Amici di Togoville Per i ciechi del Togo Bollettino del Gruppo San Francesco d'Assisi di Barbarano Mossano www.grupposanfrancesco.org Dicembre 2018 Sommario 1 Come facciamo a dire di no? di Flavio Fogarolo 2 Angela Yovo, sei anni, ha già tre fratelli non vedenti in questa scuola 3 La scuola islamica per non vedenti di Sokodé 4 Da quest'anno siamo presenti in entrambe le università del Togo: a Lomé e a Kara 5 Dopo la cassettina dei chiodini, arriva la lavagnetta braille con le sfere magnetiche 6 Altre venti cassettine braille con i chiodini 7 Incontro a Roma con Unione Ciechi e Agenzia Prevenzione Cecità 8 «Non sono più là ma il nostro impegno per i ciechi del Togo non è per nulla finito» di Padre Fabio Gilli 9 E' giunta l'ora di Urbana Carezzoli Articolo numero 1 Come facciamo a dire di no? Abbiamo esteso il nostro supporto per i ragazzi ciechi all'intero Togo: i bisogni sono tanti e dobbiamo farcela! Abbiamo iniziato a occuparci dei ragazzi ciechi di tutto il Togo l'anno scorso e il 2018 che si sta concludendo è la prima annualità completa in cui sperimentiamo il nuovo sistema. A gennaio potremo avere un quadro certo, ma quasi di sicuro chiuderemo l'anno in rosso. Speriamo solo che il disavanzo non sia troppo grande e si possa coprire con quello che abbiamo messo da parte negli anni precedenti. Di fronte ai tanti e gravi bisogni che ci vengono segnalati, e che abbiamo per fortuna la possibilità di verificare grazie alla nostra organizzazione in Togo, la domanda che ci poniamo è sempre la stessa: come facciamo a dire di no? Racconto un episodio di questa estate. Alla fine di agosto un ragazzo di 13 anni, che noi non conosciamo, si reca nella città di Kara per essere accolto nella scuola dei ciechi perché ha perso quasi completamente la vista. Orfano, vive con una nonna anziana e malata, e fa tutto da solo, sbagliando anche il giorno perché in agosto la scuola è chiusa. Tornando verso casa attraversa una strada trafficatissima ma lui, sempre vissuto in un piccolo villaggio e quasi cieco, non sa gestire il pericolo e viene investito da una moto. Ci chiedono di aiutarlo perché non ha nessuno: servono cure all'ospedale, anzi il trasporto fino alla capitale perché è troppo grave per quello di Kara. Come facciamo a dire di no? Intraprende un faticoso viaggio notturno in autobus, con fratture e lesioni interne, ma per strada muore; servono altri soldi per dargli una dignitosa sepoltura. Come facciamo a dire di no? In fondo non era dei nostri, non era neppure stato accolto nell'istituto dei ciechi, che si rivolgessero altrove. Ma non siamo riusciti a dire di no. Vogliamo continuare a dare risposte concrete, come abbiamo fatto finora, anche se i bisogni aumentano. Aiutateci, per favore: garantiamo che tutto quello che ci viene dato va a buon fine: non si perde nulla per strada, nessuna spesa extra è a carico dell'associazione, neppure i viaggi che ciascuno si paga. Garantiamo trasparenza e informazione, oltre alla riconoscenza dei bambini ciechi del Togo. Buon Natale a tutti. Flavio Fogarolo Articolo numero 2 È iniziato il nuovo anno scolastico anche nelle nostre scuole e arrivano sempre nuovi bambini ciechi e ipovedenti Angela Yovo, sei anni, ha già tre fratelli non vedenti in questa scuola Angela Yovo è una dei tanti bambini non vedenti o ipovedenti che sono stati accolti a settembre nei centri specializzati che seguiamo in Togo, quello di Sokodé in questo caso, nel Togo centrale. Angela ha sei anni ed ha iniziato regolarmente la prima classe della primaria, chiamata CP1 in Togo secondo il modello francese. È la figlia più piccola di una famiglia con cinque figli proveniente da un villaggio più a sud. È gravemente ipovedente, proprio come le sue due sorelle più grandi e suo fratello maggiore. Su cinque bambini in famiglia, sono quattro quelli che presentano gravi problemi di vista e solo la sorellina immediatamente più grande di Angela vede regolarmente. E si spera che continui così. Il problema è evidentemente ereditario e infatti sia la mamma che la nonna hanno gravi problemi agli occhi. I fratelli più grandi di Angela, a parte l'unica sorella che vede bene, sono già da tempo integrati nell'istituto di Sokodé; la più grande ha finito la primaria e adesso frequenta i corsi della secondaria presso una scuola esterna, sempre seguita dagli operatori dell'istituto per il necessario supporto didattico. Senza il sostegno di questo centro la famiglia, molto povera, non sarebbe mai riuscita a sostenere questi quattro figli e il suo intervento risulta quindi provvidenziale per dare la speranza di una vita dignitosa a questi bambini. È frequente trovare nelle scuole per ciechi del Togo dei membri della stessa famiglia, ma mai avevamo trovato ben quattro fratellini, tutti con la stessa patologia agli occhi. Netta foto: La piccola Angela al suo banco di scuola si esercita con il "graphic", un blocco di legno con sei incavi che riproduce la cella del braille e sul quale si posizionano dei sassolini. Articolo numero 3 La scuola islamica per non vedenti di Sokodé Siamo venuti in contatto recentemente con una scuola islamica per non vedenti, l'unica del Togo, che ha sede a Sokodé, nella zona settentrionale del paese dove maggiore è la presenza di persone di questa religione. È un centro che non ha esigenze economiche di base, cibo e cura per i bambini, perché viene sostenuto dai togolesi musulmani emigrati all'estero ma è veramente molto povero dal punto di vista didattico. Non diamo loro soldi, ma abbiamo cominciato a fornire qualche strumento e si sta così sviluppando una positiva collaborazione con i responsabili e gli insegnanti. Il Togo è un paese dove convivono, finora serenamente e con rispetto reciproco, molte religioni diverse. C'è per fortuna abbastanza tolleranza in questo campo, anche se siamo a poche centinaia di chilometri dal Burkina Faso dove si sono registrati purtroppo vari episodi di terrorismo di matrice islamica. Cerchiamo anche noi, nel nostro piccolo, di mantenere questo clima positivo, almeno tra i non vedenti. Nella foto: ragazzi del centro islamico esplorano la nostra tavoletta a sfere. Articolo numero 4 Sono ben 23 gli studenti universitari non vedenti che abbiamo ora in carico Da quest'anno siamo presenti in entrambe le università del Togo: a Lomé e a Kara Da quest'anno sono entrati nel nostro progetto anche gli studenti dell'università di Kara, nella zona settentrionale del Togo, che si sono così aggiunti al già nutrito gruppo dell'ateneo principale che ha sede nella capitale Lomé. Abbiamo registrato inoltre un buon numero di matricole, ossia di studenti ciechi che hanno superato a luglio l'esame del BAC e hanno chiesto di essere assistiti per gli studi universitari. Bisogna osservare che in Togo questo esame è estremamente selettivo, con una percentuale di promossi che non supera il 30% e non è previsto nessun supporto o agevolazione per gli studenti non vedenti. Anche per questo siamo sempre lieti di dare a questi ragazzi, tutti estremamente volonterosi, l'opportunità di cimentarsi anche negli studi superiori. Particolarmente lusinghiero il risultato della scuola IFRAM di Sokodé, una di quelle che sosteniamo dall'anno scorso, che aveva ben 5 ragazzi nella classe finale del liceo e tutti e 5 hanno superato l'esame, con una percentuale di successo del 100% che fa particolarmente onore a questi ragazzi e ai loro insegnanti. Naturalmente sono entrati nella nostra squadra di universitari, 4 a Kara e 1 a Lomé. A tutti questi studenti il Gruppo San Francesco d'Assisi, attraverso il suo braccio operativo in Togo chiamato PINV - Progetto di Integrazione dei Non Vedenti, garantisce una borsa di studio per poter vivere in città, il pagamento delle tasse universitarie e la fornitura di libri di studio in braille. Nella foto: il gruppo di studenti di Kara Articolo numero 5 Continua la nostra ricerca di strumenti, semplici ed economici, per migliorare la didattica per i bambini ciechi in Africa Dopo la cassettina dei chiodini, arriva la lavagnetta braille con le sfere magnetiche Da insegnante in pensione, quando vado in Togo sono molto interessato agli aspetti didattici e mi piace proporre ai colleghi di laggiù delle soluzioni per migliorare l'efficacia del loro insegnamento verso i bambini ciechi, spesso purtroppo carente per la scarsità di strumenti ma anche per la rigidità di metodi di insegnamento quasi esclusivamente verbali. Quest'anno abbiamo creato due sistemi alternativi per scrivere in braille destinati ai bambini più piccoli: la cassettina con i chiodini e la tavoletta con le sfere magnetiche. Entrambi da usare prima di proporre il sistema di scrittura su carta, con tavoletta e punteruolo, assai complesso per i piccoli perché si scrive a rovescio e solo quando si è finito, girando il foglio, si può sapere cosa si è prodotto. La cassettina con i chiodini è stata un grande successo (vedi qui sotto) ma recentemente abbiamo sperimentato un altro sistema, economico e innovativo, per scrivere direttamente in braille, senza ribaltamento. In un sito cinese sono in vendita, a meno di 10 euro l'una, delle lavagnette su cui i bambini possono comporre dei disegni alzando con una penna calamitata delle sferette di acciaio. Abbiamo ricavato la struttura delle celle braille nascondendo con del nastro adesivo le file di sferette in più, ed il gioco è fatto: ecco pronto un sistema per scrivere in braille. I primi esemplari, uno per scuola, sono già in Togo e sono piaciuti tantissimo sia ai bambini che ai loro insegnanti. Adesso cercheremo di mandarne altri. F.F. Nelle foto: in alto particolare della nuova tavoletta braille con il sistema a sfere magnetiche. Sotto una bambina cieca di Kara che ha subito imparato ad usarlo. Articolo numero 6 Altre venti cassettine braille con i chiodini Hanno riscosso un enorme successo le cassettine destinate ai bambini ciechi più piccoli e, dopo le 12 portate ad aprile, adesso ne abbiamo mandate in Togo altre 20. Vengono usate solo per alcuni mesi nelle prime classi, prima di passare al punteruolo, e dovrebbero essere in numero sufficiente, anche perché svolgono un ruolo simile alla lavagnetta descritta qui sopra. Le ha realizzate un volontario di Padova e anche il legno e i chiodini, considerato lo scopo, sono stati donati. Articolo numero 7 Incontro a Roma con Unione Ciechi e Agenzia Prevenzione Cecità Il 10 ottobre il presidente del Gruppo San Francesco Fogarolo e il nostro rappresentante in Togo, in quel momento in Italia, Moise Allassan Tchapo, sono stati a Roma per due importanti incontri. Il primo presso la sede dell’Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti dove sono stati accolti da una delegazione della commissione che cura le iniziative internazionali con Eugenio Saltarel e Giorgio Ricci. Qui si è parlato molto dei nostri progetti sull’istruzione ma anche delle iniziative in campo sanitario. Al termine dell’incontro si è unito a noi anche il presidente nazionale dell’Unione Ciechi Mario Barbuto. Successivamente abbiamo avuto un approfondito dialogo presso la sede dell’IAPB, Agenzia Italiana per la Prevenzione della Cecità, con il presidente Giuseppe Castronovo, il vicepresidente Michele Corcio e il segretario generale Tiziano Melchiorre. L’agenzia ha rinnovato l’apprezzamento per quello che viene fatto in Togo dall’associazione Fontes (www.fontestogo.org) con cui collaboriamo nei progetti sanitari per la prevenzione e la cura delle malattie agli occhi in Togo. Foto presso l’Unione Ciechi con il presidente Mario Barbuto e altri partecipanti all’incontro. Articolo numero 8 Il saluto natalizio di Padre Fabio Gilli, il missionario comboniano non vedente che continua ad animare i nostri interventi per i ciechi del Togo «Non sono più là ma il nostro impegno per i ciechi del Togo non è per nulla finito» Miei cari amici, vi mando il più cordiale augurio di buon Natale e di un felice anno nuovo, accompagnato dalla mia preghiera. Ve lo posso assicurare: prego tanto per voi e per i vostri familiari. Sono sempre qui a Castel d'Azzano, nella casa dei comboniani. Quando sono tornato in Italia, quasi due anni fa, speravo di rimettermi un po' per poter tornare presto in Togo, invece le cose sono peggiorate, mi sono rotto le gambe, e ho capito che era meglio chiudere una parentesi e aprirne un'altra, donandomi ora con la preghiera per il bene dei togolesi. Ma io mi mi sento ancora missionario, lo dico sempre. Missionario comboniano al cento per cento anche qui. Quando sono diventato cieco ho chiesto ai miei superiori di poter tornare in Togo per continuare a svolgere la mia attività da missionario, e questo ho fatto per altri trent'anni ma con un impegno in più, determinato dalla mia nuova situazione: aiutare i tanti non vedenti, piccoli e grandi, che vivono laggiù e dare loro una speranza di vita dignitosa. Non abbiamo mai avuto grandi mezzi ma grazie all'aiuto di tanti, vostro in particolare, siamo riusciti a intervenire in tante situazioni molto tristi, sostenendo persone che fanno veramente pietà perché laggiù purtroppo la cecità porta spesso alla più nera miseria e alla totale emarginazione sociale. Vi garantisco che, anche se adesso non sono più là, il nostro impegno per i non vedenti non è per nulla finito. C'è mio fratello padre Bruno Gilli che è presente in Togo e amministra le offerte che arrivano per i ciechi, sia a nome suo che a nome mio, attraverso i comboniani di Verona. C'è il mio segretario Moïse Tchapo, persona fidatissima, che interviene di persona dove c'è bisogno di un intervento vigilando affinché gli aiuti vadano a chi ne ha veramente bisogno. Moïse è anche rappresentante in Togo dell'associazione Gruppo San Francesco di Barbarano Vicentino, fondata circa trent'anni fa dalla carissima amica Urbana Carezzoli, che continua a sostenere il nostro impegno a favore dell'istruzione dei bambini e ragazzi ciechi e il cui presidente, Flavio Fogarolo, va una volta all'anno in Togo per verificare l'andamento dei vari progetti. Io non ho nessuna intenzione di fermarmi e voglio continuare, con le forze che mi restano, a sostenere tutte queste iniziative che danno speranza a chi non vede. Ormai di notte dormo molto poco e così prego e ricordo tutti. Tutti voi che mi avete accompagnato in questi anni e mi avete aiutato ad aiutare. Tutte le persone che ho lasciato in Togo e che mi mancano tanto. Sono sereno perché ho incontrato Gesù e ho visto quello che ha fatto per me: con una mano mi ha levato gli occhi ma con l'altra mi guida e mi sostiene. Con questa forza vado avanti. Vi auguro di cuore un Natale di felicità e amore. Padre Fabio Gilli Nella foto: Moise Tchapo, nel giorno in cui è stata registrata questa lettera a Castel d'Azzano, si fa un selfie con Padre Fabio Gilli e Flavio Fogarolo Come aiutarci Potete inviare le vostre donazioni a favore dei ragazzi ciechi di Togoville scegliendo una di queste tre modalità: - Presso gli uffici postali con bollettino di C.C. P. n. 18 88 33 55 intestato a “Gruppo S. Francesco d’Assisi onlus” - Con bonifico bancario: IBAN IT 07 U0 76 0111 8000 0001 888 3355 Bancoposta Agenzia di Vicenza - On line con PayPal o carta di credito seguendo il link diretto nell'home page del nostro sito: www punto grupposanfrancesco punto org. Le donazioni al Gruppo San Francesco sono detraibili dalle imposte secondo la normativa vigente per le onlus. Conservare allo scopo la ricevuta originale delle poste o della banca. Articolo numero 9 E' GIUNTA L'ORA... E' giunta l'ora... andiamo amici ad incontrare i derelitti, i senza pane, i derubati, gli oppressi e offesi dall'orgoglio altrui, gli intrappolati in loschi intrighi. Andiamo amici... e il nostro andare sarà richiamo per altre genti, sarà respiro per altri cuori; e insieme, uniti, faremo un mondo dove saremo tutti fratelli. Urbana Carezzoli da "Frammenti di favore vere" 1993 Buon Natale dal Gruppo San Francesco d’Assisi Intestazione Gruppo San Francesco d'Assisi Associazione di solidarietà ONLUS Sede legale: via Salvi, 13 - 36021 Barbarano Mossano (Vicenza) Tel. e fax 0444 / 63 80 33 mail: info@grupposanfrancesco.org web: www.grupposanfrancesco.org Codice Fiscale: 950 478 602 42 Amici di Togoville - dicembre 2018 Pubblicazione registrata presso il tribunale di Vicenza 12/2002 Direttore responsabile: Alberto Carollo.