Per i ciechi del Togo Bollettino del Gruppo San Francesco d'Assisi di Barbarano Mossano www.grupposanfrancesco.org Aprile 2023 Sommario 1 SAbbiamo superato un anno difficile ma ora ripartiamo con fiducia: ridurremo le spese ma non tutto si può tagliare - di Flavio Fogarolo 2 Un grande grazie alle 348 persone che hanno destinato ai ciechi del Togo il loro 5x1000 3 Il MAC ha dedicato ai ragazzi ciechi del Togo le iniziative di solidarietà quaresimali del 2022 4 Abbiamo ripreso a spedire materiale in Togo. Ecco cosa può servire 5 Studiano ma non possono sostenere gli esami perché ricevono il compito da svolgere in fotocopia 6 Per prima cosa serve una stampante braille - di Moïse A. Tchapo 7 Serve sempre tanta carta! 8 Scoprire la cucina del Togo: tutto cotto a fuoco vivo e senza nessuna fretta!- di Chiara Onger 9 Arrivano i lampioni solari Articolo numero 1 Abbiamo superato un anno difficile ma ora ripartiamo con fiducia: ridurremo le spese ma non tutto si può tagliare Abbiamo iniziato il 2023 con ottimismo grazie ad un supporto straordinario ricevuto dal MAC - Movimento Apostolico Ciechi (ne parliamo all'articolo n. 3) che ci ha consentito di superare la pesante crisi di cassa che abbiamo registrato l'anno scorso, quando abbiamo dovuto sospendere l'erogazione delle borse di studio agli studenti e in tanti sono andati veramente in panico. Adesso i nostri conti dovrebbero essere più solidi anche se, ma questo lo sapevamo, quello del MAC è un supporto una tantum e adesso dovremo proseguire con le nostre forze. Abbiamo dovuto rivedere le nostre priorità tagliando quello che si poteva ma tenendo sempre fede alla regola che da tanti anni ci siamo dati: quando si incontrano reali situazioni di bisogno non ci si tira mai indietro. Un impegno che ci siamo posti da alcuni anni è quello di fornire la carta per scrivere in braille a tutti i ragazzi ciechi: è un obiettivo che anno dopo anno diventa più complicato da realizzare perché questa carta costa sempre di più e quelli che ce la chiedono aumentano in continuazione anche perché i pochi che potevano acquistarsela fanno sempre più fatica a pagarla. Ma possiamo lasciare senza carta gli studenti ciechi che tutti i giorni vanno a lezione all'università e prendono in questo modo gli appunti da studiare? O i bambini della primaria che hanno appena imparato a scrivere e che per diventare bravi davvero devono per forza esercitarsi tutti i giorni? Ecco perché quella della carta non è una spesa che ci sentiamo di tagliare. Nelle pagine interne di questo nostro giornalino vi parliamo dei problemi degli studenti ciechi dell'università di Kara che non hanno neppure chi prepara loro la versione in braille dei compiti per gli esami che quindi non possono sostenere. Dobbiamo intervenire anche lì: serve una stampante braille e sarà una spesa impegnativa ma, per fortuna, almeno non si ripeterà negli anni successivi e in questo caso anche i contribuiti una tantum sono preziosi. Prezioso è in ogni caso il vostro supporto senza il quale nulla potremmo fare. Flavio Fogarolo Articolo numero 2 L'anno scorso abbiamo ricevuto gli importi relativi alle denunce dei redditi del 2021registrando l'importo massimo degli ultimi anni. Un grande grazie alle 348 persone che hanno destinato ai ciechi del Togo il loro 5x1000 L'anno scorso ci sono stati accreditati dall'Agenzia delle Entrate 8.604 euro per il 5x1000, corrispondenti a 348 scelte espresse dai contribuenti nella loro denuncia dei redditi nell'anno precedente, ossia nel 2021. Per una piccola associazione come la nostra che, a parte il giornalino che avete in mano, non investe in pubblicità o altro, è un buon risultato, tra l'altro in crescita, anche se modesta, rispetto agli anni precedenti. Come si può vedere dal grafico in questa pagina, sono tre anni che superiamo regolarmente gli 8.000 euro. Il 5x1000 rappresenta circa il 20% delle nostre entrate ed è fondamentale per consentirci di continuare ad intervenire in Togo come stiamo facendo da tanti anni consentendo di studiare con una borsa di studio oltre 60 studenti, aiutando con materiale didattico e contributi 6 scuole per non vedenti e facendo funzionare una stamperia braille che fornisce agli studenti universitari centinaia di volumi ogni anno. Nel 2022 abbiamo inviato per sostenere l'istruzione dei ragazzi ciechi oltre 45.000 euro in contanti, materiali a parte, raccolti soprattutto grazie alle vostre donazioni, ma anche il 5x1000 e la lotteria di fine anno danno, come sempre, un contributo determinante. Articolo numero 3 Un grande aiuto dal Movimento Apostolico Ciechi, l'associazione dei ciechi cattolici italiani. Il MAC ha dedicato ai ragazzi ciechi del Togo le iniziative di solidarietà quaresimali del 2022 Il Movimento Apostolico Ciechi è da tempo impegnato a sostenere iniziative di solidarietà destinate ai non vedenti dei paesi poveri del mondo e da anni organizza due speciali raccolte fondi, rivolte ai soci ma anche alle parrocchie collegate, per sostenere progetti specifici, una in quaresima e l'altra in ottobre per il mese missionario. La campagna di quaresima dell'anno scorso era destinata ai ragazzi ciechi del Togo attraverso le iniziative promosse dalla nostra associazione, che il MAC conosce da tempo. Con lo slogan "Chiedono solo di poter studiare!" erano state lanciate una serie di proposte concrete che hanno avuto pieno successo tanto che è stato superato l'obiettivo previsto, molto ottimista, di 18.000 euro. In tutto sono stati raccolti 18.500 euro, già versati direttamente in Togo al PINV, il progetto operativo che gestisce gli interventi e che fino ad oggi abbiamo sempre finanziato solo noi. Questo aiuto del MAC ci consente di guardare con fiducia al prossimo futuro. Sappiamo che è un supporto una tantum ma grazie ad esso ora possiamo pianificare gli interventi senza sentirci con l'acqua alla gola. Immagine della facciata del volantino del MAC a sostegno della raccolta fondi straordinaria per i ragazzi del Togo. Viene ripreso il testo del volantino che riporta una frase di Padre Fabio Gilli, il missionario comboniano che per anni ha sostenuto i ciechi in Togo: Ricordando Padre Fabio Gilli Quando sono tornato in Togo, dopo aver perso la vista, ho subito pensato ai tanti bambini ciechi che vivevano nei villaggi e a cui prima non avevo mai fatto caso. Mi son detto: com'ero cieco quando ci vedevo! Padre Fabio Gilli, missionario comboniano non vedente Articolo numero 4 Abbiamo ripreso a spedire materiale in Togo. Ecco cosa può servire Anni fa spedivamo in Togo un container all'anno ma poi i costi sono diventati insostenibili per noi, in ogni caso sproporzionati rispetto al valore di quello che si riusciva a mandare. Ora abbiamo ripreso a spedire qualcosa grazie all'iniziativa di alcuni immigrati togolesi che vivono da noi, qui a Vicenza, e si sono organizzati a mandare assieme del materiale a parenti e conoscenti. Si inviano singoli colli, scatoloni o altro, e non ci sono sorprese con la dogana quando arrivano a destinazione. Il costo del trasporto dipende dal volume per cui tutto quello che ha dimensioni contenute si può inviare senza troppi problemi, purché ovviamente sia davvero utile in Africa. Ci chiedono soprattutto occhiali usati, da vista o da sole, in buono stato, per poter recuperare almeno la montatura. Sono importanti i telefoni cellulari, anche di vecchio tipo, purché funzionanti o riparabili, molto utili per far uscire dall'isolamento tanti ciechi; meglio gli smartphone che hanno già la sintesi vocale e possono essere adattati facilmente per chi non vede. Ma anche computer funzionanti, macchine da cucire, materiale didattico… Se avete qualcosa che pensate possa essere utile scrivete a info@grupposanfrancesco.org o telefonate al n. 0444 1270194. Articolo numero 5 Gli studenti ciechi dell'università di Kara si sentono abbandonati: nessun servizio di supporto o trascrizione braille, neppure agli esami. Studiano ma non possono sostenere gli esami perché ricevono il compito da svolgere in fotocopia In Togo ci sono due università, una nella capitale Lomé a sud, in riva all'oceano, l'altra nella città di Karà, al nord. In entrambe ci sono alcune decine di studenti non vedenti a cui la nostra associazione, tramite il PINV, Progetto di Integrazione dei Non Vedenti del Togo che abbiamo istituito, fornisce supporti di vario tipo: libri in braille o registrati, carta braille per prendere appunti e una borsa di studio per circa 30 di loro particolarmente bisognosi. Ma anche le università devono dare a loro un supporto anche perché nei momenti degli esami, quando bisogna fornire la versione in braille delle prove da sostenere, i testi non possono ovviamente uscire dall'università e il nostro servizio non può quindi stampare le versioni braille. Ora mentre a Lomé funziona da anni dentro all'università un ufficio che si occupa di queste cose, con stampante braille e quello che serve, a Kara non c'è nulla del genere. C'era un insegnante itinerante in pensione che trascriveva i compiti a mano e tornava dopo per decodificare quello che avevano prodotto gli studenti in modo che i professori potessero valutare i loro compiti, ma tutto è andato in crisi negli ultimi periodi perché questa persona non sempre è disponibile mentre il numero degli studenti è molto aumentato: erano 5/6 pochi anni fa, sono una trentina adesso. Non c'è nessuna organizzazione, nessuno che pensi ai problemi dei non vedenti: arriva il giorno dell'esame e il professore si preoccupa solo di dare le fotocopie del testo da commentare o delle domande a tutti gli studenti senza badare al fatto che un cieco della fotocopia non sa cosa farsene. Giustamente gli studenti ciechi protestano e cercano di farsi sentire. Recentemente durante gli esami della sessione dell'Harmattan, che corrisponde alla nostra sessione invernale, quando per l'ennesima volta si sono trovati con i testi delle prove in fotocopia, hanno cercato di farsi sentire minacciando anche, ingenuamente, uno sciopero. Qualcosa effettivamente si è mosso, come testimonia qui a fianco il nostro rappresentante in Togo e coordinatore del PINV Moise Tchapo. Noi siamo pronti a intervenire, in base alle nostre possibilità, ma un servizio serio funziona solo se l'università si assume seriamente la responsabilità di gestione. Articolo numero 6 Scrive il nostro rappresentante in Togo Moise Tchapo: abbiamo avuto i primi contatti con l'università di Kara e qualcosa si muove. Per prima cosa serve una stampante braille Ho avuto in queste ultime settimane vari incontri a Kara con studenti, professori e dirigenti dell'università. Sembra che veramente ora sia chiara a tutti l'esigenza di risolvere il problema e darsi da fare per fornire un serio supporto agli studenti non vedenti dell'università. Si sta elaborando un accordo tra università e il nostro PINV, definendo i compiti che ciascuno può svolgere. Il PINV è il servizio sostenuto dal Gruppo San Francesco d'Assisi che ha sede a Lomé ma da alcuni anni aiuta gli studenti ciechi di tutto il Togo. Sono in programma tre interventi: - aprire un servizio di trascrizione in braille il prima possibile. Le tecnologie attuali consentono di stampare in braille anche se non si è grandi esperti e almeno il problema dei testi d'esame accessibili dovrebbe essere risolto. Noi cercheremo di fornire una stampante braille d'occasione ma l'università deve assicurarci che ci sarà chi è pronto ad usarla; - spingere tutti gli insegnanti dell'università a farsi carico degli studenti con disabilità visiva imparando a conoscerne i bisogni e le modalità corrette di accesso ai testi; - organizzare un servizio di supporto più efficace possibile per gli studenti non vedenti. Noi, con il vostro aiuto, siamo pronti a fare la nostra parte. Moïse A. Tchapo Nelle foto: uno degli ingressi del Campus dell'Università di Kara e un gruppetto di studenti universitari ciechi Articolo numero 7 Serve sempre tanta carta! Per scrivere in braille, o per stampare i libri, serve una carta spessa e consistente che in Togo si fa fatica a trovare ed è sempre più cara. Non ci sono cartiere ed è tutta di importazione. Nel nostro ufficio a Lomé ogni giorno arrivano studenti ciechi che hanno bisogno di libri stampati ma anche di fogli per prendere appunti quando seguono i corsi all'università. Poi ci sono quelli dell'università di Kara, i tanti bambini delle scuole primarie e gli studenti delle superiori di tutto il Togo. Tutti hanno bisogno di carta e la chiedono a noi perché siamo gli unici che gliela danno davvero. Didascalia della foto: Questa studentessa si chiama Tchassanti Makanatou, secondo anno di sociologia, ed è venuta al PINV a ritirare le dispense braille Articolo numero 8 Qualche ricordo di viaggio di Chiara: Scoprire la cucina del Togo: tutto cotto a fuoco vivo e senza nessuna fretta! Ogni volta che ci rechiamo in Togo riceviamo una calorosa accoglienza e abbiamo la possibilità di conoscere più da vicino la cultura popolare di questo Paese. Quest’anno la nostra permanenza più lunga nel Nord, unita alla cerimonia di inaugurazione del centro DIFIDII, ci ha fatto scoprire alcune tradizioni popolari tipiche della zona, a noi ancora sconosciute: danze, musica, cucina! Dopo il lungo viaggio da Lomé verso il settentrione e un paio di giorni passati a Kara per poter raccogliere esigenze e testimonianze dal centro per non vedenti che sosteniamo, siamo giunti a Bassar, città natale del nostro caro collaboratore, Moise. Per qualche giorno, siamo stati felicemente ospiti a casa sua e di sua mamma, dove un gruppo di donne straordinarie ha cucinato per noi, condividendo, tra le altre cose, qualche segreto culinario. Abbiamo così scoperto che la nicchia del fuoco sulla quale venivano appoggiate le pentole per cuocere le nostre pietanze, è composta da tre pezzi, rappresentanti la famiglia tradizionale: mamma, papà e figlio, o figlia. Soprattutto nel passato era responsabilità dell'uomo portare a casa del cibo fresco, mentre la donna, unica custode della casa e della cucina, si occupava di preparare i pasti. Uno dei piatti tipici tradizionali del Paese è il Foufou Togolaise, per prepararlo si devono ridurre in poltiglia le radici di igname in un grande mortaio: anche questa era un’attività riservata alle donne. Chiara Onger Nelle foto: a sinistra la nicchia del fuoco e a destra Chiara alle prese con il mortaio del Foufou. In alto la grande cucina all'aperto in fermento per i preparativi della festa prevista per il giorno dopo Articolo numero 9 Arrivano i lampioni solari Nell'ambulatorio oculistico di Bassar c'è un guardiano anche di notte e il cortile è sempre illuminato. Ma anche in Togo il problema delle bollette si fa sentire pesantemente, nonostante la corrente elettrica arrivi dalle centrale di un lago artificiale (il grande Lago Volta, in Ghana) e per produrla non si bruci né petrolio né gas. Era già molto cara ed è aumentata ancora. Per risolvere almeno in parte il problema abbiamo inviato dei lampioni a energia solare che, grazie alla batteria che si carica di giorno, fanno luce per tutta la notte. Il cortile non è mai stato così illuminato e la luce è tutta gratis perché donata dal sole! E il sole in Togo di sicuro non manca! Nella foto: immagine notturna del cortile illuminato dai nuovi lampioni solari. Come aiutarci: Potete inviare le vostre donazioni: - Presso gli uffici postali con bollettino di C.C.P. n. 18 88 33 55 intestato a “Gruppo S. Francesco d’Assisi onlus” - Con bonifico bancario:IBAN IT07 U076 0111 8000 0001 8883 355 Bancoposta Agenzia di Vicenza - On line con PayPal seguendo il link diretto nell'home page del nostro sito: www.grupposanfrancesco.org 5 per 1000 Sostieni con il 5 per mille l'istruzione dei bambini e ragazzi ciechi in Togo Codice Fiscale: 9 5 0 4 7 8 6 0 2 4 2 Gruppo S. Francesco d'Assisi Associazione di solidarietà per i ciechi del Togo - ONLUS Fondata da Urbana Carezzoli Sede legale: via Salvi, 13 36048 Barbarano Mossano (Vicenza) Tel. 0444 1270194 info@grupposanfrancesco.org www.grupposanfrancesco.org