Amici di Togoville Kekeli Neva Bollettino del Gruppo San Francesco d'Assisi di Barbarano Vicentino www.grupposanfrancesco.org Dicembre 2014 Sommario 1 C’è più gioia nel dare che nel ricevere - di Flavio Fogarolo 2 Sei nuovi bambini ciechi quest’anno a Kekeli Neva 3 Ma al nord del Togo la situazione per i ciechi è molto più difficile 4 Non solo i ciechi hanno bisogno di aiuto, e così ci siamo inventati i "fondi neri" 5 Colette che non cammina e non parla 6 Micheline e Juliette adesso vanno a scuola 7 «Non avere paura se la notte si fa più oscura» - di P. Fabio Gilli 8 Anche Ferdinand ce l’ha fatta! I nostri auguri vi giungano con il piccolo calendario 2015 di Kekeli Neva Che il sorriso dei bambini ciechi di Togoville vi accompagni per tutti i prossimi mesi. Kekeli Neva Venga la Luce! Articolo numero 1 Incontri persone che diventano di colpo il tuo prossimo perché sai che qui nessun samaritano passerà più tardi C’è più gioia nel dare che nel ricevere QDa quando sono in pensione, riesco ad andare in Togo regolarmente ogni anno. A parte il controllo più attento dei nostri progetti che in questo modo posso garantire, quello che è cambiato radicalmente per me è il rapporto con le persone del posto, adesso molto più diretto e individuale. Per evitare equivoci, permettetemi una precisazione, imbarazzante ma forse necessaria: nemmeno un euro dell’associazione è mai stato usato per questi viaggi che da noi sono interamente a carico di chi li fa. Fino a qualche anno fa, gli allievi di Kekeli Neva erano per me «i ragazzi ciechi del Togo»; adesso quando penso a loro ho in mente Honorine, Gédeon, Déborah, Alphonsine... Hanno un nome, un volto, delle storie. E degli occhioni pazzeschi, anche quando sono spenti. Andando in Togo ti scontri con tanti bisogni e sofferenze. C’è senza dubbio gente che cerca di approfittarne, che vede il bianco come un distributore automatico di aiuti al quale conviene sempre chiedere, non si sa mai. Per fortuna ho chi mi aiuta a filtrare. I bisogni veri sono comunque tanti e, visto che non sono lì come turista per caso (né turista, né tanto meno per caso) è impossibile far finta di niente. Piccole cose, ma delle risposte abbiamo cominciato a darle: a pagina 3 parliamo di queste nuove iniziative e dei nostri cosiddetti fondi neri. «Chi è il mio prossimo?» È una delle domande più intriganti del vangelo. Incontri una persona che non hai mai visto prima, di cui sai poco o nulla se non che ha bisogno di aiuto e se non glielo dai tu non ci sarà nessun samaritano che passerà più tardi. C’è poco da discutere: quella persona è diventata di colpo il tuo prossimo. Abbiamo concluso un altro anno difficile ma pieno di soddisfazioni, perché di sicuro riconoscere il prossimo fa bene. Scriveva Urbana: «C’è più gioia nel dare che nel ricevere». Aveva proprio ragione, anche su questo. Buon Natale e grazie a tutti voi! Flavio Fogarolo Articolo numero 2 Sei nuovi bambini ciechi quest’anno a Kekeli Neva Ben tre di loro sono figli di genitori non vedenti Come ogni anno l’Istituto dei Ciechi di Togoville "Kekeli Neva" accoglie a settembre un piccolo gruppetto di bambini di nuova iscrizione: provengono quasi sempre da villaggi lontani e devono abbandonare la famiglia per iniziare la nuova vita di comunità. Nei primi giorni gli educatori hanno il loro da fare per far esplorare ai piccoli ciechi il nuovo ambiente e insegnare loro a muoversi con un minimo di autonomia. Kodjo Gregoire ha 7 anni e viene dal villaggio di Ahépé a circa 70 km di distanza da Togoville. Suo padre è cieco e lavora come "malafoutier" cioè aiuta a produrre il vino di palma. Anche la mamma è cieca e si arrangia con la vendita di caramelle, arachidi, zucchero, etc. La sua malattia agli occhi è di sicuro di origine ereditaria perché anche il fratellino più piccolo non ci vede. Ayao Kouma Emile vive in un villaggio a 20 km. Cieco dalla nascita, adesso ha 12 anni e la famiglia, poverissima, non l’ha mai mandato a scuola in precedenza. Si riconosce facilmente nella foto qui sopra perché è il più grande del gruppo. Afi Céline, una bambina, ha 9 anni. Viene dalla capitale, Lomé, dove il padre fa il tassista; la mamma è morta. Celine per fortuna ha frequentato qualche anno di scuola primaria normale e dopo un recupero in braille potrà probabilmente essere inserita nella sua classe. Anche Akossiwa è una femminuccia e anche lei è senza mamma: ha 12 anni e per fortuna riesce a vedere ancora qualcosa, ma non abbastanza per leggere e scrivere normalmente. È andata a scuola negli anni precedenti e quindi anche lei, dopo un avvio al braille, dovrebbe rientrare nella sua classe. Paul ha 9 anni ed è non vedente dalla nascita. Vive con la nonna cieca e la mamma ipovedente: ha una sorellina, anch'essa cieca totale. La mamma si ingegna con piccole attività di sussistenza. Jean Baptiste (ma tutti lo chiamano Jean) viene dalla capitale Lomé. Ha 8 anni ed è nato ipovedente. È figlio di genitori entrambi non vedenti: il padre fa il massaggiatore, dopo aver frequentato un corso di formazione professionale al Centro Santa Lucia, a Lomé. La mamma fa piccoli commerci. Fa impressione che metà di loro, tre su sei, provengano da famiglie di non vedenti. Due, Gregoire e Jean, hanno entrambi i genitori ciechi, mentre nel caso di Paul è cieca la mamma e la nonna. E sia a casa di Paul che di Gregoire c’è un altro fratellino cieco più piccolo. Sapevamo che anche in Togo la cecità può avere origini genetiche ma tanti familiari ciechi così non li avevamo mai avuti. Ben arrivati a Kekeli Neva! L'articolo è illustrato con due foto. Nella prima: Alcuni dei nuovi bambini della classe dei più piccoli: da sinistra Gregoire, Emile, Céline e Jean.Baptiste. Dietro la direttrice dell’istituto, suor Théophane. Nella seconda: Primo piano di Jean Baptiste, 9 anni. Ha entrambi i genitori ciechi assoluti; lui per fortuna almeno un po’ ci vede ma non abbastanza per leggere e scrivere con la penna. Articolo numero 3 Ma al nord del Togo la situazione per i ciechi è molto più difficile Dall’anno scorso Kombaté Tchabikane, cieco, studia a Togoville con i nostri ragazzi di Kekeli Neva. Viene da Dapaong, nella regione delle Savane, al nord, dove ha studiato, pur tra mille difficoltà, fino a quasi l’esame di maturità. Grazie ai servizi che abbiamo messo in piedi, a Togoville gli studenti ciechi possono usufruire di un supporto che in altre regioni dell’Africa, e dello stesso Togo, è ben lontano dall’essere garantito. - Quando ero a Dapaong - ci ha detto - il mio percorso scolastico è stato molto difficoltoso: nessun aiuto, nessun supporto specializzato o materiale di studio adattato. Ogni studente cieco è lasciato in carico alla sua famiglia e al suo villaggio e quasi tutti rinunciano agli studi. Fare i compiti in classe è un incubo per gli studenti ciechi perché nessuno nelle scuole conosce il braille. Kombaté ricorda spesso ai suoi compagni la differenza tra la realtà che ha conosciuto e i servizi che ha trovato a Togoville, con personale di supporto, fornitura regolare di materiali di studio braille e audio e assistenza durante tutte le prove e gli esami. - Se fossi stato qui sin dall'inizio della carriera scolastica adesso sarei già laureato - conclude amaramente. A causa delle difficili condizioni al nord, nonostante la buona volontà ha accumulato infatti un certo ritardo negli studi e adesso vuole arrivare prima possibile al diploma. NElla foto: Kombatè, con la camicia gialla, mentre mostra ad un ragazzo come funzionano i nuovi lettori MP3 per gli audio libri. Grazie alla maggiore età, e ad un modesto ma importante residuo visivo, riesce ad essere spesso utile e autorevole con i compagni. Articolo numero 4 Avendo contatti sempre più stretti con le persone del Togo emergono tanti bisogni ai quali è molto difficile non dare risposte Non solo i ciechi hanno bisogno di aiuto, e così ci siamo inventati i "fondi neri" La nostra associazione ha lo scopo di promuovere l’autonomia dei ciechi di questa regione del Togo soprattutto attraverso l’istruzione e la formazione. È questa la finalità per cui raccogliamo le offerte dei nostri sostenitori e ci teniamo molto a rispettarla. Ma accanto ai ciechi vivono persone che hanno a volte estremo bisogno e quando le conosci di persona, ci parli assieme, vedi come vivono… è difficile non dare risposte. Sono soprattutto le emergenze sanitarie in Togo che risultano devastanti per le famiglie e le persone. Non parliamo di gravi malattie, ma anche di semplici cure e banali interventi chirurgici. Faccio solo un esempio: una persona che fa da guardiano notturno nel nostro centro delle trascrizioni braille a Lomè (in Togo ogni cosa con un minimo di valore deve essere sorvegliata in continuazione altrimenti scompare in pochi giorni) doveva essere operato di ernia inguinale. Soffriva tantissimo ma l’operazione costava oltre 10 volte il suo salario mensile e lui non se la poteva permettere. L’abbiamo aiutato, ovviamente. C’è una giovane mamma cieca che non aveva i soldi per pagare i controlli sanitari da fare durante la gravidanza. Glieli abbiamo pagati noi. Poi conosci famiglie che non possono mandare a scuola i bambini: la scuola costa e chi non se lo può permettere ci deve rinunciare. In alcuni casi il problema riguarda proprio i figli dei ciechi ex allievi di Kekeli Neva: i genitori a volte si mantengono in qualche modo con piccole attività economiche ma quando si tratta di pagare la retta, acquistare un minimo di attrezzatura scolastica, fornire la divisa (in Togo tutti i bambini devono andare a scuola vestiti uguali) non ce la fanno proprio. In questi casi l’impegno è continuativo e serve una specie di "adozione a distanza" specifica: grazie alla disponibilità di alcune famiglie abbiamo dato risposta anche a loro. Nell’insieme questa attività assistenziale è modesta rispetto al grosso impegno che abbiamo con Kekeli Neva: siamo sull’ordine dei 1.500 euro l’anno, più o meno, contro gli oltre 45.000 per la scuola di Togoville e gli studenti più grandi. Siamo soddisfatti di essere riusciti a far fronte a questi impegni senza intaccare le risorse dell’associazione e quindi rispettando la destinazione delle donazioni ricevute. Essendo fuori dal nostro bilancio, li chiamiamo scherzosamente "i nostri fondi neri". Ovviamente di nero non c’è nulla: semplicemente non passano per il Gruppo San Francesco ma vanno direttamente sul conto dei Missionari Comboniani e da lì in Togo. Chiariamo che su queste iniziative vogliamo solo informare, non sollecitare aiuti: le attività di assistenza e le adozioni a distanza sono tutte finanziate in modo adeguato, non serve altro. Se in futuro ci saranno nuove esigenze vedremo come fare. Sono piuttosto le attività principali, quelle destinate a sostenere la scuola e gli studenti più grandi, che hanno sempre più bisogno di risorse, e su quelle siamo sempre in difficoltà. F.F. Articolo numero 5 Colette che non cammina e non parla In Togo ci hanno portato a vedere Colette: ha tre anni, non parla e non cammina. C’è di sicuro una grave disabilità neuromotoria. Abbiamo fatto un breve video e in Italia l’abbiamo mostrato ad una specialista di un centro di riabilitazione: ha indicato una serie di interventi da fare per darle una speranza di vita decente, ma lì è tutto maledettamente complicato. Il padre si era rivolto agli usurai per pagare le poche cure che ha potuto darle. Servirebbe poi una carrozzina per sostituire il girello della foto, ormai piccolo e inadatto. Ora Colette è in carico ai nostri "fondi neri" e, per adesso, almeno queste piccole cose sono assicurate. Nella foto: Colette su un girello. Articolo numero 6 Micheline e Juliette adesso vanno a scuola Micheline, 7 anni, è la figlia maggiore di una coppia di non vedenti. Juliette ha 6 anni e vive con la mamma cieca, il padre se n’è andato. Tutte e due sono intelligenti e sveglie e, per fortuna, senza nessun problema di vista. Ad entrambe abbiamo trovato il sostegno di una famiglia e adesso vanno a scuole senza problemi. Allo stesso modo facciamo studiare anche un altro paio di ragazzi più grandi. Nelle foto: A sinistra Micheline, qui sopra Juliette con la mamma Christine. Christine, non vedente, è stata una delle prime allieve di Kekeli Neva, negli anni ’90 Articolo numero 7 Il saluto natalizio di Padre Fabio Gilli, il missionario comboniano, non vedente, che ha fondato Kekeli Neva «Non avere paura se la notte si fa più oscura» di Padre Fabio Gilli Miei cari amici e simpatizzanti del gruppo San Francesco d’Assisi, in prossimità della festa del Santo Natale porgo a tutti il mio più cordiale e sincero augurio con la promessa della mia preghiera in quella notte santa perchè tutti abbiamo ad alzarci e lontani dal fragore di tante sconfitte recitiamo il nostro Credo a Colui che conosce l’errore che ci sovrasta e viene a farsi dono di amore. Andiamo incontro al Vero Natale, quello che nella notte del mondo spalanca all’uomo porte e finestre. Vi penso bene tutti, non faccio un passo si può dire senza pensare a voi. E prego tanto. Sento il Signore che mi dice e lo dice a tutti: - Fabio, non temere se il mare è in burrasca ed il vento contrario tira forte, Gesù ha vinto il male ed anche la morte. - Fabio, non avere paura se la notte si fa più oscura, ma fissa, segui, ed aggrappati alla stella: la strada è quella che conduce al vero Natale per una eterna gioia pasquale. Vi saluto assieme a Moïse, a tutti gli altri collaboratori, ai bambini e alle bambine non vedenti, e tutti assieme vi auguriamo buone cose. Con affetto vostro nel Signore P. Fabio Gilli Natale 2014 Articolo numero 8 Anche Ferdinand ce l’ha fatta! È diventato professore di inglese alle medie Si è laureato, ha vinto il concorso ed è diventato professore di inglese al College, corrispondente alle nostre scuole medie. Fernand Gassrevi, cieco assoluto, è stato accolto da piccolissimo a Kekeli Neva parecchi anni fa; molto serio e sempre impegnato negli studi, ha finalmente coronato il suo sogno. Per la formazione ha dovuto trascorrere diversi mesi a Atakpamé, una città a 150 Km dalla sede abituale. Era il primo, e unico, non vedente del corso e il nostro servizio ha dovuto organizzare tutto sul posto, dalle trascrizioni braille al supporto durante gli esami. Non è stato facile ma ne è valsa la pena. Bravo Ferdinand! NElla foto: Ferdinand il giorno dell’esame finale, con la sua tesi in mano Auguri di Natale Assieme abbiamo vissuto il sogno di un Natale di solidarietà che dura tutto l'anno. Grazie per averci ascoltato, grazie per averci aiutato. Buon Natale dal Gruppo San Francesco d’Assisi Intestazione Gruppo San Francesco d'Assisi Associazione di solidarietà ONLUS Sede legale: via Salvi, 13 - 36021 Barbarano Vicentino (Vicenza) Tel. e fax 0444 / 638033 mail: info@grupposanfrancesco.org web: www.grupposanfrancesco.org C.C. Postale n. 18 88 33 55 intestato a "Gruppo S. Francesco d'Assisi ONLUS" Codice IBAN IT07 U076 0111 8000 0001 8883 355 Bancoposta Agenzia di Vicenza Coordinate bancarie: ABI 7601 CAB 11800 Conto 18 88 33 55 Codice Fiscale: 95047860242 Amici di Togoville Kekeli Neva - Dicembre 2014 Pubblicazione registrata presso il tribunale di Vicenza 12/2002 Direttore responsabile: Alberto Carollo.