Amici di Togoville Kekeli Neva Bollettino del Gruppo San Francesco d'Assisi di Barbarano Vicentino www.grupposanfrancesco.org Marzo 2016 Abbiamo adottato in Africa una scuola per bambini ciechi Ci prendiamo cura dell’Istituto dei ciechi Kekeli Neva di Togoville, in Togo, e dei cento studenti, piccoli e grandi, che ospita e assiste. Kekeli Neva in lingua ewè significa Venga la Luce. A Togoville la Luce viene grazie al vostro aiuto. Ricordati di Kekeli Neva anche con il 5x1000: cf 950 478 602 42 Sommario 1 I piccoli-grandi successi che hanno cambiato in Togo la vita dei ciechi di Flavio Fogarolo 2 «Mi accompagnano ogni giorno con la loro meravigliosa voglia di fare» di Chiara Onger 3 Altri due dei nostri sono diventati insegnanti 4 «La cecità mi ha chiuso gli occhi alla luce di quaggiù, ma me li ha aperti alle necessità dei ciechi del Togo» di Padre Fabio Gilli 5 Al via il progetto di intervento sanitario per prevenire la cecità Articolo numero 1 I piccoli-grandi successi che hanno cambiato in Togo la vita dei ciechi Grazie a voi la cecità non è più vissuta come un'antica maledizione Ce l'abbiamo fatta anche nel 2015! Non è per nulla una notizia scontata. Per far studiare in modo veramente efficace i nostri ragazzi ciechi abbiamo messo in piedi in Togo una struttura complessa e, per forza di cose, anche piuttosto costosa. Costosa non in base ai nostri parametri, sia chiaro, perché per fare le stesse cose a costi europei bisognerebbe spendere almeno venti volte tanto, ma in relazione ai nostri modesti mezzi finanziari certamente sì. Da alcuni anni gestiamo direttamente in Togo un servizio chiamato PINV (Progetto Integrazione Non Vedenti) che si occupa degli studenti universitari della capitale e dei grandi di Togoville fornendo libri braille, registrazioni, supporto didattico e altro. Il PINV è interamente a carico del Gruppo San Francesco e ci è costato nel 2015 circa 27.000 euro tra personale, rette scolastiche, contributo per vitto e alloggio per gli studenti, affitto della sede, materiale per la stampa braille e altro. Aiutiamo, come sempre da tanti anni, anche l'Istituto Kekeli Neva di Togoville al quale diamo un contributo annuale di 20.000 euro che servono soprattutto per i salari degli insegnanti e l'alimentazione dei ragazzi. In totale, quindi, abbiamo speso per queste due voci, di gran lunga le più importanti del nostro bilancio, ben 47.000 euro. Poi abbiamo alcuni progetti minori, le poche spese di gestione, e superiamo i 50.000 euro. La bella notizia è che quello che abbiamo speso è anche entrato attraverso le donazioni, la lotteria, il 5x1000. Appena appena, ma ce l'abbiamo fatta! La bella notizia, in sostanza, è che c'è tanta gente generosa che crede nel nostro progetto e ci dà fiducia. E in questo modo possiamo continuare. Pensiamo che la prima forma di ringraziamento sia l'informazione e per questo vogliamo continuare a raccontarvi con questo foglio quello che sta succedendo in Togo e i piccoli-grandi successi che con i vostri aiuti stanno trasformando in ricordo l'antica maledizione della cecità. Lo sguardo spento ma sereno di questi bambini è per me, spero anche per voi, il ringraziamento più bello. Flavio Fogarolo Articolo numero 2 «Mi accompagnano ogni giorno con la loro meravigliosa voglia di fare» Chiara Onger, la volontaria che ha passato tre mesi in Togo, da ottobre a dicembre, con i bambini e ragazzi di Kekeli Neva, adesso è tornata. I ricordi di quell'esperienza rimangono più vivi che mai. Sono passate già diverse settimane dal mio rientro in Italia e sono tornata a essere una yovo, ossia una bianca, tra altre yovo. Ma i bambini e le bambine di Togoville mi accompagnano ogni giorno per le strade della città in cui vivo. Mentre studio i libri di Maria Montessori e seguo il corso all'Università, la mia mente vola da loro. Penso a quante cose vorrei ancora fare, alle enormi capacità di questi studenti e alla loro meravigliosa voglia di sfruttarle e metterle in pratica. Penso alla fatica che ogni giorno fanno per avere accesso al sapere, alla cultura. Alla lotta quotidiana per la salute. Chiudo gli occhi e immagino le giornate che scorrono lente a Togoville, tra una lezione di dattilografia con Kiki e le prove della corale. Vedo i bambini dell'école maternelle mentre riposano, sdraiati sulle stuoie colorate create dall'atelier. Giocano, cantano e parlano di mondi che noi difficilmente potremmo anche solo immaginare. Sento le voci di Jean e Michelle che eseguono ad alta voce alcuni esercizi di matematica: sono lì davanti a me con la loro splendida energia! Rivedo il percorso di quegli studenti e di quelle studentesse che ogni giorno si recano al liceo. Alcuni di loro vivono all'interno di IAT, altri, sempre sostenuti dal Gruppo San Francesco, nel villaggio. Le aule sono gremite di alunni, minimo una cinquantina per sezione. Eppure ce la fanno. Seguono, scrivono, si impegnano. Non si lasciano scoraggiare. Penso anche agli insegnanti non vedenti. Per esempio a Isidor e al suo grande amore per lo spagnolo. Oppure a Charles che, durante la mia permanenza, mi ha chiesto di dialogare con i suoi alunni in inglese. A che scopo? Poter dar loro la possibilità di vincere quella timidezza che si prova quando si studia una lingua straniera, ma non si è abituati ad utilizzarla. Poi mi sposto a Lomé: diversi ragazzi stanno frequentando l'Università nella capitale. E altri ancora, un po' più a nord, stanno intraprendendo il percorso per diventare insegnanti. Ci vuole determinazione e coraggio, ma a volte non bastano. Così apro gli occhi, mi rendo conto che il lavoro da fare, per migliorare le loro condizioni di vita e di studio, è imponente. Gli ostacoli da superare, tanti. Ma insieme a voi, e insieme a loro, possiamo farcela. Chiara Onger Nelle foto: Due immagini di Chiara con i bambini ciechi e ipovedenti di Togoville. Con lei hanno giocato, cantato, studiato, conversato in varie lingue… Particolarmente apprezzati i suoi laboratori espressivi, assoluta novità per loro: quelli che vedono un po' hanno disegnato o dipinto, quelli ciechi assoluti hanno modellato plastilina e si sono cimentati nel disegno tattile. Attualmente Chiara sta approfondendo il metodo Montessori a Bologna.. Articolo numero 3 Altri due dei nostri sono diventati insegnanti Tra di loro, finalmente, una ragazza! Altri due nostri ex allievi non vedenti hanno vinto il concorso statale: attualmente stanno concludendo l'anno di formazione e da ottobre saranno ufficialmente insegnanti della scuola primaria. Benjamin e Tchotcho sono stati studenti determinati e molto volonterosi che hanno saputo ben cogliere le opportunità che sono state loro offerte. Sono ormai decine i nostri ex allievi ciechi che hanno superato questo traguardo ma è la prima volta che ce la fa una delle nostre ragazze e per questo il successo di Tchotcho ci rende particolarmente soddisfatti. La condizione femminile in Togo è difficile ma quella delle donne con disabilità, come le nostre ragazze cieche, lo è molto di più e questi segnali di emancipazione hanno un valore sociale enorme. Il loro successo conta moltissimo anche all'interno della comunità dei non vedenti perché dimostra che tutti ce la possono fare e che l'impegno è premiato. Nelle foto: Benjamin e Tchotcho, nuovi insegnanti . Articolo numero 4 «La cecità mi ha chiuso gli occhi alla luce di quaggiù, ma me li ha aperti alle necessità dei ciechi del Togo» Saluto pasquale di Padre Fabio Gilli, il missionario comboniano non vedente che ha fondato la scuola Kekeli Neva di Togoville Amici tutti del Gruppo San Francesco d’Assisi, era il mese di dicembre dell’anno 1965. Su una vettura guidata dal cognato Ezio Odorizzi ed accompagnato da mio fratello Albino ed Anna, mia sorella maggiore, lasciai il mio paese Albiano di val di Cembra. Faceva molto freddo. La neve caduta in abbondanza aveva coperto tutto e le strade erano gelate. Grossi ghiaccioli erano appesi alle rocce che costeggiava la strada che da Albiano ci avrebbe portati a Trento e poi a Verona. Da lì sarei andato a Marsiglia in treno per imbarcarmi sulla nave General Le Clerc con destinazione Togo. Il cognato ruppe il silenzio dicendomi che per diversi anni non avrei potuto rivedere quel bel paesaggio, così ricoperto da un manto di neve fresca. Da quel giorno sono passati 50 anni. Mi ci vorrebbero dei giorni per raccontare tutto quello che siamo riusciti a fare qui in Togo, in particolare a favore dei non vedenti. Io non smetto mai di pregare per coloro che ci hanno preceduto e per voi tutti che ancora siete disposti a leggere queste mia parole. In prossimità delle feste Pasquali porgo a tutti il mio cordiale e sincero augurio, con la promessa di continuare a pregare per voi e per tutti i vostri cari. Ricordo che un giorno Urbana mi chiese come mai parlassi così spesso della Risurrezione. Le avevo scritto infatti che io credo nella Risurrezione e che se Gesù non fosse morto e risorto non avremmo più niente da raccontare a questa nostra gente e che potevamo fare bagagli e valigia per ritornare a casa. Qualcuno mi trova cieco ed invecchiato e mi domanda se per me la vita missionaria è solo un ricordo del passato. Ed io rispondo che mi sento ancora missionario e lo sarò fino all’ultimo respiro ed anche quello lo voglio dare all’Africa che tanto amo. Stanno preparando un filmato sui 50 anni dei Comboniani in Togo. Così mi hanno intervistato sulle mie attività. Poi mi hanno chiesto da quanto tempo sono cieco, ma ho risposto che non me lo ricordo. Era il 20 settembre del 73 quando il medico mi ha detto che sarei diventato cieco entro cinque anni. In effetti la cecità è arrivata e mi ha tolto la vista chiudendomi gli occhi alla luce di quaggiù, ma me li anche aperti alle necessità dei non vedenti del Togo e non solo. Urbana mi ha sempre accompagnato ed aiutato a fare i primi passi al buio e lo fa pure ora dal cielo perché non smette di intercedere per noi tutti. Mi aiuta a vivere questa Pasqua, che è il passaggio dalla luce di quaggiù a quella più profonda ed interiore, la Luce che è in noi e che non ha mai il tramonto. Per il mio lavoro passo ore ed ore ad ascoltare la gente che viene a vedermi. Incontro i non vedenti che con il loro esempio mi hanno tanto aiutato ad essere sereni e contento come lo sono loro. La vita missionaria è un dono grandissimo che il Signore mi ha elargito. E cerco di donare come posso sostenuto dalla grazia del Signore. La gioia è grande nel donare più che nel ricevere. Non piango perché le lacrime mi impedirebbero di vedere la luce delle stelle. Termino chiedendo a voi pure una preghiera perché non abbia mai a perdere la gioia di annunciare la Pasqua. Vostro Padre Fabio GILLI Nella foto: Padre Fabio con i bambini ciechi, a Togoville. Articolo numero 5 Al via il progetto di intervento sanitario per prevenire la cecità Grazie alla sezione italiana dell'IAPB, e alla sua determinazione, il nostro rappresentante in Togo è riuscito ad attivare un servizio oculistico interamente gratuito per i più poveri che sta già dando i primi importanti risultati. Negli ultimi tempi, come vi abbiamo raccontato più volte in questo giornalino, siamo stati coinvolti in Togo in diverse emergenze sanitarie, quasi tutte legate a problemi di vista, alle quali abbiamo cercato di dare sempre delle risposte, pur con i nostri poveri mezzi. Alcune, purtroppo, hanno avuto anche un esito tragico come per la piccola Loucadie, di 12 anni, morta a seguito di un'infezione agli occhi mal curata. La nostra piccola associazione è già molto impegnata nel campo dell’istruzione dei ciechi ed è molti difficile per noi intervenire anche in questo ambito, se non per qualche specifica e singola situazione. Ma il nostro rappresentante in Togo, Moïse Tchapo, non si è dato per vinto e ha cercato aiuti in ogni direzione. È importante ricordare che egli sa bene di cosa si tratta perché è stato completamente cieco per alcuni anni a causa di un’infezione al nervo ottico; ora, che è completamente guarito, ha preso veramente a cuore il problema della prevenzione alla cecità nel suo paese. La sezione italiana di IAPB (International Agency for the Prevention of Blindness – Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità) gli ha dato pochi mesi fa un finanziamento di 3.000 euro con i quali Moïse ha già attivato un servizio oculistico a Assikor, un sobborgo poverissimo della capitale Lomè. Sono già decine le persone che sono state curate e le più bisognose, oltre una ventina, hanno avuto gratuitamente anche le medicine e, quando servono, pure gli occhiali. Tutto è orientato al massimo risultato con minor spesa: per adesso le visite si fanno all’aperto, come si vede anche dalle fotografie in questa pagina, ma l’importante è cominciare a dare risposte alla gente. C’è un piccolo terreno che intanto è stato recintato e tra poco si spera di poter realizzare una modesta costruzione per ospitare l’ambulatorio e conservare adeguatamente le attrezzature sanitarie. Nelle foto: visite oculistiche all'aperto e pazienti in attesa. Come aiutarci Potete inviare le vostre donazioni a favore dei ragazzi ciechi di Togoville scegliendo una di queste tre modalità: - Presso gli uffici postali con bollettino di C.C. P. n. 18 88 33 55 intestato a “Gruppo S. Francesco d’Assisi onlus” - Con bonifico bancario: IBAN IT07 U076 0111 8000 0001 8883 355 Bancoposta Agenzia di Vicenza - On line con PayPal o carta di credito seguendo il link diretto nell'home page del nostro sito: ww.grupposanfrancesco.org. Le donazioni al Gruppo San Francesco sono detraibili dalle imposte secondo la normativa vigente per le onlus. Conservare allo scopo la ricevuta originale delle poste o della banca. Intestazione Gruppo San Francesco d'Assisi Associazione di solidarietà ONLUS Sede legale: via Salvi, 13 - 36021 Barbarano Vicentino (Vicenza) Tel. e fax 0444 / 638033 mail: info@grupposanfrancesco.org web: www.grupposanfrancesco.org Codice Fiscale: 95047860242 Amici di Togoville Kekeli Neva - marzo 2016 Pubblicazione registrata presso il tribunale di Vicenza 12/2002 Direttore responsabile: Alberto Carollo.