In questo Da dieci anni a fianco dei bambini ciechi di Kekeli Neva Un altro anno con i ragazzi di Kekeli Neva Ma, per fortuna, non ci siamo solo noi… La grande forza di Acqua Marina A che serve un missionario cieco? Se n‘è andata Almeria Carlotto Jolanda, un vero motore di generosità |
Bollettino del "Gruppo
San Francesco d'Assisi" - Barbarano Vicentino (VI) Da dieci anni a fianco dei bambini ciechi di Kekeli Neva Tanto tempo è passato da quando Urbana Carezzoli ha sottoscritto il patto morale che ha consentito all‘Istituto di Togoville, nel Togo, di continuare ad offrire istruzione e assistenza ai suoi cento allievi non vedenti. All’inizio del 1992 l’Istituto dei ciechi Kekeli Neva attraversava un periodo molto difficile. Aveva perso una importante fonte di finanziamento e non era più in condizione di funzionare regolarmente. Eppure proprio in quel periodo l’istituto, fondato solo sette anni prima e con un numero sempre maggiore di alunni, aveva bisogno di crescere e migliorare le sue strutture «Urbana, cosa puoi fare tu?» chiese allora padre Fabio. Lei si guardò attorno, chiamò a raccolta amici e conoscenti e, sentita la disponibilità di ciascuno, si assunse l’impegno di fornire alla scuola 40 milioni l’anno. E la scuola continuò a vivere. Sono passati dieci anni da allora. Urbana, instancabilmente, ha continuato a darsi da fare per raggranellare, mese dopo mese, la somma promessa. Quante telefonate per raccontare, spiegare, convincere… Urbana, cieca e paralizzata, non poteva muoversi dal suo letto ma le sue parole facevano il giro del mondo. Ed ora, anche se Urbana non c’è più, il suo impegno continua. Il gruppo spontaneo da lei raccolto si è consolidato ed ha assunto totalmente, e con la stessa determinazione, gli impegni che lei aveva moralmente sottoscritto. Il miracolo continua e continua anche Kekeli Neva. È viva!Abbiamo tenuto a Verona, quest’anno, la nostra assemblea annuale. Una bella trasferta che ci ha consentito, come si suol dire, di unire l’utile di un importante momento di verifica e riflessione al dilettevole di un pomeriggio in compagnia. A Verona, presso la casa madre dei Missionari Comboniani, c’era anche padre Fabio Gilli, non più malato anche se non ancora proprio convalescente. Tra i tanti ricordi di quella giornata spicca una sua esclamazione felice, di una gioia quasi infantile, durante l’assemblea, al termine del resoconto delle attività svolte quest’anno: «È viva, Urbana è viva!». Ha ragione padre Fabio. È viva in questo piccolo gruppo che, grazie alla vostra generosità, riesce a mantener fede agli impegni che lei aveva preso. È viva nel cuore di tante persone, anche di quelle che l’hanno conosciuta solo attraverso i suoi libri. È viva con la sua assenza che ci confonde e la sua presenza che ci conforta. Mentre scrivo queste righe Padre Fabio è di nuovo in Togo, speriamo veramente guarito. L’ho sentito per telefono l’altra sera; mi ha parlato ancora di problemi da risolvere e di progetti da sviluppare. Un po’ anche di sogni da sognare. È il padre Fabio di prima. E anche noi siamo pronti per un altro anno di solidarietà. Flavio FogaroloUn altro anno con i ragazzi di Kekeli NevaUn
breve diario delle attività svolte nel 2001 a sostegno della scuola per
i ragazzi ciechi di Togoville. Tante piccole iniziative e anche
quest‘anno il nostro obiettivo alla fine è stato raggiunto. n Gennaio Premio Bontà a TrevisoIl 15 gennaio si tiene a Treviso la consegna dei premi "Il ponte della bontà" organizzata dall'associazione filantropica "Amici del Ponte Dante". Tra i premiati Urbana Carezzoli e il Gruppo San Francesco. Aumenta l'impegno ordinario del nostro gruppoIl Consiglio del Gruppo San Francesco, considerate le esigenze dell'Istituto Kekeli Neva, decide di portare da 40 a 45 milioni il nostro versamento ordinario annuale. La somma verrà spedita in tre rate. n Febbraio Contributi per una fotocopiatrice.A Kekeli Neva serve una fotocopiatrice per ingrandire i libri scolastici per gli alunni ipovedenti dell'istituto. Il nostro Gruppo invia a questo scopo la somma di lire 5 milioni e la macchina viene subito acquistata. Materiale didatticoDiverso materiale didattico specifico per non vedenti viene acquistato in Francia e spedito in Togo con il container dell'associazione Ciechi di Guerra di Padova. Incontro di coordinamentoIl 25 febbraio si tiene a Padova un importante incontro di coordinamento tra i principali gruppi che aiutano Kekeli Neva. Si fa assieme il punto della situazione e si coordinano gli interventi. n Marzo Torna in Italia Padre FabioPer le precarie condizioni di salute Padre Fabio Gilli deve tornare in Italia. Viene ricoverato all'inizio all'ospedale di Verona e poi trasferito all'infermeria della Casa Madre dei Comboniani di Verona. n Aprile Primo versamento 2001Ai primi di aprile viene spedita direttamente a Togoville la somma di lire 15.000.000, come primo contributo quadrimestrale. Sostegno alle iniziative di Padre FabioIl gruppo si impegna a finanziare anche le iniziative umanitarie a favore dei ciechi adulti di Lomé, e degli studenti universitari, che prima Urbana sosteneva a parte con somme che non entravano nel bilancio dell'associazione. Occorrono 10 milioni all’anno e la prima quota, di 5 milioni, viene subito versata. n Maggio Visita della Superiora Generale dal TogoViene in visita a Barbarano suor Stephan Robert, generale dell'ordine che gestisce l'istituto di Togoville. Una visita breve ma utile per scambiare informazioni e impressioni. Suor Stephan riesce anche a intervenire nei concerti di Barbarano e Noventa del 19 maggio. E non mancano, naturalmente, un fiore e una preghiera alla tomba di Urbana. Concerto "Cori nostri"Sabato 19 maggio si tiene a Barbarano la quinta edizione della rassegna di cori parrocchiali "Cori nostri". Come negli anni scorsi, durante la serata si raccolgono generose offerte per Kekeli Neva. A Noventa concerto "Formazione Moderna"Sempre sabato 19, contemporaneamente ai cori di
Barbarano, si tiene a Noventa un altro concerto a favore di Kekeli Neva. n Giugno Assemblea annualeSabato 9 ha luogo a Verona, presso la casa Madre dei
Comboniani, l'assemblea annuale della nostra associazione. Partecipano
alcune decine di soci e sostenitori con un pullman appositamente
noleggiato. Risultati finali a TogovilleBilancio di fine anno scolastico a Togoville: i promossi sono 70 su un totale di 75. n Luglio Primo anniversario della morte di UrbanaPer ricordare Urbana a un anno dalla sua scomparsa, il
Gruppo San Francesco ha pubblicato una biografia di Urbana tratta da
alcune sue vecchie interviste.. n Agosto 2° versamentoViene effettuato regolarmente il secondo versamento annuale. La somma inviata è di 16 milioni perché serve un finanziamento aggiuntivo per sostituire la pompa che preleva l'acqua dal pozzo. n Settembre Inizia il nuovo anno scolastico a Kekeli NevaIl 23 settembre riapre, dopo le
vacanze estive, l'Istituto dei Ciechi di Togoville. n Ottobre Serata a OrgianoIl 13 ottobre si tiene a Orgiano un concerto di spirituals e gospel del coro Amici della Musica di Barbarano. La serata è dedicata a Padre Sinforiano Andriolo e al parroco Don Lorenzo Nicolin in occasione, rispettivamente, del 50° e 45° anniversario di sacerdozio. Le offerte raccolte vengono generosamente destinate alla nostra associazione per i ragazzi ciechi del Togo. n Novembre Padre Fabio torna in TogoIl giorno 18 padre Fabio, abbastanza guarito, ritorna in Togo. Il suo sogno si avvera e parte carico di speranza e di entusiasmo. n Dicembre Estrazione della lotteriaIl 13 dicembre, Santa Lucia, si estraggono i biglietti
vincenti della nostra lotteria. Anche quest’anno l’iniziativa ha
avuto un buon successo: un grazie particolare a Terzo versamentoViene effettuato il terzo versamento annuale di 15 milioni di lire per la scuola di Kekeli Neva. Concerto natalizio a BarbaranoAnche quest’anno il concerto di Natale organizzato
dal Comune di Barbarano è dedicato
a Kekeli Neva. Sabato 22 dicembre il Coro Amici della Musica e
l’Orchestra A. Vivaldi eseguono cori e arie dal Messiah di G.F.Händel Ma,
per fortuna, non ci siamo solo noi… Il nostro gruppo
si è preso un grosso impegno con la scuola dei ciechi di Togoville,
coprendo circa il 50% delle spese correnti e inviando parecchio
materiale didattico e di altro tipo. L’Associazione Italiana Ciechi di Guerra, consiglio
Nord-Italia con sede a Padova, aiuta da anni il laboratorio per la
produzione dei gessetti da lavagna che dà lavoro a una dozzina di
adulti ciechi, ex alunni di Kekeli Neva. Quest’anno hanno spedito in
Togo ben due container pieni di polvere di gesso, ma dove abbiamo potuto
caricare anche noi diverso materiale destinato alla scuola. L’Associazione Festeggiamenti Santa Lucia di Verona,
dopo aver organizzato e finanziato lo scorso anno il viaggio in Italia
di una ventina di ragazzi di Kekeli Neva, ha attivato diverse adozioni a
distanza ed è riuscita a procurare all’Istituto, grazie alla
generosità di un commerciante locale, un nuovo mini-bus di 15 posti. Si
è impegnata poi nella realizzazione di una statua in bronzo di S. Lucia
e ha finanziato i lavori necessari per ultimare la cappella. Importante è anche il supporto del M.A.C. (Movimento
Apostolico Ciechi) di Ravenna che invia contributi in denaro e
materiale. La sezione italiana del C.B.M. (Christian Blind
Mission International) con sede a Milano finanzia circa il 15% delle
spese della scuola e fornisce diverso materiale didattico. Da quest’anno, infine, si sta impegnando per Kekeli
Neva anche l’Associazione Disabili Visivi di Roma. Da ricordare la preziosa iniziativa individuale di
Roberto Masserut di Pordenone, socio dell’Associazione Ciechi di
Guerra. Dopo aver procurato questa primavera venti tandem nuovi di zecca
per i ragazzi ciechi e materiale didattico, anche di valore, in quantità,
da pochi mesi si è preso l’impegno di raccogliere, sempre da
solo, la somma necessaria per ristrutturare i servizi igienici
dell’Istituto. E ci è già quasi riuscito! La
vita, come l‘acqua del mare, diventa dolce elevandosi al cielo La grande forza di Acqua MarinaIl Gruppo San Francesco ha ricordato Urbana, a
un anno dalla sua scomparsa, realizzando un libro con la storia della
sua vita da lei stessa raccontata. Ecco alcuni commenti dei lettori. Padre Fabio G.: Ho
ricevuto con vero piacere quanto ci avete inviato circa la vita di
Urbana. Ho già letto tutto Il
libro mi ha dato la possibilità di approfondire quello che sapevo su
Urbana e la sua famiglia. Mi auguro che questa breve autobiografia possa far del bene a tanti. Merita di leggerla e di farvi lunga riflessione. Bello il titolo: io l’ho scelto come motivo per suonare la mia sinfonia. Sono
d’accordo su quanto Urbana dice sul Kekeli Neva di Togoville. Quando
Urbana è entrata nella realtà di questo Istituto molte vite e molte
cose hanno preso animo. Ci ha cambiati tutti. Sta a noi ora continuare, con lo stesso amore che animava Urbana. Ad essere forti e costanti soprattutto nelle prove e nelle difficoltà che possiamo incontrare. In questi ultimi mesi la salute è stata scossa non poco ma Urbana ci dona e mi dona tanto coraggio anche in simili circostanze. Iolanda M.: Parlare di Urbana, del libro delle sue memorie, di una vita particolare, forse rara. Dopo aver letto Acqua Marina non è facile trarre un discorso preciso, sbrogliare il pensiero che si accumula. La conosco dal 1990, dapprima solo per telefono. Dalla sua voce non traspariva la sua vera condizione, non era mai triste. Per telefono era una creatura normale e spiritosa e spronava a migliorare la nostra fratellanza. Desideravo vederla e finalmente una cara signora del Gruppo San Francesco d’Assisi mi ha portata nella sua casa. Le ragazze e i ragazzi dell’Istituto li definiva i suoi bambini, descriveva le loro qualità e le qualità degli insegnanti che lei avrebbe voluto avere quando era giovane. Leggendo nel libro tutte le memorie della sua vita ho scoperto molte cose che prima non percepivo. Le sue memorie sono precise, come se le avesse scritte nel momento stesso in cui le viveva. È piuttosto il nostro pensiero ad essere confuso in ciò che leggiamo. È una lezione di storia vera, descritta con garbo e verità. Grazie, cara maestra Urbana, di ciò che ci hai lasciato. Servirà per la nostra vita a ricordarti con affetto. Ed
altri in breve: Ho
letto tutto di un fiato
e con emozione crescente il libro di Urbana Carezzoli. Grazie per la
segnalazione.
Ho
terminato di leggerlo ieri sera e
la prima impressione che mi viene da esprimere è che mi è mancato di
conoscere Urbana Carezzoli.
Erano
anni che non leggevo qualcosa con tanta passione. Mi
sono trovata a leggerlo anche in cucina, in piedi con il libro in mano,
mentre mescolavo le pentole. Volevo sapere come andava a finire. Per
me è stato veramente un piacere
poter scorrere questo libro. In tanti punti mi sono sentito in perfetta
sintonia con Urbana, perchè anch'io ho perso la vista da bambino nei
primi anni della scuola e ho tribolato assai quando sono andato
all'istituto ma ora, come lei, penso che sia stata un’ esperienza
molto positiva per quello che ci ha dato. Il libro è
distribuito solo attraverso il Gruppo San Francesco o la famiglia
Carezzoli. Inoltre viene
spedito a chi lo richiede con un bollettino di C.C.P, per una offerta
per Kekeli Neva. Gli
indirizzi sono in fondo a questo giornalino. Oltre all’edizione
normale, il libro è
disponibile anche in una versione a grandi caratteri (corpo 16) per chi
ha problemi di vista. Su richiesta, si può averlo
anche in braille. Sono state inoltre
duplicate in serie le otto cassette della trasmissione radiofonica da
cui sono stati tratti i testi del libro, per chi vuole sentire la stessa
storia raccontata da Urbana stessa. Un bel ritratto di padre Gilli, il
comboniano fondatore dell’Istituto dei A
che serve un missionario cieco? «Per
molta gente non avrei potuto fare nulla, sarei anzi stato di impaccio
agli altri missionari che avrebbero dovuto occuparsi di me. Tutta la mia
attività era considerata una perdita di tempo. Ma il tempo mi ha dato
ragione...». Padre Fabio, missionario comboniano, ha perso la vista nel 1977, a 41 anni di età. Ma non ha mai perso la speranza. Opera nel Togo, paese dell' Africa occidentale. A Togoville ha fondato un centro per i bambini ciechi chiamato Kekeli Neva (che nella lingua locale significa Che la luce venga). A contatto con questi bambini, padre Fabio ha scoperto che la sua minorazione fisica non era una disgrazia ma un autentico vantaggio. Gli occhi chiusi per la cecità si sono aperti comprendendo una grande verità: la sua missione era quella di portare la luce al mondo intero. «Quando ho chiesto di andare in Africa mi hanno fatto tante domande», racconta padre Fabio. «Per molta gente, come cieco, non avrei potuto fare nulla. Sarei anzi stato di impaccio agli altri missionari che, oltre al loro compito pastorale, avrebbero anche dovuto occuparsi di me. La stessa cosa hanno pensato gli africani all' inizio del mio lavoro con i ciechi. Tutta la mia attività era considerata una perdita di tempo. Ma non ho mollato. La mia speranza andava oltre. Ero sicuro che io e miei bambini ciechi avremmo potuto realizzare grandi cose. E il tempo mi ha dato ragione. I ragazzi usciti dal nostro centro cominciano a lavorare, a studiare, fino a frequentare l'università. Davanti a questo miracolo tutti si sono convinti che anche i ciechi possono dare un grande contributo allo sviluppo sociale e politico del paese». Padre Fabio ripete in continuazione che non esiste sulla terra un uomo più felice di lui. È difficile trovarlo triste. È sempre con il sorriso in faccia. La gente che parla con lui si sente contagiata dal suo coraggio e dalla sua forza. È uomo di preghiera. Passa ore davanti al tabernacolo a contemplare l'Eucaristia. È l'Ostia consacrata la sorgente del suo amore per i più poveri. «Il missionario è colui che continua l'opera di Gesù. Il Maestro agisce attraverso di me. Fa del bene con le mie mani. Ama con il mio cuore. Arriva con i miei piedi fino ai posti più nascosti e lontani della terra. Consola con le mie parole. Per questo ho da pregare sempre di più. Nella preghiera mi identifico con Lui in modo che ogni azione ed ogni parola siano veramente sue. Il missionario è colui che, malgrado le difficoltà, non deve mai perdere la gioia di annunciare il Vangelo. Quando comunico con la gente, vedo che recuperano la serenità e trovano il senso della loro sofferenza ogni volta che fanno l'esperienza d'un Dio che ci ama e che vuole il nostro bene. Per questo il missionario non può smettere di parlare al mondo dell' amore e della misericordia del Padre. Essendo un inviato di Dio, il missionario non può agire soltanto con la sua testa. Deve lasciarsi condurre dallo spirito. In
questo senso, mi ritengo un privilegiato. Non potendo andare in giro da
solo devo per forza lasciarmi condurre da Lui. Non ho altra scelta». Tradotto dal
portoghese da: ALÔ MUNDO. N° 101 - Ottobre 1996. Da
tanti anni amica di Kekeli Neva
Se n‘è andata
Almeria Carlotto Il 2
maggio di quest’anno ci ha lasciati Almeria Carlotto, di Arzignano
(VI). Almeria è una di quelle persone che fin dai primi momenti hanno
accolto l’invito di Urbana a finanziare con regolarità la scuola dei
ciechi di Togoville. Attivissima nella solidarietà, era animatrice del
Gruppo Fondo di Solidarietà Autotassazione per il terzo Mondo di
Villaggio Giardini di Arzignano che sosteneva, tra le altre cose, anche
la nostra scuola. Il gruppo ci ha già comunicato che continuerà la sua opera: evidentemente Almeria è un’altra che si dà da fare anche quando non c’è più. Nonostante
i suoi quasi novant‘anni è la socia più attiva della nostra
associazione Jolanda,
un vero motore di generosità Vive
da sola, ma ha una famiglia immensa. Passa le sue giornate, tutte
le sue giornate, pensando ai bisogni degli altri. Va all’ospizio ad
aiutare gli anziani (spesso più giovani di lei), soccorre
in tante piccole cose le persone non autosufficienti del suo
quartiere: la spesa, la farmacia, il certificato… A
lei basta ben poco e dà ogni mese in beneficenza più di metà della
sua pensione. È
entrata nella nostra associazione sottovoce, portando la sua incredibile
carica di vita e di
fiducia. Instancabilmente raccoglie offerte, vestiario, medicine, bende
per i lebbrosari. Non
chiede mai nulla ed offre a tutti serenità.
Parlando
di Jolanda, Urbana si esprimeva così (1): Lei
è sempre piena di pensieri per tutti: per i lebbrosi prepara le bende
da mandare alle missioni, per gli anziani che le stanno attorno va a
prendere il giornale, a fare la spesa, dal medico per le impegnative, a
prendere le medicine. (1)
- Da “Acqua Marina” -
pag. 124
Notizie e immagini dal TogoQualche
foto significativa tra le tante che ci sono giunte quest‘anno dai
nostri amici di Togoville Per questa parte, tutta fotografia, scaricare la versione PDF Il
Gruppo S. Francesco di Assisi Chi
siamo Il Gruppo San Francesco di Assisi è un’associazione di volontariato, fondata da Urbana Carezzoli, che dal 1992 raccoglie fondi e materiali per la scuola per ragazzi ciechi “Institut des Aveugles di Togoville” nel Togo e per altre iniziative umanitarie di questa regione africana, soprattutto a favore dei ciechi e di altri disabili. Il consiglio in carica è composto da: Fogarolo Flavio (presidente);
Staurengo Raffaello (vicepresidente); Berti Don Camillo; Bogoni
Maria Giovanna; De Marzi Dalma; Michelazzo Aurora; Pedersini Stefania;
Pozza Mauro (segretario); Vigolo Luigina. Le cariche sociali scadono nel
2002 e verranno rinnovate
dall’assemblea dei soci . La
scuola di Togoville L’istituto per Ciechi di Togoville è sorto nel 1984 su iniziativa dei Padri Comboniani, in particolare di p. Fabio Gilli che, dopo aver perso la vista, ha voluto tornare nei luoghi dove prima operava. La scuola è affidata alle suore togolesi della congregazione di Notre Dame de l’Eglise, ed è interamente gestita da operatori locali. In pochi anni gli alunni sono passati da una ventina ad oltre novanta. Dopo la scuola di base i ragazzi possono frequentare una scuola superiore esterna oppure seguire dei corsi di tipo professionale. La scuola non riceve contributi pubblici e solo una minima parte delle famiglie può versare una retta per la frequenza. Quello
che abbiamo fatto nel 2001 Abbiamo spedito alla scuola, con tre versamenti quadrimestrali, la somma di 46.000.000 di lire italiane. Si tratta di un impegno che il nostro gruppo si è assunto fin dal 1992, e che finora ha sempre onorato, per coprire buona parte delle normali spese di funzionamento della scuola. Abbiamo spedito 5.000.000 di lire per l’acquisto di una fotocopiatrice per gli alunni ipovedenti. Abbiamo messo a disposizione di Padre Fabio Gilli la somma di lire 10.000.000 per gli studenti universitari ciechi di Lomé e di altri adulti non vedenti in difficoltà. Abbiamo spedito, usufruendo dei container dell’A.I.Ciechi di Guerra , circa 30 pacchi di materiale didattico, vestiario, medicinali e altro. Attualmente stiamo organizzando un nostro container che partirà all’inizio del nuovo anno. Come si finanzia il nostro Gruppo Le principali fonti di finanziamento per il nostro gruppo sono: · versamenti regolari dei soci e dei sostenitori (autotassazione); · una lotteria annuale; · donazioni particolari di privati, altri gruppi, associazioni ed enti; · manifestazioni pubbliche, concerti, rappresentazioni teatrali ecc…. · vendita dei libri di Urbana Carezzoli. È nata
a Barbarano nel 1930, da
una famiglia poverissima. Diventata
cieca all’età di sette anni, ha trascorso tutta l’infanzia e la
giovinezza in vari istituti specializzati conseguendo il diploma di
magistero di pianoforte. In
seguito, a causa di altre gravi malattie, ha cominciato a peregrinare da
un ospedale all’altro, perdendo sempre più le forze e l’autonomia,
fino ad essere costretta a trascorrere stabilmente a letto gli ultimi 40
anni della sua esistenza. Quando
ha sentito parlare di Kekeli Neva e dei bisogni di questi ragazzi
ciechi, si è data da fare per raccogliere gli aiuti necessari per il
suo funzionamento. Ha fondato così un gruppo, dapprima spontaneo e poi,
nel 1998, formalizzato in una associazione ONLUS: il gruppo San Francesco
d’Assisi. Urbana
ha scritto, a partire dal 1992, otto volumi di poesie, riscotendo ambi
consensi di critica e diversi premi. Anche la sua attività letteraria
è servita, e serve ancora, a sostenere Kekeli Neva.
Ci ha
lasciati alle prime ore del 22 luglio 2000, al termine di una crisi
cardiaca più intensa e dolorosa delle solite.
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