Gruppo San Francesco d'Assisi
Associazione di solidarietà per i ragazzi ciechi del Togo

Amici di Togoville

Bollettino del "Gruppo San Francesco d'Assisi" - Barbarano Vicentino (VI)
novembre 2000


Prestami la tua luce. Io devo andare"
Sono arrivati ma Urbana non c’era

27 settembre 2000.

Sono venuti da lontano a trovare maman Urbana. Avevano preparato delle canzoni, anche in italiano, apposta per lei.
Ma Urbana ci aveva lasciati due mesi prima, alle prime ore del 22 luglio.
I sedici ragazzi di Kekeli Neva, venuti a trovarla in rappresentanza di tutti i ragazzi dell’Istituto dei ciechi di Togoville, si sono accontentati di alcuni canti e alcune preghiere attorno al suo letto e davanti alla sua tomba.

Anche per noi è stato un giorno denso di emozioni e di sentimenti contrastanti: dalla festa al dolore, dalla felicità di un incontro alla tristezza per un abbraccio mancato.
E’ stata un’occasione importante per rinsaldare il rapporto di fiducia e rinnovare la promessa che ci ha unito e ci unisce, ora, ancora di più, noi del Gruppo San Francesco: fare il possibile affinché il sogno di Kekeli Neva, il sogno della luce che deve arrivare, per noi e per tutti i ragazzi ciechi del Togo, continui e si trasformi sempre di più in una splendida realtà.

Urbana ci credeva.
Noi pure.

Senza Urbana?

È questo il primo bollettino che pubblichiamo senza Urbana.
In questo periodo abbiamo organizzato la prima lotteria senza Urbana, stiamo preparando il primo container senza di lei.
Tra poche settimane spediremo in Togo, come ogni anno a dicembre, il nostro contributo semestrale di venti milioni di lire per le spese di funzionamento della scuola di Togoville. Sono le offerte donate in questi mesi dai sostenitori dell’associazione. Come ogni anno, si diceva, quindi nulla di straordinario; ma questa è la prima volta che lo facciamo senza Urbana.

Senza Urbana?

È difficile crederci. Forse sarebbe meglio dire: "Con Urbana che ci aiuta in modo diverso".
Dopo il grosso disorientamento che ha seguito i giorni tristi della sua morte, il Gruppo San Francesco, anche se con fatica, si è riorganizzato ed è ora più convinto che mai a mantenere la parola data, a non mollare.
È la promessa che ti abbiamo fatto tante volte, cara Urbana. Una promessa tacita e riservata, ma non per questo meno impegnativa. Il Keleli Neva che tu tanto hai amato deve continuare a vivere, e noi faremo il possibile perché ciò avvenga.
Certamente non senza di te! Vedi un po’ tu come puoi aiutarci: sappiamo che ci sai fare...

Flavio Fogarolo 

Padre Fabio:
"Ti sento più presente che mai"
Il missionario comboniano cieco che fondò la scuola di "Kekeli Neva"ricorda la sua amicizia con Urbana.

Un giorno per telefono Urbana mi disse:
"Fabio, il tuo vivere è il mio vivere"

Ero in mezzo a bombardamenti, la casa era stata presa di mira, la bombe cadevano da ogni parte. In un momento di tregua Urbana mi telefonò e mi disse: "Come va?"
"Siamo qui. Tra la vita e la morte"
Mi disse: "Ma perché non scappi?"
"Ma - dico - dove andare?"
Lei in seguito mi mandò due righe in braille, le ultime che m'ha scritto, poi perse la sensibilità alle mani e non poté più farlo. E mi ripeté:
"Fabio, il tuo vivere è il mio vivere"

Era un po' questo il senso della nostra relazione. Il fatto che io ero in Togo e lei era immobilizzata a letto. Il fatto che io potevo aiutarla, rispondendo alle sue telefonate, soprattutto mettendola al corrente di quello che accadeva nel Togo.

Un'altra volta durante le mie vacanze mi trovavo da lei ed eravamo riuniti per la Messa Eucaristica alla fine della quale io dissi:
"Ecco, mi trovo in questa situazione ma non farei cambio con nessuno".
E lei aggiunse: "Neppure io farei cambio con nessuno".
Eppure la sua sofferenza era grande. Talvolta non ce la faceva più.
Tempo fa mi raccontò che un giorno aveva detto ai suoi parenti che non sentiva di ricevere nessuno e se qualcuno fosse venuto di dire che Urbana non stava bene. Arrivò una persona che veramente desiderava la confidenza di Urbana, che aveva bisogno di lei, e i familiari la invitarono a non entrare. Urbana avvertì il dolore in questa persona che se ne andò così e mi disse: "Da quel giorno feci il possibile per ricevere tutte le persone che venivano, anche se non mi sentivo bene, senza mai dire a nessuno ti riceverò un'alta volta".

E Urbana veramente era per tutti noi questo, come una mamma che sapeva ascoltare, sapeva intervenire nei momenti più difficili.
Mi ricordo il coraggio che mi dette quando persi la mia mamma; glielo dicevo per telefono, lei seppe consolarmi, confortarmi, fortificarmi anche in questo momento più doloroso, uno dei più dolorosi della mia vita.
Il suo esempio era stimolo per me per continuare nel mio lavoro, per non scoraggiarmi davanti alle difficoltà.

Urbana, parlo a te adesso, apertamente.
Ti chiedo perdono se talvolta c'è stata questa franchezza fra di noi, non t'abbiamo compresa.
Urbana sappiamo che tu sei viva però. Non sei morta, non ci hai abbandonati, sei presente più che mai per intercedere per noi da lassù, per spargere di rose e di fiori quell'istituto Kekeli Neva di Togoville che tanto hai amato.

Ti sento più presente che mai. Prima eri a Barbarano, sul tuo letto, paralizzata da 40 anni, mi potevi raggiungere per telefono, ora invece so che sei presente, mi accompagni ogni istante, ogni momento della giornata, in ogni cosa che faccio. Ecco, prega per tutti noi, intercedi per tutti noi, da lassù.

Un dolore grande che mi è rimasto è quello di non averti potuto incontrare prima della tua morte. Lo avrei voluto, ma tante cose, la mia salute, non me l'ha permesso.
Ed è stato appunto al ritorno a casa da Verona, dopo il ricovero in ospedale, che mia sorella Graziella mi disse che avevano telefonato che ci aveva lasciati.

Adesso riparto per il Togo. Glielo ho promesso il giorno del funerale che sarei ritornato, benché i mie dolori continuino e mi senta più debole del solito.
Ma io credo nella resurrezione, credo che è viva e parla anche adesso al cuore di tutti noi, è presente e sa intercedere sa intervenire in momento opportuno, come sempre sapeva. Con tanta pazienza
Saluti a tutto il gruppo. Sono con voi
Per quanto mi sarà possibile, per quanto sarò capace cercherò sempre di darvi dei consigli, quei suggerimenti che sono necessari perché il Kekeli Neva abbia sempre a continuare; questa opera che Urbana ha tanto amato.

Non scoraggiamoci mai davanti alle difficoltà, può darsi che talvolta ci siano dei malintesi, può darsi che giudichiamo qualche cosa come mancanza di trasparenza , ma tutto questo non è frutto di cattiveria, forse non è frutto di egoismo o di chiusure in se stesso. Tutt'altro. È sempre per il bene, si lavora sempre perché il Kekeli Neva sia veramente luce per tutti.

Ciao e tutti e arrivederci.
Padre Fabio Gilli

Padre Fabio ci ha mandato questo testo, registrato su cassetta, pochi giorni prima di ripartire per il Togo.
Chi era presente al funerale di Urbana certamente ricorda la sua promessa: "Orbo, sempre più povero, sempre più debole, ma io, Urbana, in Togo ci ritorno!"
Auguri, Padre Fabio! 

Il 16 settembre si è riunita l’assemblea annuale
del Gruppo San Francesco.
Tutti d’accordo: l’impegno continua

Sappiamo che non sarà possibile andare avanti come prima, ma sappiamo anche che interrompere oggi il lavoro di Urbana sarebbe, oltre che un tradimento nei suoi confronti, anche come infliggere un grosso colpo, forse mortale, all’istituto "Kekeli Neva".

Il Gruppo San Francesco ha deciso pertanto, in pieno accordo, di fare il possibile per continuare ad aiutare come prima la scuola di Togoville. Dovremo per forza rivedere la nostra organizzazione, dato che Urbana svolgeva un ruolo fondamentale e di fatto insostituibile. A questo riguardo l’assemblea ha approvato un documento che afferma tra l’altro:

"Il primo obiettivo del nostro programma annuale è quello di riorganizzare il Gruppo in modo da dare continuità all’attività intrapresa dalla fondatrice e prima presidente Urbana Carezzoli.
Saranno quindi particolarmente curati gli aspetti organizzativi e le relazioni con i soci e sostenitori. Nostro punto di forza dovrà essere la trasparenza e l’informazione, in modo da riconquistarci la fiducia (che non si eredita!) e garantire una autentica condivisione delle iniziative e delle proposte."

Il Gruppo conserva la propria sede presso la famiglia Carezzoli che ringraziamo per la rinnovata disponibilità.
Le offerte possono essere versate, oltre che alla famiglia stessa, presso gli Uffici Postale utilizzando il CCP n.18883355 intestato al nostro Gruppo.

L’assemblea ha eletto anche il nuovo consiglio, rinnovato per circa un terzo, che avrà un compito ben più importante di prima: sappiamo infatti che potremo riuscire in questa difficile impresa solo se riusciremo a fare in tanti, con coesione, quello che prima Urbana faceva da sola.

 Benvenuti ragazzi di Kekeli Neva

Il 27 settembre scorso un gruppo di ragazzi della scuola di Togoville, con alcuni accompagnatori, sono stati nostri ospiti a Barbarano.
Il viaggio è stato organizzato, in occasione del Giubileo, dall'Associazione Festeggiamenti Santa Lucia di Verona, e si è concluso a Roma il primo ottobre con la cerimonia di canonizzazione di Suor Bakita.

Vai alla pagina con le immagini della giornata.  

Una grande luce
di Anna Zulian

Una grande luce ha rubato la tua vita.
Il tuo cuore generoso si è fermato.
Te ne sei andata, Urbana.
Ora sei Sole, sei Poesia, sei Eternità.

Ritroverai, cara dolce amica,
i verdi prati, i voli delle rondini.
Siederai finalmente sopra nuvole rosa,
rubate alle favole antiche che tu racconterai,
con la voce di tenera bimba, agli angeli.

Il silenzio dei tuoi occhi
parlerà d’amore, ora, e potrai inondare
la volta del cielo dicendo: "Ecco il mio canto"
E, come sinfonia, il vento porterà
nello spazio infinito le sparpagliate carte.
Alle stelle regalerai frammenti di favole vere;
con dolcezza pianterai
nei giardini dell’arcobaleno
a piene mani fiori di mandorlo
e coccinelle
faranno corona
prima che il tempo possa accorgersi
e svaniscano illusioni dolcissime
prima di arrivare alla meta agognata
per non smarrire.

Ma tu, mai hai smarrito la strada,
una luce d’amore è stato il tuo faro.
Nella tua casa, come regno incantato,
vivevi come racchiusa
in preziosa conchiglia
pensando a quanti bambini
dalla pelle scura ti chiamavano,
e ancora ti chiameranno, mamma.
Ed eri la loro sola luce.

Te ne sei andata
accompagnata da una grande luce
e dal coro degli angeli
e della tua fede incrollabile
in una notte di mezza estate
e come stella ti sei spenta.

Vola Urbana, ora puoi farlo
Vola alto, cara dolce amica,
ora sei poesia. Pura.
Ora fai parte del tutto.
Sei libera senza involucro
Tua prigione terrena.
Aspettaci!
Appoggia la tua croce dolorosa.
Sei arrivata.
Aspettaci! Arriveremo.
Con grandi o piccole croci.
Arriveremo.
Ci conosceremo.
I nostri cuori si conoscevano già...
E prendendoci per mano
andremo insieme incontro alla luce.
 

Scrive la direttrice di Kekeli Neva

Diminuiscono gli aiuti,
aumentano le necessità

Per la scarsità di mezzi sanitari, i bambini ciechi o ipovedenti sono assai numerosi nel nostro paese. Essi rappresentano un impegno enorme per le loro famiglie che quasi mai hanno mezzi idonei per seguirli; vengono così abbandonati o rinchiusi da soli nelle case, senza alcuna possibilità di istruzione, a volte senza neppure delle relazioni sociali.

Per la cultura locale essi sono dei bambini maledetti dagli dei, e questo certamente non aiuta, anzi per queste credenze essi vengono talvolta cacciati di casa o rifiutati dal gruppo sociale.

Nasce "Kekeli Neva": arriva un po’ di luce

L'I.A.T, Istitut des Aveugles de Togoville "Kekeli Neva" è stato fondato nel 1984 dal reverendo Padre Fabio Gilli. Kekeli Neva in lingua Ewé significa "Che la luce venga".A Togoville si trova il Santuario della Madonna del Lago Togo e la presenza di questo Istituto per ciechi nei pressi di un luogo di intenso pellegrinaggio è una testimonianza continua di come ci si possa liberare da queste credenze, sensibilizzando la popolazione e portando speranza e luce per i nostri fratelli più sfortunati.

Nel 1984, quando è stato aperto l’istituto, c’erano cinque allievi. Siamo arrivati a 91 nel 1999, di cui il 30% adolescenti ed adulti.
Sul piano scolastico i nostri allievi raggiungono in generale gli stessi risultati dei ragazzi vedenti.
Con la formazione professionale offriamo varie opportunità ai ragazzi più grandi di imparare a svolgere un lavoro, come impagliare sedie, costruire cesti, fabbricare gessetti da lavagna.

In particolare il laboratorio del gesso costituisce un’importante occasione di inserimento socio-economico e un mezzo concreto di sussistenza.

Un difficile momento

Non riceviamo nessuna sovvenzione dallo stato. Le nostre numerose domande di aiuto, almeno per coprire gli stipendi degli insegnanti, sono sempre cadute nel vuoto. Le poche richieste di contributi, in natura o in denaro, che rivolgiamo alle famiglie degli allievi trovano raramente una risposta.

Il nostro istituto, dunque, vive essenzialmente delle offerte che provengono dall'estero.
Ma alcuni nostri abituali sostenitori, anche se provenienti da zone sviluppate, si trovano ora in difficoltà e ci hanno chiaramente detto di rivolgerci altrove, oppure ci hanno dato delle scadenze di due o tre anni dopo i quali sospenderanno i contributi.
Nonostante lo sforzo notevole di altri benefattori, dobbiamo prendere atto che anno dopo anno gli aiuti diminuiscono e arrivano più raramente, mentre aumentano i bisogni.

Qualche progetto per uscire dal buio

Abbiamo preparato un elenco di attività lavorative realizzabili e adatte alle capacità dei nostri ragazzi, in grado di procurare un po’ di reddito sia per i ciechi stessi che per l’istituto: allevamento di polli e di maiali, attività di giardinaggio, gestione di telefoni pubblici, ampliamento del negozio all'interno dell'Istituto con l'aggiunta di oggetti sacri e mercerie, creare altre cooperative come quella che gestisce il mulino, organizzare una banda musicale

Cari Amici, con Dio, con voi, noi non abbiamo paura. Abbiamo fiducia in Dio e nella sua Divina Provvidenza; egli non sbaglia mai i suoi progetti. Abbiamo fiducia in voi. Vi ringrazio

Suor Sophie Deogratias KPODZO

Una antologia delle poesie di Urbana
tratte dagli otto volumi che ha pubblicato
Otto scrigni preziosi
Per ricordare Urbana, niente di meglio delle sue parole. Un tesoro prezioso da scoprire
o riscoprire abbandonandosi alle immagini e alla musica dei suoi versi.

Nell'intento di sentirci meno soli, di ricercare e compilare tutto ciò che Urbana ci ha lasciato in eredità, ci accorgiamo che sono tante le cose che ci restano di Lei.

Tra tutte le raccolte delle sue poesie, ben otto. Scrigni preziosi che contengono i gioielli della sua intimità e dei suoi ricordi. Mezzo privilegiato per entrare nel ricordo di Urbana attraverso se stessa, dei suoi momenti amari, di noia, di dolore sia fisico che morale, ma anche di gioia, di speranza, di generosità.

Come ci ricorda Adriana Carezzoli che introduce le liriche di Illusioni dolcissime, "anche Urbana ha un suo rifugio, una dimensione che appartiene a lei sola, il giardinetto che coltiva in fondo al cuore: in esso ripone i suoi sogni, i suoi segreti; in esso si rifugia quando è assalita dall'inquietudine e dalla noia e lì si abbandona alla nostalgia dei suoi mondi incantati. Lì incontra i suoi genitori e le persone care che se ne sono andate, lì ritorna tra i fiori, i profumi e gli alberi della sua fanciullezza".

"Ma questo indugiare nei ricordi dell'infanzia e dell'adolescenza, non è una fuga dalla sua realtà", come sottolinea Antonio Marin nella prefazione di Fiori di mandorlo e coccinelle, "è invece un riattingere agli affetti e alle sicurezze che i suoi familiari le hanno abbondantemente elargito in quella fase della vita. Non è un rimpianto per il paradiso perduto, ma un ricordare a se stessa e agli altri che se il mondo dell'abbondanza di oggi fosse completato dal calore umano che allietava la povertà della sua famiglia, il paradiso sulla terra non sarebbe più un'utopia".

Continua Marin parlando del linguaggio poetico di Urbana "estremamente chiaro semplice e di immediata comprensione", facendo notare come, "ad un'attenta osservazione appare evidente la scelta preferenziale di termini riferiti alla dimensione visiva. Questa caratteristica è comune a molti poeti e scrittori non vedenti, S. Francesco d'Assisi ad esempio scrisse il suo Cantico quando già non vedeva più".

Rileggendo queste poesie, certo la nostalgia ci inumidisce gli occhi, ma ciò che prevale è sempre la dolcezza di rivisitare quei luoghi a Lei tanto cari, di riscoprire la sua immensa sensibilità, di sentirci ancora consolati, perché forse il miracolo che è riuscita a fare è di averci lasciato i mezzi per farci sentire che è ancora con noi.

Stefania Pedersini

I libri di Urbana sono disponibili presso la famiglia Carezzoli (tel. 0444 896571). Solo "Prima che il tempo", del 1996, è ormai esaurito.Il ricavato della vendita è destinato interamente al Gruppo San Francesco per la scuola Kekeli Neva di Togoville

Tre opere ("Fiori di mandorlo e coccinelle", "Illusioni dolcissime, inquiete sensazioni", "Nei giardini dell’arcobaleno") sono disponibili in versione registrata su cassetta ad uso dei non vedenti. Rivolgersi al Centro del Libro Parlato di Feltre tel. 0439 333212. 

Il Gruppo San Francesco d'Assisi

Chi siamo

Il Gruppo San Francesco di Assisi è un’associazione di volontariato fondata da Urbana Carezzoli, recentemente scomparsa, che dal 1992 raccoglie fondi e materiali per la scuola per ragazzi ciechi "Institut des Aveugles di Togoville" Kekeli-Neva nel Togo.
Il gruppo si è costituito formalmente in associazione, con statuto ed atto notarile, nel 1998.

La scuola di Togoville

L’istituto per Ciechi di Togoville è sorto nel 1984 su iniziativa dei Padri Comboniani, in particolare di padre Fabio Gilli che, dopo aver perso completamente la vista, ha voluto tornare nei luoghi dove prima operava.
Attualmente la scuola è affidata alle suore togolesi della congregazione di Notre Dame de l’Eglise, ed è interamente gestita da operatori locali.
In pochi anni gli alunni sono passati da cinque ad oltre novanta.
Dopo la scuola di base i ragazzi possono frequentare una scuola superiore esterna oppure seguire dei corsi di tipo professionale.
La scuola non riceve contributi statali e solo una minima parte delle famiglie può versare una retta per la frequenza.

La nostra attività nell’anno 2000

Abbiamo spedito in giugno l’abituale versamento semestrale di 20.000.000 di lire. Il nostro impegno, assunto e sempre onorato fin dal 1992, è quello di fornire ogni anno la somma di 40 milioni per coprire buona parte delle normali spese di funzionamento della scuola.
Nel mese di luglio è stato inoltre spedito un contributo straordinario di 10 milioni affinché la direttrice potesse far fronte alla difficile situazione creatasi sia per l’aumento del numero di ragazzi, sia per la crisi economica e la forte svalutazione che colpisce il Togo. Entro la fine dell’anno spediremo altri 20 milioni, per cui quest’anno complessivamente verrà inviata la somma di 50 milioni di lire.
Stiamo organizzando, in collaborazione con altri gruppi, la spedizione di un container con viveri, vestiario e materiale didattico ecc.

Come si finanzia il nostro Gruppo

Le principali fonti di finanziamento per il nostro gruppo sono:

  • -i versamenti regolari dei soci e dei sostenitori (autotassazione);
  • -l’organizzazione di una lotteria di beneficenza annuale che, grazie all’impegno di moltissimi volontari e alla generosità di tante persone, riesce a dare un apporto molto importante;
  • -le donazioni particolari di privati, altri gruppi, associazioni ed enti.
  • -manifestazioni pubbliche, concerti, rappresentazioni teatrali ecc….

 C.C. Postale n. 18 88 33 55