Amici di Togoville Kekeli Neva Bollettino del Gruppo San Francesco d'Assisi di Barbarano Vicentino www.grupposanfrancesco.org Marzo 2015 Sommario 1 Affinché la cecità non si trasformi in disperazione - di Flavio Fogarolo 2 Il punto di vista di un ex non vedente - di Moïse Tchapo 3 Per chi diventa cieco da adulto 4 Due gemelline per Pauline 5 Abbiamo attivato PayPal 6 Vittima del tracoma la piccola Loucadie 7 Il Tracoma 8 Mi chiamo Célestin - di Célestin Sevon Komi 9 Due brutti incidenti ma la vista è salva 10 «Ma questa gente non va mai in pensione?» - di Padre Fabio Gilli, A tutti i soci e ai sostenitori, un cordiale augurio di Buona Pasqua dal Gruppo San Francesco d’Assisi Articolo numero 1 In Togo abbiamo fatto tanto, bisogna continuare Affinché la cecità non si rasformi in disperazione Non riesco a togliermi dalla mente l’immagine della piccola Loucadie, 12 anni, con i suoi occhi sanguinanti e la faccia abbattuta (ne parliamo a pagina 3), diventata cieca in pochi giorni per una banale infezione batterica facilmente curabile. I nostri collaboratori in Togo mi hanno espresso alla fine la loro soddisfazione per aver avuto, anche in questa occasione, la possibilità di attivarsi subito con il piccolo fondo che avevamo assegnato per le emergenze. Scrive Moise, il nostro responsabile in Togo: «Siamo intervenuti immediatamente, appena la bambina si è presentata da noi. Il nostro progetto funziona, ne sono fiero: grazie al Gruppo San Francesco riusciamo a dare fiducia nell’avvenire a persone che, a causa delle malattie agli occhi, erano cadute nella più nera disperazione». La soddisfazione di Moise mi fa piacere, ma non posso purtroppo dimenticare che Loucadie alla fine ha perso entrambi gli occhi. E solo perché i suoi parenti non avevano i pochi soldi necessari per farla curare. Con la nostra piccola associazione non pretendiamo certo di risolvere tutti i problemi del genere. Siamo la goccia nel deserto, ma grazie alla costanza e alla determinazione la nostra goccia sta facendo crescere tante belle piante. Sta soprattutto nella vigilanza e nell’organizzazione la nostra forza, perché anche poche risorse, se spese bene, producono importanti risultati. È stagione di 5 per mille. Da alcuni anni questa importante entrata di bilancio (per noi sono circa 8.000 euro l’anno) ci ha permesso di mantenere i nostri impegni in Togo nonostante il numero degli universitari ciechi sia aumentato e i liceali siano ora tutti a nostro carico. Vi chiediamo di continuare ad aiutarci, anche con la firma per il 5x1000, a tenere vivo il sogno di Urbana: grazie a voi abbiamo fatto tanto affinché, in Togo, la cecità non si trasformi in disperazione. Bisogna continuare. Flavio Fogarolo Articolo numero 2 Il punto di vista di un ex non vedente Dal 2013 il giovane togolese Moïse Tchapo dirige il nostro progetto per gli studenti ciechi e rappresenta il Gruppo S. Francesco in Togo. Per alcuni anni è stato cieco e sa bene cosa questo voglia dire. CCome formazione mi occupo di gestione aziendale ma da quando ho riacquistato la vista, nel 2010, dopo un lungo periodo di cecità, mi sono messo al servizio di chi non vede, sostenendo soprattutto i progetti di educazione. L'incontro con Padre Fabio Gilli è stato determinante, come pure la collaborazione con il presidente del Gruppo San Francesco del quale sono diventato rappresentante in Togo. I nuovi compiti mi piacciono molto e organizzo il mio tempo in modo da riuscire a fare tutto. La mia professione un po’ ne risente ma lavorare per gli altri mi dà molta serenità e equilibrio. Il PINV, Project d’Integration des Non Voyants, è il servizio che gestisco, interamente sostenuto dal Gruppo San Francesco. Quest’anno scolastico abbiamo in carico 20 studenti delle superiori a Togoville e 13 universitari a Lomé. A Togoville lavoriamo in stretta collaborazione con l’Istituto dei Ciechi Kekeli Neva, dove sono ospitati e accuditi i più piccoli. Per seguire meglio i ragazzi più grandi, da quest’anno il PINV ha assunto a Togoville un nuovo educatore, il signor Agbokpa Enam Dzikokoè, che già aveva lavorato per noi a Lomé e conosce bene il braille; il suo compito è quello di seguire i ragazzi ciechi che vivono nel villaggio, fuori dell’istituto, e di dare loro sostegno al liceo. Abbiamo anche organizzato dei corsi pomeridiani di ripetizione nelle materie in cui risultano in difficoltà, soprattutto per quelli dell’ultimo anno che dovranno sostenere l’esame del BAC. Le attività per i non vedenti procedono bene, sia a Lomè che a Togoville. Tutti sono contenti e lavorano serenamente. Sono veramente soddisfatto di quello che faccio perché, con i mezzi che mi dà il Gruppo San Francesco e il supporto di Padre Fabio, riesco a ridare fiducia nell’avvenire a tante persone che, a causa di varie malattie agli occhi, avevano perso ogni speranza nella vita. Moïse Tchapo Articolo numero 3 Per chi diventa cieco da adulto Una storia dolorosa quella di Folly Cyril: non voleva arrendersi a perdere la vista e ha speso tutto quello che aveva in cure mediche, purtroppo rivelatesi inutili. -Ho perso il mio lavoro - racconta amaramente - i miei risparmi, la mia famiglia. Ho solo qualche amico che mi è rimasto fedele e mi dà una mano. Da settembre Cyril è entrato nel nostro progetto di integrazione con l’obiettivo di fargli completare gli studi che qualche anno fa aveva interrotto a causa della malattia agli occhi. Sta imparando il braille e l’uso di altri strumenti per non vedenti; l’anno prossimo dovrebbe tornare al liceo per sostenere l’esame del BAC. Articolo numero 4 Due gemelline per Pauline È la vita, ma anche queste sono belle notizie: la giovane Pauline è mamma di due gemelline: Jeanne e Jeannette. In Africa si diventa adulti presto e Pauline ce la ricordiamo bambina, almeno così ci sembrava, fino a poco tempo fa. Ha sposato un compagno di scuola, cieco anche lui, di nome Komi: fortunatamente le due piccole non presentano problemi agli occhi. Didascalia della foto: Pauline, ragazza cieca ex allieva di Kekeli Neva, con le due gemelline nate da poco. Sullo sfondo la suocera che per fortuna la sta ben aiutando con le bambine: accudire un neonato senza vedere è di sicuro complicato ma con due è proprio dura! Articolo numero 5 Qualcuno ce l’ha chiesto e così abbiamo attivato anche PayPal: per chi vuole, adesso basta un clic per una donazione a Kekeli Neva. Link diretto nella home del nostro sito www.grupposanfrancesco.org Naturalmente rimane possibile versare come al solito via posta o banca: Posta: Bollettino postale n. 18 88 33 55 Banca: IBAN IT07 U076 0111 8000 0001 8883 355 Articolo numero 6 Perdere la vista a 12 anni per una banale infezione Vittima del tracoma la piccola Loucadie Anche così si diventa ciechi in Togo: Loucadie, 12 anni, è entrata pochi giorni fa accompagnata da un parente, nell’ufficio dove facciamo le trascrizioni braille per gli studenti a Lomè. Abbiamo scoperto dopo che è orfana di entrambi i genitori. Colava sangue dagli occhi, con le palpebre rovesciate, piena di dolore e non vedeva ormai nulla. Ma i familiari non avevano soldi per curarla. Come abbiamo raccontato nell’ultimo Amici di Togoville, da alcuni mesi abbiamo attivato un conto parallelo per emergenze di vario tipo (lo chiamiamo scherzosamente i nostri "fondi neri") e così non ci sono stati problemi a portare subito la bambina all’ospedale ma ormai per i suoi occhi non c’era più nulla da fare. Neppure uno dei due è stato possibile salvare. L’oculista ha detto che sugli occhi aveva come due buchi e quasi di sicuro ci vorrà un intervento chirurgico per esportare totalmente i bulbi. Adesso Loucadie è ancora in cura, dolorante e debilitata. L’anno prossimo entrerà a Togoville con gli altri bambini ciechi. Da quel che si capisce dalla descrizione che è stata fatta, si tratta di un caso di tracoma, una malattia agli occhi di origine batterica diffusa purtroppo nelle regioni povere dell’Africa, in particolare dove è carente l’igiene e l’acqua potabile. Viene colpita la parte esterna dell’occhio con un decorso molto doloroso che, se non curato, porta alla cecità, come per la povera Loucadie. E pensare che, se preso in tempo, il tracoma si cura benissimo con un’economica pomata. rticolo numero 7 Il Tracoma Una delle cause di cecità nei paesi poveri è il tracoma, un'infezione batterica che colpisce la cornea, le palpebre e la copertura congiuntivale dell'occhio. Ne sono vittime soprattutto i bambini. La fase acuta è molto dolorosa perché le ciglia si ribaltano all’interno e i frequenti battiti delle palpebre feriscono profondamente la cornea. Non curato, il tracoma porta gradualmente alla cecità. Si potrebbe curare facilmente con un antibiotico da pochi euro. La vera causa della cecità, in questi casi, più che il tracoma è infatti la povertà. Articolo numero 8 Célestin è un ex allievo di Kekeli Neva che abbiamo assunto due anni fa ed è entrato nello staff del nostro progetto. Come ipovedente riesce a svolgere molti compiti in autonomia e gli abbiamo affidato vari incarichi di fiducia. Mi chiamo Célestin, sono un giovane ipovedente che è stato aiutato negli studi dal gruppo San Francesco d’Assisi. Oggi sono molto contento di lavorare con il progetto d’integrazione dei non vedenti che si occupa dei studenti ciechi di Lomé e degli allievi esterni di Togoville. Ho cominciato questo lavoro nel maggio 2013. Sono incaricato di gestire le piccole spese dell’ufficio, i salari degli impiegati del progetto, le pensioni degli studenti di Lomé e allievi esterni di Togoville e il pagamento dei loro alloggi. Aiuto nelle stampe braille. Al servizio, la collaborazione con i colleghi è buona: il nostro progetto d’integrazione fa di tutto per soddisfare le esigenze scolastiche e materiali degli studenti ciechi. Sono inviato di tanto in tanto a Togoville per visitare gli allievi esterni. Sono 60 Km ma, anche se vedo poco, riesco a fare questi viaggi senza troppa difficoltà. Sono davvero lieto di essere impiegato del progetto d’integrazione grazie al signor Flavio e all’appoggio del signor Moïse che è il coordinatore ed è davvero molto sensibile ai problemi dei non vedenti. Ringrazio vivamente tutti i benefattori italiani. Célestin Sevon Komi Articolo numero 9 Due brutti incidenti ma la vista è salva Proprio mentre stavamo impaginando il testo con le parole di Célestin ci è giunta una preoccupante notizia dal Togo. Egli è stato vittima di due incidenti domestici molto pericolosi, entrambi nello stesso giorno, che hanno messo a rischio seriamente la sua vista già precaria. La mattina è caduto in casa urtando violentemente l’occhio sinistro, l’unico che vede qualcosa. Nulla di irreparabile, fortunatamente, ma tornato dall’ospedale dopo le cure, probabilmente a causa della vista annebbiata, Célestin ha subito alla sera un secondo colpo, violentissimo, contro l’altro occhio, quello che non vedeva nulla, causando profonde lesioni interne tanto che i medici hanno poi deciso di asportarglielo completamente. Tanta paura ma nulla di irrimediabile per la sua vista, fortunatamente. Articolo numero 10 Gli auguri pasquali di Padre Fabio Gilli, con cenni alla sua storia e a quella di altri missionari che non si stancano mai. «Ma questa gente non va mai in pensione?» Miei cari amici, In prossimità delle feste Pasquali vi porgo i miei più cordiali auguri di buona Pasqua con la promessa della mia preghiera. Vorrei dirvi in breve qualche cosa circa il mio curriculum vitae. Avrò presto 80 anni e 50 anni fa sono arrivato in Togo. I primi mesi dopo il mio arrivo li ho trascorsi imparando la lingua, poi 6 anni in una parrocchia. Fui inviato a Parigi per vari anni e a Firenze, dove imparai il braille. Nel 78 sono tornato in Togo: 14 anni a Togoville e poi 23 a Adidogomé dove resterò fino a quando Dio vorrà. Ne ho visto di tutti i colori ma me la sono sempre cavata, soprattutto grazie al Signore che mi è stato vicino. Fare il male è facile e ci riesce bene, ma fare il bene è molto più difficile e a volte ci viene anche male. Sto vivendo la quaresima facendo quel che posso in questo oceano di bisogni. Devo ringraziare i miei confratelli che sempre mi hanno aiutato in ogni necessità e mi stanno dando un esempio di dedizione e di carità oltre misura. Tra i tanti esempi buoni che mi hanno dato ce n'è uno che vi racconto. Un mio confratello anziano e mezzo paralizzato stava ritornando in moto quando fu sorpreso vicino a casa da un grosso temporale con fulmini e tuoni. A causa del fango scivolò e rimase sotto la moto incapace di rialzarsi; gridava ma nessuno lo sentiva. Al termine della pioggia fu soccorso dai confratelli, che finalmente poterono sentirlo, ed egli senza perdersi d'animo si alzò, fece la doccia, si cambiò e visto che non pioveva più partì per un altro villaggio. A Verona, ho visto un confratello ammalato, P. Aldo Accorsi. Era a letto e con un filo di voce mi disse: «Vai dal Padre Generale e digli che mi mandi in Africa al più presto». Recentemente è morto. Un giorno mi chiese: «Posso pregare per la tua guarigione?» Gli dissi di sì. Ora, in paradiso, si ricorderà e chiederà al Signore per me cose molto più importanti della vista. Salutai un giorno mia madre, la Maria, che chiese a mia sorella, «Ma questa gente non va mai in pensione?» Un ricordo particolare al Gruppo San Francesco d'Assisi: ha plasmato la mia vita, non potrò mai dimenticarvi e vi porto sempre nel mio cuore. Urbana dal cielo ci protegge e prega per noi. Nuovamente cordiali auguri di Buona Pasqua a tutti voi. Con affetto, Vostro nel Signore P. Fabio Gilli Quando presenti la dichiarazione dei redditi o consegni il CUD, ricordati dei bambini ciechi del Togo: basta una firma. Donare il 5 per 1000 a te non costa nulla, ma a loro sta cambiando la vita. Codice Fiscale: 95047860242 Intestazione Gruppo San Francesco d'Assisi Associazione di solidarietà ONLUS Sede legale: via Salvi, 13 - 36021 Barbarano Vicentino (Vicenza) Tel. e fax 0444 / 638033 mail: info@grupposanfrancesco.org web: www.grupposanfrancesco.org C.C. Postale n. 18 88 33 55 intestato a "Gruppo S. Francesco d'Assisi ONLUS" Codice IBAN IT07 U076 0111 8000 0001 8883 355 Bancoposta Agenzia di Vicenza Coordinate bancarie: ABI 7601 CAB 11800 Conto 18 88 33 55 Codice Fiscale: 95047860242 Amici di Togoville Kekeli Neva - Marzo 2015 Pubblicazione registrata presso il tribunale di Vicenza 12/2002 Direttore responsabile: Alberto Carollo.