Amici di Togoville

Kekeli Neva

Bollettino del  Gruppo San Francesco d'Assisi

Barbarano Vicentino (VI)

Giugno 2005

 

In copertine: fotografia di un bambino cieco di Togoville  che legge in chiesa con le mani appoggiate su un leggio quasi più alto di lui. La didascalia dice:

KEKELI NEVA «La Luce viene perché con le mie mani leggo anch’io la parola  del Signore»

 

“Kekeli Neva” in lingua ewè significa Venga la luce.

Si chiama “Kekeli Neva” la scuola per ragazzi  ciechi di Togoville, in  Togo, che il Gruppo San Francesco ha adottato e sostiene da tanti anni.

Lavoriamo perché la Luce arrivi per tutti, soprattutto per coloro che vivono da svantaggiati in un paese tra i più svantaggiati del mondo.

“Kekeli Neva” è l'augurio che facciamo a loro e a voi.

 

Indice

Amici di Togoville. 1

Cinque anni fa Urbana ci lasciava. 1

Nuova vita per Kekeli Neva. 2

Sono nove quest’anno gli universitari ciechi 2

 Finalmente una vera casa e un posto dove studiare per i ragazzi ciechi di Lomè. 2

Una bicicletta per Amevi 3

Container: quest’anno doppia spedizione. 3

La luce arriva anche con il petrolio... 4

La nostra prima iniziativa di microcredito. 4

Un impegno concreto per prevenire la cecità. 5

Preziosissimi occhiali 5

Grazie, Don Camillo! 5

Il Gruppo San Francesco d’Assisi 6

Cinque anni fa Urbana ci lasciava

Il prossimo 22 luglio 2005 è il quinto an­ni­ver­sario della morte di Urbana Carezzoli.

Date come queste servono per riflettere e ricordare ma anche per rinnovare l’impegno che ci siamo assunti di aiutare la scuola di Togoville che lei ha tanto amato.

I risultati di questi anni ci confortano: come si legge anche in queste pagine, le iniziative per i ragazzi ciechi che il nostro gruppo sostiene in Togo funzionano e danno frutti concreti.

“Vincere l’emarginazione dei ciechi puntando sull’istruzione”. Era l’dea fissa di Urbana ed è anche, ne siamo sempre più convinti, l’unica strada da percorrere, perché in questo caso le scorciatoie non portano a nulla. Una strada lunga ma non lunghissima se, come raccontiamo in queste pagine, dopo solo 20 anni dall’inaugurazione dell’istituto abbiamo il problema di sostenere efficacemente gli studenti ciechi nelle scuole superiori e dell’università che sono cresciuti troppo rapidamente.

 Mentre scriviamo questo bollettino, il Togo è attraversato da una pesante crisi politica: la gente chiede democrazia e trova lutti e distruzioni. Ne ha parlato un po’ anche la stampa italiana e questo, si sa, è un brutto segno perché i nostri giornali si ricordano dell’Africa, tanto più di un piccolo stato come il Togo, soprattutto quando devono parlarci di disastri, più o meno naturali.

Secondo i padri comboniani con i quali siamo in contatto (contatti ristabiliti dopo che per un certo periodo tutte le comunicazioni, internet compreso, erano state bloccate) ci sono centinaia di morti e mi­gliaia di persone impaurite in fuga.

 I nostri ragazzi sembra stiano be­ne ma è certamente triste vedere con che velocità un paese così povero di­strug­ge il poco che ha.

È certamente più facile portare istruzione e speranza di vivere ai ragazzi ciechi che dare dignità a un popolo vincendo la cultura della sopraffazione cui deve ancora sottostare.

Kekeli Neva! Servirebbe davvero un po’ di luce per tutti.

Flavio Fogarolo

Nuova vita per Kekeli Neva

A vent’anni dalla sua fondazione, l’Istituto dei Ciechi di Togoville cresce e si trasforma: quasi metà dei ragazzi vive e studia all’esterno, alle superiori e all’università.

L’Istituto dei Ciechi di Togoville ha festeggiato qualche mese fa i vent’anni di vita. Ha iniziato a funzionare infatti con l’anno scolastico 1984/85, con pochi ragazzi e tanta voglia di risolvere un problema enorme: dare un po’ di di­gnità e speranza, attraverso l’istruzione, ai numerosi ra­gazzi ciechi del Togo meridionale.

Poco tempo dopo Urbana Carezzoli ha sentito parlare di questo “Kekeli Neva” e ha cominciato ad aiutarlo. Nel 1992 ha fondato il Gruppo San Francesco e da allora i no­stri aiuti sono diventati più con­sistenti e sistematici.

In questi anni le cose sono molto cambiate. All’inizio gli allievi fre­quentavano tutti, o quasi, le scuole elementari, compresi i ragazzi più grandi: era la prima volta che potevano andare a scuola e tut­ti dovevano partire da zero.

Qualche anno dopo abbiamo visto con soddisfazione i primi ragazzi ciechi entrare al collegio (le nostre superiori), poi i primi che hanno superato il Bac (la nostra maturità), infine i primi che si sono iscritti all’università. Le tappe dell’emancipazione dei ciechi che in Italia hanno coinvolto intere generazioni sono state bruciate qui in una decina d’anni.

Oggi, su 81 ragazzi seguiti da Kekeli Neva, gli allievi della scuola primaria sono 40, ossia solo la metà (25 maschi e 15 femmine). Essi frequentano la scuola dentro all’istituto e ricevono qui anche vitto e alloggio.

Ben 30 sono i liceali che sono iscritti presso istituti esterni, 22 a Togoville e 8 a Lomè. Essi sono alloggiati fuori ma ricevono da Kekeli Neva assistenza economica e supporto didattico (libri in braille e aiuto nello studio).

Ci sono poi 21 ragazzi ciechi che seguono un corso di formazione professionale, centrato soprattutto sul piccolo artigianato, all’interno di Kekeli Ne­va.

A parte vanno considerati i nove universitari che non sono più legati all’istituto ma che il nostro Gruppo, tramite Padre Fabio, continua ad aiutare.

Sono nove quest’anno gli universitari ciechi

Il nostro gruppo sostiene da alcuni anni, attraverso Padre Fabio, alcuni ragazzi ciechi che studiano presso l’università di Lomè. Uno sta preparando la tesi, altri tre sono al secondo o terzo anno; le facoltà che seguono sono diritto e lingue (in­gle­se e spagnolo in particolare).

Quest’anno il loro numero è notevolmente cresciuto. Quattro ragazzi, ex alunni di Kekeli Neva, si sono iscritti al primo anno a Lomè mentre un quinto, originario del Benin, si è iscritto ad un corso universitario di giornalismo a Cotonou (tiene già una rubrica presso una radio locale).

 Secondo P. Fabio sono tutti ragazzi capaci e meritevoli e vale senz’altro la pena di sostenerli in questo impegno. Forniamo il denaro per le tasse scolastiche e per dare a ciascuno un piccola quota men­sile con cui essi pagano, oltre il vitto e l’alloggio, anche qualche persona che possa aiutarli a studiare, leggendo o registrando i libri.

 Finalmente una vera casa e un posto dove studiare per i ragazzi ciechi di Lomè

Da quest’anno il nostro gruppo si è preso carico del pagamento del canone di affitto di un alloggio decoroso e funzionale per gli studenti ciechi liceali che studiano a Lomè. Sono otto ragazzi che hanno frequentato a Togoville le scuole di base e che ora proseguono gli studi presso una scuola superiore della capitale.

Fino a qualche mese fa erano si­stemati in alcuni alloggi di fortuna, praticamente delle baracche, con vari problemi anche sul piano del rendimento agli studi dato che non avevano un posto adeguato dove fare i compiti al pomeriggio. Si sa che per degli studenti ciechi è veramente indispensabile almeno un tavolo su cui sistemare ordinatamente le proprie cose.

Abbiamo messo a disposizione di Padre Fabio una somma di circa 1.000 euro, da rinnovare ogni anno, per il canone di affitto di uno spazioso appartamento.

«È al primo piano di una casetta -dice P. Fabio- e sopra c'è una ter­razza dove i ragazzi possono an­­da­re quando vogliono per pren­dere un pochino di aria. La scuola non è lontana e i ragazzi possono andarci a piedi percorrendo una strada secondaria, e non la principale che sarebbe pericolosa per loro»

Sevon Komni, uno degli ragazzi ospiti, ce lo descrive così: «L’ap-partamento ha tre camere da letto, un salone, la cucina, la doccia e il WC. Siamo in 8 e ciascuno ha il suo letto, un tavolo e una sedia. Abbiamo l’acqua della pom­pa e la corrente elet­trica».

Ora, dice P. Fabio, bisogna sistemare decorosamente anche gli universitari.

Una bicicletta per Amevi

Il ragazzino disabile togolese che cammina sulle ginocchia ora può muoversi da solo. Assicurate anche le spese per la sua istruzione.

È arrivata con il nostro container dell’anno scorso la bicicletta a quattro ruote che ha cambiato la vita ad Amevi, il ragazzino di Vogan, a pochi chilometri da Togoville, che a causa del suo handicap fisico si può spostare solo camminando sulle ginocchia. Solo così poteva andare a scuola, ma il venerdì, giorno di mercato (Vogan ospita un mercato famoso in tutta la regione), doveva rimanere a casa perché era impossibile per lui attraversare la ressa senza essere calpestato.

Oltre alla bicicletta Amevi riceverà anche un contributo regolare per poter frequentare la scuola, dato che il ragazzino è molto capace ma la famiglia ha scarse possibilità economiche.

Ecco la lettera che ci ha spedito:

Vogan, Togo

Buongiorno

Ho appena ricevuto questa mattina, 23 aprile 2004, la bicicletta che mi è stata destinata. Ne sono molto contento e ci tengo a ringraziarvi per quello che avete fatto per me.

Adesso vado a scuola da solo. È magnifico! Vi prometto che questa bicicletta sarà tenuta molto bene.

Ho anche ricevuto la prima quota di denaro. Mio padre è andato subito a pagare la retta della scuola.

Ringrazio la vostra associazione. Che l’Onnipotente vi benedica tutti. Grazie mille volte. State bene.

Mia sorella Cristina e tutta la famiglia Amegée vi testimoniano tutta la loro gratitudine.

Arrivederci

Amevi

Container: quest’anno doppia spedizione

Sono due quest’anno i container di aiuti spediti in Togo dal Gruppo San Francesco. Il materiale raccolto è stato superiore ad ogni aspettativa e così abbiamo dovuto prendere un secondo contenitore che è stato anch’esso rapidamente riempito.

Entrambi sono partiti da Genova verso la fine di aprile e mentre scriviamo queste pagine sono ancora in viaggio.

Come al solito abbiamo spedito alimentari, vestiti, strumenti didattici per ciechi, carta per la scrittura braille, macchine da cucire, biciclette.

Tra le novità di quest’anno abbiamo una grande quantità di occhiali e molte medicine specifiche per gli occhi destinate all’ospedale St. Anne di Lomè

La luce arriva anche con il petrolio...

Sta decollando l’attività imprenditoriale del giovane non vedente togolese che non si è rassegnato a vivere di elemosina e con l’aiuto del Gruppo S. Francesco ha aperto un rivendita di petrolio per illuminazione.

 

Il giovane Marius Bocco, diventato cieco a causa delle retinite pigmentosa, nonostante gli studi in diritto si trova dopo il diploma, a confrontarsi con la dura realtà di un paese dove “non esiste alcuna reale politica di assistenza e reinserimento degli handicappati” per usare le sue parole.

Marius cerca un’attività che possa essere gestita da un cieco e pensa alla vendita al dettaglio di petrolio per illuminazione, assai usato in Togo dove in pochi possono permettersi l’elettricità.

L’investimento iniziale però è piuttosto oneroso, richiedendo il fornitore un minimo quantitativo abbastanza elevato che giustifichi il trasporto e l’istallazione del serbatoio per la fornitura. Dopo un incontro del giovane con il nostro presidente Flavio Fogarolo, nel 2002, la nostra associazione decide di aiutare questo piccolo imprenditore, con la supervisione in loco di Padre Fabio Gilli, consegnandogli il 50% della somma necessaria per avviare l’attività. Per coprire la parte rimanente Marius troverà un socio.

Il primo ordine di 4000 litri di petrolio, corrispondente a 862.000 CFA (circa 1.300 euro) viene consegnato a Marius nel 2003. La speranza del giovane di venderlo nel giro di un mese viene presto disattesa soprattutto per ragioni di “concorrenza sleale” com’egli la definisce. Nel vicino stato del Benin infatti il petrolio viene venduto a prezzi molto più bassi e c’è qualcuno che acquista oltre frontiera per rivendere in una specie di azione di contrabbando all’interno del Togo. Niente di nuovo sotto il sole. Fatto sta che le scorte languono nei serbatoi di Marius per diversi mesi. La situazione trova parziale risoluzione nel marzo del 2004 quando anche in Benin, il prezzo del petrolio comincia a salire. Ne sappiamo qualcosa anche noi…L’unico ad essere contento di questa situazione è il nostro imprenditore che finalmente riesce a far girare la sua attività, a vendere il suo prodotto, essendo venuta a mancare l’agguerrita concorrenza beninese.

Dal quel momento il commercio raggiunge la vendita di 4.000 litri al mese. Insomma a parte qualche piccola grana inevitabile, come ritardi nel riapprovvigionamento o qualche piccola perdita durante il travaso del materiale, Marius si definisce soddisfatto in quanto riesce ad ottenere mediamente un margine lordo di 50.000 CFA (75 euro circa) che gli permette di far fronte al suo fabbisogno.

E così almeno questa è una storia a lieto fine: Marius Bocco, cieco in uno dei più poveri paesi dell’Africa, riesce oggi a vivere decorosamente mantenendosi con il proprio lavoro.

La nostra prima iniziativa di microcredito

Il 2005 è stato decretato anno mondiale del microcredito da parte dell’Organizzazione delle Na­zio­ni Unite. Che cosa significa microcredito? E’ un’attività sempre più diffusa che consiste nel prestare a termine più o meno lungo, o anche virtuale, una somma di denaro limitata (ecco perché micro) a coloro che non possono accedere alle fonti di finanziamento tradizionali, a cui noi abitanti dei paesi occidentali e sviluppati, facciamo ricorso abitualmente (banche, istituti di credito ecc).

I bisogni finanziari di queste persone sono molto esigui se comparati con le somme che noi ci troviamo a trattare soprattutto per impegni importanti come ad esempio l’avvio di un attività. In molti casi per un abitante di un paese africano una somma di 100 euro data in prestito già può permettergli di avviare un piccolo commercio o di acquistare un carretto che gli permetta di portare la sua merce da vendere al mercato.

Secondo le statistiche, la percentuale di rimborsi nei tempi accordati è altissima ed incoraggiante quindi per coloro che trovano in questa forma di aiuto, un mezzo dignitoso e che sviluppa il senso di responsabilità nei reciproci impegni. Eventuali piccole somme che non rientrano, sono talmente limitate per importo e numero da non compromettere tutta l’operazione.

Con Marius Bocco il nostro Gruppo ha avuto per la prima volta un’esperienza di questo tipo, anche se non regolata dalle clausole ufficiali, che potrebbe costituire un primo passo per stimolare all’iniziativa i giovani non vedenti del Togo, almeno i più intraprendenti e capaci. I primi risultati, come si può leggere nell’articolo a fianco, sono più che lusinghieri.

Un impegno concreto per prevenire la cecità

L'ospedale Sant'Anna di Lomé ha organizzato un reparto specialistico di oculistica, con ambulatorio mobile che visita anche i villaggi dell'interno. Il Gruppo San Francesco sostiene questa iniziativa con medicine specifiche, lenti e occhiali.

Suor Delphine, che è stata la prima direttrice dell’Istituto dei Cie­chi di Togoville, è oggi responsabile dell’ospedale S.An­na, un piccolo ma efficiente centro di cura che si occupa soprattutto delle persone più povere di Lomè, capitale del Togo.

Da alcuni anni sta specializzando il suo servizio nella prevenzione della cecità, in particolare nella lotta alla cataratta congenita, che colpisce bambini e ragazzi. Una patologia che può essere facilmente curata ma che, se non si interviene, porta alla cecità.

L’ospedale Sant’Anna ha organizzato una unità mobile che va nei villaggi e visita tutti gratuitamente. In caso di problemi si interviene con cure e, se necessario, con l’operazione. Nel primo anno di attività in questo settore l’ospedale Sant’Anna ha fatto oltre 80 interventi alla cataratta, 15 dei quali su bambini e giovani.

Il Centro cura anche altre patologie agli occhi e ha organizzato un servizio di fornitura di occhiali da vista riciclati per le persone bisognose.

Il Gruppo San Francesco sostiene queste attività soprattutto con l’invio di medicine e di occhiali.

Quest’anno abbiamo avuto varie richieste di medicinali specifici per gli occhi, in particolare per curare il glaucoma. Sono medicine costose e non facili da reperire ma siamo riusciti con soddisfazione a rispondere a quasi tutte le loro richieste. Un grazie particolare alla Cooperativa Farmaceutica di Solidarietà di Este (PD) che ha fatto l’impossibile per reperire le medicine richieste.

Del nostro nuovo impegno sugli occhiali ne parliamo qui a sinistra. Scrive suor Delphine: «Presso il Centro Sant’Anna facciamo le visite e le prescrizioni delle lenti. In Togo i centri ottici hanno dei costi molto alti e i poveri non possono mai acquistare gli occhiali da vista. Noi riusciamo a proporre loro degli occhiali a prezzi molto bassi grazie a quello che ci arriva dai nostri benefattori. A volte essi non corrispondono esattamente alla prescrizione dell’oculista e allora dobbiamo ordinare le lenti in Europa. Ma voi capite che questo è molto costoso per cui, anche se ci concentriamo solo sui giovani, non riusciamo a soddisfare che una minima parte delle loro necessità».

Preziosissimi occhiali

Raccolta di occhiali usati: un grande successo per il nuovo impegno del Gruppo San Francesco

Abbiamo cominciato quest’anno, su sollecitazione di suor Delphine che ci è venuta a trovare lo scorso mese di giugno, la raccolta di occhiali da vista per le persone bisognose del Togo.

La risposta dei nostro sostenitori è stata incredibile. Non siamo riusciti a contare gli occhiali raccolti ma misurando a spanne (o meglio, a scatoloni) dovremmo aver superato i 5.000. E non solo occhiali usati, ma anche molte lenti e montature nuove offerte da alcuni generosissimi ottici.

Con questi numeri i nostri amici di Lomè potranno selezionare le lenti e offrire a ciascuno l’occhiale più vicino agli effettivi bisogni. All’ospedale Sant’Anna è in funzione un piccolo ma efficiente laboratorio di ottica in grado di spostare e adattare le lenti.

Naturalmente il nostro impegno continua. Sappiamo che probabilmente non potremo avere in futuro lo stesso successo (le persone che ci sono più vicine hanno ormai svuotato i loro cassetti) ma... se avete occhiali usati, ricordatevi ancora di noi!

Grazie, Don Camillo!

Il 25 settembre 2004 Don Camillo Berti ci ha lasciato silenziosamente; se n'è andato in punta di piedi, quasi temesse di disturbare qualcuno. Era nel suo stile: non farsi notare, agire con discrezione e modestia, fare il bene senza clamore nella semplicità e nella fatica dell'impegno quotidiano come pastore e come uomo votato alla carità.

Il gruppo San Francesco gli deve molto; fin dalla fondazione Don Camillo è stato socio, consigliere e convinto sostenitore di tutte le iniziative che da ormai molti anni Urbana proponeva con coraggio e tenacia indomabile.

Della nostra fondatrice Don Camillo aveva una stima e una fiducia che confinava con la venerazione; una volta l'aveva definita come il "parafulmine" della nostra parrocchia. Anche nei momenti più difficili per la nostra associazione Don Camillo ha condiviso le ansie, le preoccupazioni e talvolta le amarezze che hanno toccato la vita di Urbana. La sua presenza alle nostre assemblee portava sempre una parola di conforto e convinto incoraggiamento.

Le strutture parrocchiali, di cui Don Camillo è stato l'artefice, sono sempre state a disposizione del gruppo San Francesco per le sue iniziative: dai Concerti e spettacoli di beneficenza, alle riunioni dei soci, all'ospitalità per Padre Fabio Gilli e per tanti altri.

Non è mancato anche il suo personale contributo economico per le necessità dell'Istituto Kekeli Neva di Togoville; tutti sappiamo che Don Camillo aveva un fratello missionario in Messico e questo lo ha reso ancora più sensibile alle necessità di chi non ha mezzi per la propria promozione umana e sociale.

Caro Don Camillo, ti ricordiamo con affetto e ti portiamo nel cuore con riconoscenza per tutto il bene che hai fatto: grazie per la tua vita, Don Camillo!

Antonio Zeffiro

 

Così Padre Fabio, in partenza per l’Africa, ricorda Don Camillo

1 ottobre 2004

Cari amici

Ho avuto la triste notizia che Don Camillo ci ha lasciati per il Paradiso. Vi dico che questa notizia in un primo momento mi ha lasciato addolorato e triste. Avevamo passato da poco una bella giornata assieme durante la quale avevamo partecipato alla vostra assemblea, poi avevamo celebrato e pregato insieme. Alla cena Don Camillo era accanto a me e abbiamo parlato di tante cose. Una bella figura, tanto umile e sempre accogliente.

Ma don Camillo non ci abbandona. Dal cielo, assieme a Urbana, continua il suo lavoro come faceva quando era in mezzo a noi. Ricordiamo di Acqua Marina, viviamo come viveva Urbana che sapeva cambiare l'amarezza in gioia e dolcezza.

Nel vedere che le file si accorciano e gli anni aumentano non dobbiamo lasciarci prendere dallo scoraggiamento, ma raddoppiamo invece il nostro impegno per supplire il vuoto che il nostro caro Don Camillo ha lasciato.

Io parto il 19 corrente mese, sono sereno e contento di ripartire. Abbraccerò per voi tutti gli amici che avete in Togo e nel Benin. La mia visita presso di voi mi ha caricato il morale e mi ha dato forze nuove per continuare. Anche questa volta mi son potuto riprendere, la salute è buona.

Con vera gratitudine vi ringrazio per gli ultimi versamenti che avete mandato a me e al Centro Kekeli Neva. È un bene immenso questo che fate e Dio non si lascia vincere in generosità. Vi assicuro la mia preghiera e voi pregate per me perché ne ho sempre bisogno.

Con affetto vostro P. Fabio Gilli.

Il Gruppo San Francesco d’Assisi

Chi siamo

Il Gruppo San Francesco di Assisi è un’associazione di volontariato, fondata da Urbana Carezzoli, che dal 1992 raccoglie fondi e materiali per la scuola per ragazzi cie­chi Institut des Aveugles de To­goville nel Togo e per altre iniziative umanitarie di questa regione africana, soprattutto a favore dei non vedenti e di altri disabili.

Siamo iscritti al registro delle ONLUS (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale) presso la Di­rezione delle Entrate del Veneto.

La scuola per i ciechi di Togoville

L’istituto per Ciechi di Togoville Kekeli Neva è sorto nel 1984 su iniziativa dei Padri Comboniani, in particolare di padre Fabio Gilli che dopo aver perso la vista ha voluto tornare nei luoghi dove prima operava.

La scuola è affidata alle suore to­golesi della congregazione di Notre Dame de l’Eglise, ed è interamente gestita da operatori locali.

Dopo la scuola di base i ragazzi possono frequentare le superiori all’esterno oppure seguire dei corsi di tipo professionale.

Oggi i ragazzi seguiti direttamente dall’Istituto sono circa 80.

Accanto alla scuola sono state realizzate numerose iniziative di promozione sociale ed economica grazie alle quali attualmente sono decine i ciechi adulti che vivono decorosamente del loro lavoro.

Quello che abbiamo fatto nel 2004

Anche quest’anno abbiamo inviato il nostro abituale contributo di 24.000 euro all’Istituto dei Ciechi Kekeli Neva di Togoville.

Abbiamo inoltre messo a disposizione di Padre Fabio Gilli 6.650 euro per gli studenti universitari ciechi di Lomé e per altri adulti non vedenti in difficoltà.

Abbiamo inviato un contributo straordinario di 3.000 euro alla scuola per bambini ciechi Siloè del Benin.

Abbiamo sostenuto le spese scolastiche di una ventina di studenti orfani di Kampala (Uganda) versando a Padre Roberto Zordan 4.000 euro.

Nel 2004 abbiamo spedito in Togo un container di aiuti umanitari (sono diventati due nel 2005) con una spesa di circa 3.800 euro tra acquisto di materiale e spese di spedizione. Il valore del materiale spedito è di molto superiore dato che molte cose sono state donate o recuperate dai nostri volontari.

Come si finanzia la nostra associazione

Circa tre quarti delle nostre entrate derivano dalle offerte dei soci e dei sostenitori, in particolare di coloro che si sono impegnati a ver­sare a scadenze regolari la quo­ta da loro stessi definita.

Il resto dalla lotteria e dalle offerte raccolte durante i concerti di beneficenza.

Il gruppo S. Francesco non riceve nessuna sovvenzione pubblica.

Nuovo consiglio

Nel 2004 sono state rinnovate le nostre cariche sociali. L’assemblea dell’associazione, riunita a Barbarano sabato 18 settembre, ha eletto il nuovo consiglio composto da Flavio Fogarolo (con­fer­mato pre­si­dente), don Camillo Ber­ti, Maria Giovanna Bogoni, Dalma De Marzi, Maria Carmela Pagliarusco, Ste­fania Pedersini, Mauro Pozza, Raffaello Staurengo e Luigina Vigolo.

Purtroppo proprio una settimana dopo, il 25 settembre, don Camillo ci ha lasciati. Il suo posto in con­siglio rimane per ora vacante.

 

Gruppo San Francesco d'Assisi

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