Amici di Togoville Kekeli Neva Bollettino del Gruppo San Francesco d'Assisi di Barbarano Vicentino www.grupposanfrancesco.org Dicembre 2016 I nostri auguri vi giungano con il piccolo calendario 2017 di Kekeli Neva Che il sorriso dei bambini ciechi di Togoville vi accompagni per tutti i prossimi mesi. Kekeli Neva Venga la Luce! Sommario 1 Ciechi che vivono dignitosamente del proprio lavoro: anche in Togo si può di Flavio Fogarolo 2 Non è facile trovare un lavoro per chi non vede 3 Gessi da lavagna 4 Sapone 5 L'ultima idea: decorare le ciabatte 6 Il nostro centro per la produzione di libri braille a Lomè 7 I bambini nuovi di Kekeli Neva 8 Tcharo Ayeva, ragazza non vedente, ha superato il corso di giornalismo 9 Saluti e auguri da Padre Fabio 10 I bambini sono meravigliosi - Lettera pervenuta Articolo numero 1 La scuola non basta: tante iniziative per dare un lavoro a chi non vede Ciechi che vivono dignitosamente del proprio lavoro: anche in Togo si può In questo ultimo giornalino del 2016 parliamo soprattutto di lavoro. La nostra associazione da 25 anni si è impegnata a far studiare i bambini e ragazzi ciechi, ma l'obiettivo finale è ovviamente quello di metterli in condizione, da adulti, di avere di che vivere. Anni fa ci dicevano: «La scuola non basta: se alla fine avremo disoccupati istruiti, anziché disoccupati ignoranti, sarà cambiato ben poco». Non è andata così, per fortuna. Grazie all'istruzione è migliorata enormemente la consapevolezza dei non vedenti nelle loro possibilità e la voglia di sentirsi a pieno titolo, sotto tutti i punti di vista, cittadini del loro paese. Fino a non molto tempo fa in questa regione i ciechi vivevano, o meglio sopravvivevano, quasi tutti chiedendo elemosina. Oggi non conosco nessuno tra gli adulti ciechi usciti da Kekeli Neva negli ultimi decenni che faccia il mendicante, anche se è uscito senza nessun titolo di studio. Un po' di agricoltura, qualche semplice lavoro manuale, un aiuto di vario tipo nel villaggio… tutti cercano di fare qualcosa. L'istruzione cambia la testa delle persone; me lo confermava qualche tempo fa anche il Vescovo di Aneho, Mons. Isacco Gaglo: «Una volta i ciechi andavano nelle parrocchie a chiedere soldi e cibo, ma da quando c'è questa scuola vanno a chiedere soprattutto lavoro». Sono sempre a chiedere, è vero, ma non è un cambiamento da poco. La scuola di Togoville continua la sua attività con qualche problema, inevitabile, ma anche belle soddisfazioni. Quest'anno avevamo quattro ragazzi che sostenevano l'esame di fine liceo, il temutissimo BAC che in Togo fa stragi di studenti con una percentuale di respinti che si aggira sul 70%. Tutti e quattro i nostri ce l'hanno fatta e ora sono iscritti all'università! Altri due insegnanti non vedenti sono stati assunti dallo Stato per lavorare a Kekeli Neva: un bel supporto economico per l'istituto dei ciechi ma anche un importante messaggio di speranza e di invito all'impegno per i più giovani. Quello che facciamo per i ciechi in Togo sarà anche piccola cosa, ma a loro sta cambiando la vita. Grazie a tutti voi e buon Natale. Flavio Fogarolo Articolo numero 2 Non è facile trovare un lavoro per chi non vede In Togo è una battaglia che combattiamo da anni, tra mille difficoltà ma anche tante soddisfazioni. Alla fine risultano determinanti, come ovunque, idee nuove e tanta buona volontà. È molto complicato offrire un'occupazione decorosa a chi non vede se, come in Togo, non c'è nessuna tutela di legge e conta solo la concorrenza: qualsiasi lavoro manuale può essere fatto meglio e più velocemente da chi vede bene, e i ciechi rimangono regolarmente tagliati fuori. Va meglio per coloro che hanno studiato perché in Togo i titoli di studio hanno grande valore e qualche possibilità di tanto in tanto si apre ai nostri ragazzi che, proprio perché ciechi, hanno potuto conseguire utili diplomi anche se provengono da famiglie poverissime. La concorrenza è spietata su tutto, come si diceva, e si può battere solo in due modi: con un aiuto dall'esterno che compensi le oggettive difficoltà di chi lavora senza vedere o con un grande sforzo di creatività individuando prodotti innovativi o attività particolari, che nessuno o quasi sta facendo. Rientra nel primo tipo la produzione di gessetti da lavagna che resiste da oltre 25 anni perché la materia prima è fornita gratuitamente dall'Associazione Ciechi di Guerra di Padova. Fabbricare gessetti a mano è semplice, basta avere gli stampi, e in Togo ci sono decine di piccolissime aziende che fanno questo lavoro. Poi c'è la produzione di pomate: pentoloni di una sostanza gelatinosa molto aromatizzata versata in piccoli contenitori, da vendere poi per le strade. Ci lavorano un giorno-due al mese, e ci si ritrova quando la scorta è finita (vedi foto in copertina). La produzione di sapone fatto a mano è un po' la sintesi delle due strategie: serve un aiuto iniziale, in questo caso la macchina per tagliare i blocchi, ma anche inventiva perché se si producesse un sapone uguale a quello industriale sarebbe impossibile competere. Articolo numero 3 Gessi da lavagna Sono oltre vent'anni che a Togoville funziona una laboratorio per la produzione di gessetti, molto usati in Africa perché a scuola anche i bambini, non solo gli insegnanti, scrivono spesso sulle lavagnette. Vi lavorano regolarmente circa 25 persone, quasi tutte non vedenti. Queste attività è sostenuta, fin dagli Anni '90, dall'Associazione Ciechi di Guerra del Nord Italia, con sede a Padova, che continua a inviare generosamente ogni anno un container carico di polvere di gesso da impastare, di ottima qualità. Nelle foto: Nel reparto dove si mettono i gessetti in scatola lavorano solo non vedenti. Articolo numero 4 Sapone Anche la produzione artigianale del sapone è un'attività che funziona abbastanza, soprattutto se si forniscono saponi con essenze o caratteristiche particolari, curative o antisettiche ad esempio, che rispondono ai gusti locali. In questo modo quando si va al mercato si riesce a fare un po' di concorrenza ai prodotti industriali, importati di solito dalla Cina. Padre Fabio, grazie agli aiuti che riceve dall'Italia, ha donato al gruppo di non vedenti che svolge questa attività una macchina per tagliare i blocchi di sapone in forme regolari. Nelle foto: Padre Fabio con la nuova pressa per il taglio del sapone. Articolo numero 5 L'ultima idea: decorare le ciabatte Un'attività così a noi non sarebbe mai venuta in mente e confesso che ho dovuto farmela spiegare più volte prima di capire di cosa si trattasse. In Togo sono usatissime le ciabatte infradito da spiaggia, importate di solito dalla Cina e vendute a pochi soldi. Abbiamo preso contatti con un'associazione di ragazzi Togolesi molto intraprendenti, chiamata AEJT - Association Enfants et Jeunes Travailleurs, che ha avuto l'idea di decorarle con fili di lana colorati e qualche conchiglia e provare a venderle nei vari mercati. Costano poco più delle ciabatte originali e alla gente piacciono. Ma ci siamo posti subito la domanda: un lavoro di questo tipo può essere fatto anche da non vedenti? Sono state fatte delle prove e i risultati sono stati incoraggianti: i ciechi vanno formati adeguatamente e aiutati nella scelta dei colori, ma poi vanno da soli alla grande. La formazione prevede un breve corso residenziale (1-2 settimane), la fornitura delle attrezzature e dei materiali di consumo (ciabatte, lane, perline, pinze…), un periodo di accompagnamento di alcuni mesi in cui ricevono regolarmente la visita di un tutor che aiuta anche nelle vendite e un piccolo sussidio per evitare che i primi incassi vengano usati per esigenze primaria (nutrirsi prima di tutto) senza mettere da parte le quote necessarie per continuare in autonomia. Il supporto, visite e sussidio, andrà verso l'estinzione e nel giro di un paio d'anni l'attività dovrebbe essere autonoma. I corsi inizieranno tra breve. I primi destinatari sono già stati individuati e l'attrezzatura è pronta. Tutti i costi sono coperti dalla nostra associazione. Nella foto: Alcuni esempi di ciabatte decorate. Articolo numero 6 Il nostro centro per la produzione di libri braille a Lomè Attivato dal nulla una decina d'anni fa per rispondere ai bisogni degli universitari ciechi che studiano nella capitale, è cresciuto sia rispetto alle attrezzature che alle competenze degli operatori La sede di quello che chiamiamo PINV - Project d'Integration des Non Voyants, occupa due stanze in affitto in un quartiere particolarmente vivace della capitale Lomè, chiamato Atikoumé. Qui, con il tempo, la nostra associazione ha messo in piedi un servizio che si occupa di trascrizione dei testi di studio per i nostri studenti non vedenti: producono soprattutto libri in braille ma anche file audio, in certi casi. Tutti materiali di qualità, consegnati velocemente con piena soddisfazione di tutti. L'attrezzatura è discreta: due stampanti braille Index Everest, alcuni scanner, quattro computer, una stampante normale a inchiostro, tutto collegato in rete. Ma l'esperienza insegna che (e vale anche in Italia) in questi casi l'ostacolo più difficile da superare non è tanto l'acquisto delle apparecchiature quanto le competenze di chi poi le deve usare. Kopko Dodzi lavora qui dal 2008 ed ha maturato una notevole esperienza. Agbogbokpa Dzikokoe e Medadje Germain sono con noi da un paio d'anni; conoscevano già il braille e si sono formati velocemente sulla redazione dei testi al computer e l'uso della stampante braille. Germain viene dal vicino Ghana dove si parla inglese e risulta prezioso nella redazione di testi in quella lingua, spesso richiesti dagli studenti. Quando è necessario si recano al campus universitario per preparare i materiali in sede, soprattutto in occasione degli esami. Il quarto della squadra è Sevon Célestin. Ipovedente, ha studiato a Kekeli Neva e frequentato l'università con il nostro progetto. Ha un piccolo residuo visivo che gli consente una certa autonomia operativa e l'abbiamo incaricato di gestire i rapporti con gli studenti presso i loro alloggi. Aiuta anche a preparare i testi perché anche lui sa usare il computer, con l'aiuto della sintesi vocale e ingrandendo bene i caratteri. Nelle foto: I quattro operatori in servizio al nostro centro di trascrizione braille. Da sinistra Agbopka, Célestin, Dodzi e Germain. Articolo numero 7 I bambini nuovi di Kekeli Neva Come ogni anno verso settembre/ottobre arrivano le foto dei bambini che entrano per la prima volta nella scuola di Togoville. Quest'anno i nuovi arrivati sono otto, di varie età, come succede spesso, perché le loro storie di solito non sono per nulla semplici. La bambina della foto a fianco si chiama Akouvi, di 6 anni. È cieca totale e frequenterà la classe che chiamano CI (classe introduttiva) dove, assieme ad altri 6 compagni, inizierà a familiarizzare con il braille e a conoscere la lingua francese che in Togo è lingua ufficiale, studiata a scuola fin dai primi anni, profondamente diversa dalla lingua che tutti parlano in casa. All'inizio, come è ovvio, sono tutti un po' spaesati, come si vede anche dall'espressione perplessa nella foto, ma di solito si ambientano molto presto. Nella foto: La piccola Akouvi Articolo numero 8 Un altro successo tra i nostri studenti Tcharo Ayeva, ragazza non vedente, ha superato il corso di giornalismo Ha concluso la sua formazione quest'estate conseguendo il diploma chiamato BTS (Brevet de Technicien Supérieur) in giornalismo, sezione radio. Tcharo è stata sostenuta dal nostro progetto per tutti gli studi universitari, prima la laurea triennale in inglese, conseguita nel 2014 poi, appassionata delle nuove tecnologie di comunicazione, ha scelto questo corso di giornalismo superato brillantemente in due anni. In Togo, come in molti paesi africani, si usa pubblicare fin dalla scuola primaria la classifica degli studenti delle varie classi e questo vale anche per il corso frequentato da Tcharo. Come è successo altre volte, abbiamo la sorpresa di trovare i nostri ragazzi al primo posto, anche se unici ciechi in un corso dove tutti gli altri sono vedenti. Questa volta tocca a Tcharo, prima in uno corso di 16 studenti. Ha ricevuto grandi incoraggiamenti e lodi dai suoi formatori, che hanno particolarmente apprezzato la sua grinta nel superare i problemi, oltre le sue indubbie capacità. Nel corso dei suoi studi Tcharo ha usufruito dei servizi di supporto che il Gruppo San Francesco ha attivato per gli studenti universitari, in particolare la predisposizione di testi di studio in braille, audio o digitale Attualmente sta completando la sua formazione con un periodo di stage presso una radio togolese. Nella foto: Tcharo il giorno dell'esame con i nostri due operatori, Dodzi e Agbopka, che hanno curato la trascrizione in braille delle prove. Articolo numero 9 Saluti e auguri da Padre Fabio «Per non perdere la gioia di annunciare il Natale a tutti gli uomini, soprattutto a coloro che sono gli ultimi, abbandonati e dimenticati» Cari amici, porgo a voi e ai vostri cari il mio vivo e cordiale augurio di buone feste con la promessa della mia preghiera. Vi spero tutti bene. Io sto bene e mi sto rimettendo dall'ultimo inconveniente che mi è capitato. Ho ripreso la mia attività di sempre con le messe, le confessioni, le direzioni spirituali e via dicendo. Gli anni sono 80 ma mi sento ancora in forma e sono tanto contento della missione alla quale il Signore mi ha chiamato e per la quale ho coinvolto pure tutti voi che da anni mi seguite e mi aiutate in tutti i modi. Tanti amici sono ormai in Paradiso, a cominciare da Urbana, e intercedono per questa opera a favore dei non vedenti. È un'opera che si sta sviluppando bene e ne sono contento. Non cesso di ringraziare il Signore e voi tutti per il grande aiuto che mi avete dato. Tutti mi chiedono come faccio e io rispondo che è il Signore che la realizza. È una verità che è sempre bello ricordare perché senza il Signore noi non riusciremmo a combinare nulla di buono. Amo tanto i miei bambini non vedenti e per loro sono sempre disposto a dare mille volte la mia vita. Rinnovo il mio augurio di bene e di pace a tutti voi. Chiedo a voi pure una preghiera per me affinché non abbia mai a perdere la gioia di annunciare il Natale a tutti gli uomini, soprattutto a coloro che sono gli ultimi, abbandonati e dimenticati. Che abbia sempre questa gioia nonostante le prove e le difficoltà di ogni genere, che purtroppo non mancano mai. Vi ringrazio assieme a tutti i bambini e i ragazzi ciechi che si ricordano sempre di voi nelle loro preghiere. Con affetto vostro Padre Fabio Gilli Nella foto: Padre Fabio nella sua stanza in Togo Articolo numero 10 I bambini sono meravigliosi I nostri piccoli ciechi in Togo ma anche tanti coetanei italiani. Leggete un po' questa lettera: Carissimi Sono la nonna di una bambina di sei anni animata da tanto amore per le persone, soprattutto per i bambini che soffrono. Ha a cuore i piccoli con problemi alla vista perché il suo gemello deve portare gli occhiali ed è stato a rischio di perdere la vista essendo nati molto prematuri. A Natale della scorso anno ha confezionato delle piccole casette e vendute: ha ricavato 220 euro. Ho cercato a lungo un centro che mi desse la sicurezza che quei soldini vengano utilizzati in modo serio. Un sacerdote mi ha indirizzato a voi. Oggi farò il conto corrente in posta. Con affetto Lettera firmata, da un paesino del Friuli Come aiutarci Potete inviare le vostre donazioni a favore dei ragazzi ciechi di Togovillescegliendo una di queste tre modalità: - Presso gli uffici postali con bollettino di C.C. P. n. 18 88 33 55 intestato a “Gruppo S. Francesco d’Assisi onlus” - Con bonifico bancario: IBAN IT 07 U0 76 0 1 1 1 8000 0 0 0 1 8 8 8 3 355 Bancoposta Agenzia di Vicenza - On line con PayPal o carta di credito seguendo il link diretto nell'home page del nostro sito: www punto grupposanfrancesco punto org. Le donazioni al Gruppo San Francesco sono detraibili dalle imposte secondo la normativa vigente per le onlus. Conservare allo scopo la ricevuta originale delle poste o della banca. Intestazione Gruppo San Francesco d'Assisi Associazione di solidarietà ONLUS Sede legale: via Salvi, 13 - 36021 Barbarano Vicentino (Vicenza) Tel. e fax 0444 / 63 80 33 mail: info@grupposanfrancesco.org web: www.grupposanfrancesco.org Codice Fiscale: 950 478 602 42 Amici di TogovilleKekeli Neva - dicembre 2016 Pubblicazione registrata presso il tribunale di Vicenza 12/2002 Direttore responsabile: Alberto Carollo.