola interveniamo noi. Alle scuole più povere, che non hanno gli insegnanti necessari, paghiamo noi, per un po' di tempo, qualche stipendio. Adesso dobbiamo fare tutto senza Moïse ma la rete c'è e funziona, e ce la faremo.

F. F.

 

Nella foto:

Il 2 novembre un gruppo di studenti e insegnanti ciechi, giunti da tutto il Togo, era presente al funerale di Moïse. Alcuni hanno fatto oltre cinque ore di autobus per esserci.

 

 

Articolo numero 3

 

Il Movimento Apostolico Ciechi ricorda Moïse

 

Seguire l’esempio da lui lasciato è il miglior modo per onorarne la memoria

 

È tornato alla casa del Padre Moïse Allassan Tchapo, amato e apprezzato collaboratore del MAC in Togo.

Ha proseguito il lavoro di Padre Gilli a sostegno degli studenti ciechi del Togo  e a Bassar ha promosso la realizzazione dell’ambulatorio oculistico "Difiidi" offrendo la possibilità di cure mediche gratuite a tantissime persone indigenti.

Il fatto che fosse proprio un laico del luogo ad avviare e animare iniziative per la prevenzione della cecità e l’istruzione dei non vedenti del Togo ci ha riempito il cuore di gioia. Anche per questo il MAC ha sempre sostenuto le attività promosse da Moïse; un sostegno che, con la sua morte, non verrà meno ma sarà ancora più intenso: seguire l’esempio che ci ha lasciato Moïse è il miglior modo per onorarne la memoria!

Grazie Signore per averci fatto dono della persona di Moïse; accoglilo nelle Tue Braccia Misericordiose.

Grazie Moïse per quanto hai fatto per i tuoi concittadini del Togo! Da lassù sostienici nel camminare a fianco degli ultimi della tua terra.

 

Articolo numero 4

 

Miadogo, Moïse !

 

La nostra socia Chiara, che è stata più volte in Togo e ha trascorso anche dei mesi con i bambini ciechi, ci racconta il suo rapporto con Moïse e lo saluta in lingua Ewé: Miadogo, arrivederci!

 

Ho conosciuto Moïse nell’ottobre del 2015, la prima volta che mi sono recata in Togo per l’Associazione Gruppo San Francesco, la prima volta per me nell’Africa subsahariana. 

Tutto era nuovo e sconosciuto: le modalità di relazione con le persone, il modo di scandire le giornate, il cibo, le scuole, l’organizzazione della società, le lingue locali. Sono rimasta là per quasi tre mesi e, se sono riuscita ad entrare in autentico contatto con il Togo e le persone togolesi, lo devo proprio a Moïse .

Ogni giorno c’era qualcuno da aiutare, da ascoltare, da supportare e certamente qualche ingiustizia da affrontare; lui era sempre lì, in prima linea, con la sua umanità, la sua dedizione, la sua volontà e il suo coraggio.

Quell’anno, durante il viaggio che abbiamo fatto verso il Nord del Paese, visitando le scuole per non vedenti, mi confidò di avere un grande sogno e di essere molto determinato a realizzarlo: costruire un centro oftalmico a Bassar, la sua città d’origine. In questo modo avrebbe potuto aiutare le persone che perdevano la vista, o addirittura morivano, a causa di malattie e infezioni agli occhi che sarebbero state facilmente curabili con la giusta attrezzatura e i giusti mezzi.

Dopo quell’esperienza sono tornata in Togo svariate volte per l’annuale viaggio con Flavio. Moïse ogni volta, ci ha aiutato, accogliendoci a casa sua, conducendoci dove più c’era bisogno, mediando, traducendo e facendo molto altro.

Sono davvero onorata di averti conosciuto, amico mio, e di aver condiviso con te questa parte di vita. Continuerò a portarti nel mio cuore, insieme a tutti quei preziosi momenti condivisi, come quella sera, intorno al fuoco, a danzare di felicità dopo l’inaugurazione del Centro per il quale hai tanto lavorato. Sì, perché il tuo sogno sei riuscito a tradurlo in realtà e hai curato davvero tante persone.

Buon viaggio Moïse. Miadogo!

Chiara Onger

 

Nella foto: Chiara in Togo tra i bambini ciechi. A destra, con la maglietta rossa, c'è Moise.

 

 

Articolo numero 5

 

Madre e due figlie impiccate: la cecità può uccidere, ma il vero problema è la povertà

 

Questa terribile storia ha sconvolto Moïse nove anni fa e l'ha spinto a intervenire con tutte le sue forze per curare gli occhi anche a chi non poteva pagare. La riproponiamo con le sue stesse parole di allora.

 

Sono affranto per quello che mi è successo ieri. Mi è stato chiesto di intervenire per una famiglia in grande difficoltà nel villaggio di Assikor, a 20 Km da qui. Sono andato e le ho conosciute: madre vedova di 43 anni con due figlie cieche, una grande di 20 e una piccola di 8 anni.

Tre anni fa, nel 2012, la piccola, si è svegliata una mattina con gli occhi molto rossi e irritati. La mamma non aveva soldi per il medico così ha aspettato cinque giorni per la prima visita. Le hanno prescritto delle medicine che costavano 4.500 franchi (circa 7€) ma dopo 4 giorni ne aveva raccolti la metà. Non ha mai potuto curare davvero la piccola che dopo poche settimane è diventata cieca.

Ma non è finita. L'anno scorso, nel 2014, la figlia maggiore Akosse stava cercando legna da ardere quando ha ricevuto un colpo con un bastone all'occhio destro; una brutta ferita e l’occhio ha cominciato a gonfiarsi. La madre l’ha portata in un centro medico sociale: le hanno chiesto 2.500 franchi per la visita (quasi 4€) e quelli è riuscita a pagarli. Poi servivano 28.000 franchi per le analisi e 3.200 per delle medicine urgenti, per calmare un po' il dolore, circa 50€ in tutto. Ma i soldi erano finiti.

«Sono tornata più volte - racconta la madre - ho trascorso lì un giorno e una notte interi. Ho supplicato, chiesto che mi facessero credito, avrei pagato un po' alla volta. Ma niente da fare». Alla fine, piena di vergogna, ha smesso di insistere e si è rivolta a un guaritore vudù e in poche settimane anche Akosse ha perso entrambi gli occhi.

C’era tanta, tanta disperazione in quella famiglia. Piangendo, la figlia maggiore, mi ha detto: «Siamo state abbandonate da tutti. L’intero villaggio, compresi i parenti, trattano mia mamma come una strega; pensano che quello che è successo sia tutta colpa sua».

Ho promesso il mio interessamento, ho detto che le ragazze avrebbero potuto andare a scuola, che in Togo ci sono tanti ciechi che vivono serenamente. Ne avrei parlato con i partner italiani, di sicuro qualcosa si poteva fare.

La madre mi ha salutato dicendo: «Se torni domani e ci trovi, va bene». Ma la notte si sono impiccate, tutte e tre. Sono morte per la disperazione, per una banale infezione. Sono morte per la povertà.

Cari amici, son qui che piango, ho le lacrime agli occhi. Il funerale è oggi pomeriggio, le seppelliscono subito. Io non ci sarò, non me la sento di andare.

 

Moïse Tchapo - aprile 2015

 

 

Articolo numero 6

 

Moise inizia a curare gli occhi con pochi mezzi, con visite oculistiche anche all'aperto, sotto gli alberi. Ma dopo pochi anni viene costruito un vero ambulatorio.

 

Un sogno che è diventato realtà: curare gli occhi a tutti, anche a chi non può pagare

 

Profondamente colpito dalla tragedia delle tre donne che si sono impiccate a causa della cecità (raccontata da lui stesso qui a fianco) Moïse si lancia sulle iniziative di tipo sanitario anche se deve partire totalmente da zero.

Nel  2016 organizza, grazie a un finanziamento ricevuto dall’Italia, il primo servizio oculistico itinerante, con strumenti presi a noleggio, proprio nel villaggio di Assikor, dove erano morte le tre povere donne l’anno prima: le visite oculistiche si tengono anche all’aperto, sotto agli alberi. Decine di persone vengono visitate e venti ricevono medicine e occhiali gratis. Non è molto, ma la strada è quella giusta!

Nel 2017 l’iniziativa viene replicata ma si sposta nella zona di Bassar, nel nord del Togo, e qui i numeri esplodono: 918 persone visitate, tra cui 343 bambini. A cinquanta pazienti sono stati riscontrati problemi rilevanti e inviati, sempre gratuitamente, per accertamenti specifici in centri specializzati. Sessanta saranno in seguito operati e un centinaio riceveranno gli occhiali gratis. 

L’esperienza si è ripetuta nel 2018 e nel 2019, sempre con oltre 1000 persone visitate ogni anno.

Per realizzare queste iniziative in modo gratuito servivano naturalmente dei finanziamenti e Moïse ha iniziato a chiedere aiuti a tanti enti, ditte e singole persone, soprattutto in Italia, approfittando anche dei viaggi che riusciva a fare quasi ogni anno. Per dire quanto fosse determinato in queste ricerche basti pensare che da solo si è messo a studiare l’italiano, senza frequentare corsi o lezioni, e in pochi anni è arrivato a parlarlo molto bene, a conversare agevolmente con tutti e tenere anche interventi in pubblico. 

Ma il servizio temporaneo, una volta all’anno, offerto dalle campagne itineranti non poteva bastare. I bisogni erano tanti e serviva una struttura stabile, sempre aperta e disponibile. 

Nel 2019 si inizia a costruire un vero ambulatorio. Tutto prende il via grazie ad una donazione della famiglia Ceola di Malo (Vicenza). La comunità del villaggio vicino mette a disposizione il terreno e nel mese di settembre del 2019 iniziano i lavori di costruzione. Molti aiuti arrivano dall'Italia: interviene la Caritas Antoniana di Padova, l’Unione Italiana Ciechi, la sezione italiana dell’Agenzia per la prevenzione della cecità dell'ONU, il MAC - Movimento Apostolico Ciechi.

Nel settembre 2020, un anno dopo l’inizio dei lavori, l’edificio è finito, sono arrivati gli apparecchi per le diagnosi, le medicine nella farmacia, una scorta di lenti e di occhiali, e l’ambulatorio inizia a funzionare. L'anno dopo è stato aggiunto anche l'edificio del blocco operatorio e si operano qui anche le cateratte. 

L’ambulatorio si chiama Difiidi che in lingua locale significa Salvataggio: il salvataggio che era stato negato alle tre donne che si erano impiccate per la disperazione cinque anni prima. Qui a nessuno sono mai state rifiutate cure o medicine perché non aveva i soldi per pagare.

 

Nellea foto:

 

A sinistra: visite oculistiche all'aperto durante le prime campagne di prevenzione con l'ambulatorio itinerante.

Qui sopra:  l'ambulatorio oculistico entra in funzione a Bassar il 20 settembre 2020.

 

Articolo numero 7

 

Anche quest'anno paghiamo lo stipendio a un insegnante in più a Dapaong

 

Altre due studentesse, diventate cieche da poco, hanno bisogno di imparare il braille

 

In Italia è molto raro accogliere nelle scuole dei ragazzi che hanno perso la vista da poco e si trovano a dover cambiare il loro modo di leggere e studiare, ma in Togo è abbastanza frequente tanto che in tutte le scuole che visitiamo troviamo sempre una classe, che chiamano di alphabétisation, destinata proprio a loro. Ospita da 1 a 4 allievi, secondo gli anni, che  frequentavano regolarmente la scuola comune ma che hanno dovuto interrompere gli studi perché non ci vedevano più. In un anno imparano a scrivere e leggere in braille e acquisiscono un discreto livello di autonomia che consentirà loro di tornare a frequentare la scuola di prima. Questo può dare l'idea di quanto diffuse siano, purtroppo, in Togo le patologie oculari e come colpiscano anche i giovani.

La scuola per ciechi SEFRAH di Dapaong, all'estremo nord del Togo,  ha 3 insegnanti in tutto, ma le classi della primaria sono 6 e non bastano, quindi, neppure per i bambini. Impossibile per loro organizzare la classe di alphabétisation.

Già l'anno scorso siamo intervenuti  facendo assumere un insegnante per Monique, una ragazza che ora  è tornata a frequentare la sua classe al liceo.

Adesso c'è Dénise, una studentessa universitaria che stava consegnando la tesi per laurearsi in agronomia ma quando ha perso del tutto la vista ha dovuto fermarsi.

Poi è arrivata Pauline: lei era diventata completamente cieca nel 2019, mentre frequentava l'ultimo anno della scuola secondaria che in qualche modo è riuscita a completare conseguendo il diploma. Poi però si è chiusa in casa senza fare più nulla e adesso ha deciso di rimettersi in gioco e imparare quindi a leggere e scrivere anche senza vedere.

Il loro insegnante di braille è il signor Bonadi Kossi, lo stesso che aveva seguito con successo Monique l'anno scorso e che è stato riconfermato. Il suo stipendio è pagato anche quest'anno dalla nostra associazione.

 

Nelle foto:

A sinistra Dénise, quasi laureata in Agronomia, a destra Pauline, già diplomata. Entrambe sono diventate cieche da adulte e sono tornate sui banchi di scuola per imparare a leggere e scrivere in braille. Mai arrendersi, la vita continua!

 

 

Articolo numero 8

 

Ora siamo ODV,non più ONLUS

 

Abbiamo concluso le procedure necessarie presso il Registro del Terzo Settore e adesso il Gruppo San Francesco d'Assisi è diventato formalmente una ODV, ossia Or­ga­nizzazione Di Volontariato, non  più una ONLUS.

Per voi non cambia nulla, per noi qualche adempimento burocratico in più, ma nulla di grave. Le donazioni possono essere detratte dalla denuncia dei redditi, come prima, e possiamo ricevere il 5x1000 (il numero di Codice Fiscale è sempre lo stesso), come prima.

A proposito di 5x1000, ci fa piacere segnalare che anche quest'anno le adesioni alla nostra associazione sono cresciute: sono state 378 le persone che hanno scelto di destinare il loro 5x1000 ai bambini ciechi del Togo, con una preziosa entrata di 9.326 euro. Grazie!

 

Articolo numero 9

 

Buon Natale

 

Prestami la tua luce.

Tutto impallidisce.

Lo spirito trema.

Cade l'ultima stella

e morendo mi chiama

lontano dal dolce

martirio del mondo.

Prestami la tua luce.

Io devo andare.

 

Urbana Carezzoli. Da "Il mio canto" 1990

 

Buon Natale dal Gruppo San Francesco d’Assisi

 

Immagine: Natività. Dipinto murale nel santuario Notre Dame du Lac a Togoville (Togo)

 

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Potete inviare le vostre donazioni:

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Gruppo S. Francesco d'Assisi

Associazione di solidarietà per i ciechi del Togo - ONLUS

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